Alcuni anni fa ho dovuto interrompere la pubblicazione su mio blog a
causa di una brutta avventura, molti seguaci mi hanno chiesto perché
avessi interrotto, ma io non avevo il coraggio di spiegare cosa fosse
successo, cosi ho fatto trascorrere un po' di tempo ed adesso che la
storia è passata nel dimenticatoio la posso raccontare.
Una
notte stavo rientrando a piedi da una festa, ero sola e camminavo con
passo spedito verso casa, dietro di me ho sentito dei passi ma in
quel momento non mi ero preoccupata piu di tanto, ho pensato che
poteva essere uno che come me stava rientrando a casa dopo essere
stato in compagnia di amici, quando sono arrivata all'altezza del
parco cittadino quello sconosciuto si è avvicinato notevolmente e
prima che potessi reagire mi ha bloccata con le sue mani forti
premendomi un fazzoletto imbevuto di anestetico sul volto, ho cercato
di reagire ma in pochi istanti sono svenuta.
Quando
mi sono risvegliata mi sono trovata in una cantina con una catena
intorno al collo chiusa con un lucchetto, ho provato ad allontanarmi
ma era impossibile, la catena era fissata ad un palo di sostegno
posizionato in mezzo alla stanza, ho subito pensato allo scherzo di
un mio amico il quale conoscendo le mie passioni aveva pensato di
farmi finire la serata in bellezza, poi mi sono resa conto che non
era cosi, quel luogo mi era completamente sconosciuto ed i suoni che
provenivano dall'esterno non li avevo mai sentiti, non riuscivo a
capire dove fossi capitata.
Mi
sono fatta le domande per tutta la notte senza capire quello che
stava succedendo e solo al mattino ho avuto la risposta che volevo,
appena il luogo dove mi trovavo è stato illuminato dal sole, uno
sconosciuto ha sceso le scale e si è parato davanti a me, non
l'avevo mai visto e con fare deciso mi ha detto che mi aveva rapita e
che sarei diventata la sua bambola che avrebbe esaudito tutti i suoi
desideri, gli ho subito risposto che non ero quella che lui
desiderava e non ci pensavo nemmeno lontanamente a fare quello che
desiderava, "non c'è nessun problema, niente desideri niente
mangiare", ha girato i tacchi e se n'è andato.
Ho
riflettuto molto sulla mia situazione, non era di semplice soluzione,
sebbene la catena ed il lucchetto che mi tenevano legata fossero
molto vecchi, erano sempre molto robusti, per cui fuggire era
impossibile, ho visto in lui una forte determinazione, non sarei mai
riuscita a convincerlo di lasciarmi andare, per cui se non cedevo ai
suoi voleri quel perfido ricattatore non mi avrebbe sicuramente
lasciata morire di fame, mio malgrado ero costretta a cedere al suo
ricatto.
Mi
ha lasciata tutta la notte e tutto il giorno successivo sola e legata
perché riflettessi sul mio destino, solo al mattino è sceso
portando con se del cibo e dell'acqua che ha appoggiato sugli
scalini, lontano da me, dove non sarei potuta ad arrivare ed ha
rinnovato la richiesta, ero distrutta, angosciata, avevo troppa fame
per cui ho dovuto cedere, avuto il mio consenso mi ha detto di
spogliarmi, casa che ho fatto con un groppo alla gola, ha raccolto i
miei vestiti e li ha attaccati ad un appendiabiti sulla parete, ben
lontano da me dicendo che non mi sarebbero più serviti, mi ha fatta
stendere per terra e mi ha scopata senza indugio, è venuto in
pochissimi istanti, neanche il tempo di assaporarlo, poi si è alzato
a preso il cibo e me lo ha appoggiato per terra vicino a me, "hai
visto quanto è stato facile, quando tornerò giù ti voglio trovare
ancor più disponibile altrimenti niente cibo", se n'è andato
soddisfatto del suo operato.
