Mi ero aggiudicata ad un' asta un lotto collari ed anelli per polsi e
caviglie forgiati in pesante acciaio, li avevo fatti unire con
robuste catene e fatti fissare alla parete della cantina con una
lunga catena nella mia casa in campagna, dal mio amico Carlo, poi
avevo invitato le mie più care amiche a passare una domenica
pomeriggio diversa e mentre i nostri compagni guardavano la partita
siamo scese nella cantina e ci siamo incatenate con quelle speciali
catene ed abbiamo passato una serata magnifica, poi siamo state
raggiunte dai nostri compagni ed allora abbiamo raggiunto il massimo
del piacere.
Io però avevo tramato segretamente, il mio obbiettivo era quello di voler rimanere
incatenata con le mie amiche piu a lungo possibile, cosi avevo
volutamente lasciato le chiavi delle catene a casa e sicura che
nessuno sarebbe andato a recuperarle per il poco tempo a
disposizione, saremo state costrette a restare incatenate nella
cantina per tutta la notte e forse anche il giorno seguente.
Legata
inseme alle mie amiche per tutto quel tempo mi sembrava di aver
realizzato un sogno, ero felice ed eccitata, il giorno successivo, il mio compagno è
tornato con le chiavi, ha liberato Serena la quale ha scoperto il mio
gioco, cosi prima ha liberato Martina e poi, invece di liberare anche me, mi ha fatto la romanzina e mi ha
lasciata incatenata nella mia cantina e prima di andarsene è salita
in casa ha preso del cibo e lo ha depositato per terra nelle mie vicinanze poi ha chiuso la porta a chiave e se n' è andata via
insieme ai nostri compagni.
Non
ero affatto dispiaciuta di restare ancora prigioniera, ma dal modo in
cui aveva agito mi si parava davanti una lunghissima detenzione e
quel poco cibo che aveva lasciato sul pavimento sarebbe stato
sufficiente solo per pochissimi giorni.
Quando avevo sistemato la
cantina avevo fatto murare l'unica finestrella che portava dentro un
po di luce perché non volevo che qualche curioso potesse sbirciare
dentro mentre ero intenta a giocare con le mie catene, ora tutto questo
si stava ripercuotendo contro di me, una volta che la porta
d'ingresso della "stanza dei giochi" fosse stata chiusa a
chiave la cantina restava completamente al buio, questo era
estremamente eccitante se rimanevo prigioniera per un breve periodo,
non avevo calcolato di restare rinchiusa per molto tempo perciò questo era un momento speciale in cui avrei messo
alla prova la mia resistenza, ma non sarebbe stato facile infatti
dopo pochissimo tempo sono entrata in uno stato di agitazione e paura
che non avevo neanche immaginato, l'apprensione e la paura si sono fatte strada
dentro di me inducendomi a pensare seriamente a quello che avevo tanto desiderato.
All'
interno della mia prigione, immersa nel buio più assoluto, l'unica
cosa che riuscivo a percepire era il terrificante rumore che
facevano le catene quando mi muovevo e per non sentirlo mi
costringevo a restare completamente immobile .
Non
riuscivo a calcolare il trascorrere del tempo e appena mi stendevo
per riposare i peggiori incubi entravano prepotentemente nella mia
mente e nonostante avessi volutamente programmato di restare legata con
le mie amiche per lungo tempo, non avevo messo nel conto la loro
vendetta e come realmente è accaduto, mi sentivo inerme e molto
impaurita, mi facevo coraggio pensando che presto Serena sarebbe
venuta a liberarmi ed una volta libera avrebbe gioito insieme a me in una nuova
avventura.
Dopo
un tempo interminabile, finalmente la porta si è aperta e con
immensa gioia ho visto la mia amica Serena entrare dentro la mia
cella, ha deposto vicino a me altre bottiglie d'acqua ed altro cibo,
poi è venuta vicino e mi ha accarezzato ha sfoggiato un cinico
sorriso che non prometteva niente di buono: "sono venuta a
liberarti, ma purtroppo ho dimenticato le chiavi, proprio come è
capitato a te, dovrò andare a casa a prenderle non preoccuparti
tornerò il prima possibile, tanto per te restare ancora legata non
può che farti piacere" ed è uscita chiudendosi ancora una
volta la porta alle spalle.
Ero
stanca, depressa e annoiata, avrei voluto chiedergli perdono per quello che le avevo fatto, l'avrei implorata di liberarmi, gli avrei dato tutto
quello che avesse voluto e se necessario mi sarei anche umiliata, ma
era talmente ferma sulle sue decisioni che non ho avuto il coraggio di pronunciare neanche una parola, la mia detenzione si è protratta
ancora per molti giorni in cui Serena
è tornata più volte per portarmi cibo ed acqua, ma tutte le volte
con una scusa rimandava la mia liberazione, poi finalmente quando
stavo per esaurire tutte le mie forze è comparso sulla porta il mio
compagno ed allora tutto è
cambiato..........................................
La
prima cosa che ho fatto appena sono tornata libera ho fatto
ripristinare la finestrella in modo da avere un po di luce, casomai
dovessi ancora restare nuovamente prigioniera per molto tempo, avevo
imparato la lezione.......................