25 febbraio 2024

Una bruttissima avventura

Alcuni anni fa ho dovuto interrompere la pubblicazione su mio blog a causa di una brutta avventura, molti seguaci mi hanno chiesto perché avessi interrotto, ma io non avevo il coraggio di spiegare cosa fosse successo, cosi ho fatto trascorrere un po' di tempo ed adesso che la storia è passata nel dimenticatoio la posso raccontare.
Una notte stavo rientrando a piedi da una festa, ero sola e camminavo con passo spedito verso casa, dietro di me ho sentito dei passi ma in quel momento non mi ero preoccupata piu di tanto, ho pensato che poteva essere uno che come me stava rientrando a casa dopo essere stato in compagnia di amici, quando sono arrivata all'altezza del parco cittadino quello sconosciuto si è avvicinato notevolmente e prima che potessi reagire mi ha bloccata con le sue mani forti premendomi un fazzoletto imbevuto di anestetico sul volto, ho cercato di reagire ma in pochi istanti sono svenuta.
Quando mi sono risvegliata mi sono trovata in una cantina con una catena intorno al collo chiusa con un lucchetto, ho provato ad allontanarmi ma era impossibile, la catena era fissata ad un palo di sostegno posizionato in mezzo alla stanza, ho subito pensato allo scherzo di un mio amico il quale conoscendo le mie passioni aveva pensato di farmi finire la serata in bellezza, poi mi sono resa conto che non era cosi, quel luogo mi era completamente sconosciuto ed i suoni che provenivano dall'esterno non li avevo mai sentiti, non riuscivo a capire dove fossi capitata.
Mi sono fatta le domande per tutta la notte senza capire quello che stava succedendo e solo al mattino ho avuto la risposta che volevo, appena il luogo dove mi trovavo è stato illuminato dal sole, uno sconosciuto ha sceso le scale e si è parato davanti a me, non l'avevo mai visto e con fare deciso mi ha detto che mi aveva rapita e che sarei diventata la sua bambola che avrebbe esaudito tutti i suoi desideri, gli ho subito risposto che non ero quella che lui desiderava e non ci pensavo nemmeno lontanamente a fare quello che desiderava, "non c'è nessun problema, niente desideri niente mangiare", ha girato i tacchi e se n'è andato.
Ho riflettuto molto sulla mia situazione, non era di semplice soluzione, sebbene la catena ed il lucchetto che mi tenevano legata fossero molto vecchi, erano sempre molto robusti, per cui fuggire era impossibile, ho visto in lui una forte determinazione, non sarei mai riuscita a convincerlo di lasciarmi andare, per cui se non cedevo ai suoi voleri quel perfido ricattatore non mi avrebbe sicuramente lasciata morire di fame, mio malgrado ero costretta a cedere al suo ricatto.
Mi ha lasciata tutta la notte e tutto il giorno successivo sola e legata perché riflettessi sul mio destino, solo al mattino è sceso portando con se del cibo e dell'acqua che ha appoggiato sugli scalini, lontano da me, dove non sarei potuta ad arrivare ed ha rinnovato la richiesta, ero distrutta, angosciata, avevo troppa fame per cui ho dovuto cedere, avuto il mio consenso mi ha detto di spogliarmi, casa che ho fatto con un groppo alla gola, ha raccolto i miei vestiti e li ha attaccati ad un appendiabiti sulla parete, ben lontano da me dicendo che non mi sarebbero più serviti, mi ha fatta stendere per terra e mi ha scopata senza indugio, è venuto in pochissimi istanti, neanche il tempo di assaporarlo, poi si è alzato a preso il cibo e me lo ha appoggiato per terra vicino a me, "hai visto quanto è stato facile, quando tornerò giù ti voglio trovare ancor più disponibile altrimenti niente cibo", se n'è andato soddisfatto del suo operato.