Avevo
una fame esagerata, ho divorato tutto senza pensare a nulla, poi ho
riflettuto sulla mia situazione ero totalmente soggiogata dal mio
rapitore, avrei dovuto sottostare ad ogni sua volontà e ad ogni suo
desiderio,, non avevo via d'uscita ero veramente nei guai, quel
giorno e sceso più volte e tutte le volte mi ha scopata, senza
rispetto e senza una briciola di sentimento.
Questo
modus operandi si è ripetuto costantemente nel tempo, scendeva, mi
scopava e mi dava del cibo quasi fosse un premio, dal canto mio ero
arrabbiatissima non solo dovevo sottostare ai suoi voleri ma la cosa
che mi faceva indispettire di più era che non riusciva a fare una
scopata decente, se almeno fosse stato in grado di farmi ameno
godere, forse avrei anche potuto perdonarlo ed invece mi faceva
talmente incazzare che se avessi potuto lo avrei ucciso li sul posto,
nel frattempo studiavo il modo per poter uscire da quella brutta
situazione.
Nel
tempo passato ad aspettare che scendesse per le sue sveltine
quotidiane, valutavo e memorizzavo ogni dettaglio che mi potesse
tornare utile per la mia fuga, avevo registrato nella mia mente che
dopo avermi portato la colazione e la sua piccola sveltina si
allontanava da casa, e tornava solo a pranzo, nel pomeriggio restava
in casa ed usciva raramente, la notte andava a dormire tardi e fino
al mattino successivo in casa non c'era attività, certamente viveva
da solo ed il momento più propizio per la mia eventuale fuga era al
mattino, ma dovevo trovare un modo per liberarmi dalla catena.
Era
trascorso circa un mese e mezzo da quando ero stata rapita ed in ogni
momento cercavo un modo per fuggire, poi una notte ho sentito un
contenitore cadere per terra con un gran rumore, molto probabilmente,
essendo rinchiusa in una cantina qualche topo c'era senz'altro e
rovistando aveva fatto cadere un contenitore con il suo contenuto,
appena è arrivato il giorno ho notato il contenitore caduto e vicino
alcuni piccoli chiodi che esso conteneva, mi sono precipitata a
raccoglierli e subito nasconderli, appena se n'è andato dopo avermi
portato la colazione e fatto la sua scopatina ho preso un chiodo ed
ho provato ad aprire il lucchetto, ho impiegato tutto il giorno ed
alla fine ci sono riuscita.
Ho
atteso con ansia che tornasse, che passasse tutto il giorno e la
notte durante le quali ho programmato la mia fuga, la mattina
successiva, come al solito è sceso ha potato da mangiare, mi ha
scopato e se n'è andato, ho lasciato passare un po' di tempo e
quando sono stata sicura che in casa non c'era nessuno mi sono
liberata dalla catena, sono salita in modo silenzioso in casa ed
appena sono stata certa che non c'era nessuno ho aperto una finestra,
poiché la porta era chiusa a chiave, sono saltata fuori ed ho
iniziato a correre, nella corsa mi sono resa conto che mi trovavo a
circa un chilometro da casa mia, ho corso come una pazza per
raggiungere la salvezza.
Avevo
appena raggiunto casa quando ho sentito un forte boato, mi sono
girata ed ho visto una grossa colonna di fumo che proveniva dalla
direzione da cui ero fuggita, agitatissima e piena di paura mi sono
chiusa in casa, chiudendo a doppia mandata la porta di casa.
Nei
giorni successivi ho scoperto che l'incendio era avvenuto proprio
nella casa dove ero tenuta prigioniera, il proprietario era deceduto
nell'incendio, nessuno aveva capito le cause dell'incendio, solo io
ho capito che era successo, certamente appena ha notato che ero
fuggita ha capito che non avrebbe avuto scampo ed avrebbe pagato a
caro prezzo le sue nefandezze ed ha agito di conseguenza incendiando
la casa, solo io ero a conoscenza di cosa era successo, ma visto che
il mio rapitore era bruciato con la sua casa, non ho voluto rivelare
quello che sapevo e me lo sono tenuto per me.
Solo
adesso che è passato molto tempo dal fatto posso raccontarlo e
sperare che certe cose non accadano mai più.