Avevo una fame esagerata, ho divorato tutto senza pensare a nulla, poi ho riflettuto sulla mia situazione ero totalmente soggiogata dal mio rapitore, avrei dovuto sottostare ad ogni sua volontà e ad ogni suo desiderio,, non avevo via d'uscita ero veramente nei guai, quel giorno e sceso più volte e tutte le volte mi ha scopata, senza rispetto e senza una briciola di sentimento.
Questo modus operandi si è ripetuto costantemente nel tempo, scendeva, mi scopava e mi dava del cibo quasi fosse un premio, dal canto mio ero arrabbiatissima non solo dovevo sottostare ai suoi voleri ma la cosa che mi faceva indispettire di più era che non riusciva a fare una scopata decente, se almeno fosse stato in grado di farmi ameno godere, forse avrei anche potuto perdonarlo ed invece mi faceva talmente incazzare che se avessi potuto lo avrei ucciso li sul posto, nel frattempo studiavo il modo per poter uscire da quella brutta situazione.
Nel tempo passato ad aspettare che scendesse per le sue sveltine quotidiane, valutavo e memorizzavo ogni dettaglio che mi potesse tornare utile per la mia fuga, avevo registrato nella mia mente che dopo avermi portato la colazione e la sua piccola sveltina si allontanava da casa, e tornava solo a pranzo, nel pomeriggio restava in casa ed usciva raramente, la notte andava a dormire tardi e fino al mattino successivo in casa non c'era attività, certamente viveva da solo ed il momento più propizio per la mia eventuale fuga era al mattino, ma dovevo trovare un modo per liberarmi dalla catena.
Era trascorso circa un mese e mezzo da quando ero stata rapita ed in ogni momento cercavo un modo per fuggire, poi una notte ho sentito un contenitore cadere per terra con un gran rumore, molto probabilmente, essendo rinchiusa in una cantina qualche topo c'era senz'altro e rovistando aveva fatto cadere un contenitore con il suo contenuto, appena è arrivato il giorno ho notato il contenitore caduto e vicino alcuni piccoli chiodi che esso conteneva, mi sono precipitata a raccoglierli e subito nasconderli, appena se n'è andato dopo avermi portato la colazione e fatto la sua scopatina ho preso un chiodo ed ho provato ad aprire il lucchetto, ho impiegato tutto il giorno ed alla fine ci sono riuscita.
Ho atteso con ansia che tornasse, che passasse tutto il giorno e la notte durante le quali ho programmato la mia fuga, la mattina successiva, come al solito è sceso ha potato da mangiare, mi ha scopato e se n'è andato, ho lasciato passare un po' di tempo e quando sono stata sicura che in casa non c'era nessuno mi sono liberata dalla catena, sono salita in modo silenzioso in casa ed appena sono stata certa che non c'era nessuno ho aperto una finestra, poiché la porta era chiusa a chiave, sono saltata fuori ed ho iniziato a correre, nella corsa mi sono resa conto che mi trovavo a circa un chilometro da casa mia, ho corso come una pazza per raggiungere la salvezza.
Avevo appena raggiunto casa quando ho sentito un forte boato, mi sono girata ed ho visto una grossa colonna di fumo che proveniva dalla direzione da cui ero fuggita, agitatissima e piena di paura mi sono chiusa in casa, chiudendo a doppia mandata la porta di casa.
Nei giorni successivi ho scoperto che l'incendio era avvenuto proprio nella casa dove ero tenuta prigioniera, il proprietario era deceduto nell'incendio, nessuno aveva capito le cause dell'incendio, solo io ho capito che era successo, certamente appena ha notato che ero fuggita ha capito che non avrebbe avuto scampo ed avrebbe pagato a caro prezzo le sue nefandezze ed ha agito di conseguenza incendiando la casa, solo io ero a conoscenza di cosa era successo, ma visto che il mio rapitore era bruciato con la sua casa, non ho voluto rivelare quello che sapevo e me lo sono tenuto per me.
Solo adesso che è passato molto tempo dal fatto posso raccontarlo e sperare che certe cose non accadano mai più.



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