28 febbraio 2020

Il mercatino dell' usato


Una sera eravamo in giro per shopping e Serena è voluta passare dal Mercatino dell' usato, non mi era mai piaciuto era pieno di vecchi oggetti inutili ed inservibili ma per farla contenta ho accettato di seguirla, la merce esposta come avevo previsto era tutta vecchia ed usata, alcuni pezzi ormai logori e rugginosi potevano essere acquistati solo da qualche amatore ed usati tutt' al più come soprammobili, in tutto il negozio c' era quel caratteristico odore di stantio che mi ricordava l' odore caratteristico di alcune cantine dove ero stata più volte legata e rinchiusa durante i miei giochi, senza avere un' idea chiara di cosa stessimo cercando abbiano girato per tutto il negozio nella speranza di trovare qualcosa di particolare.
Nel suo perlustrare Serena ha notato in un angolo un piccolo groviglio di catene, me l' ha indicato e ad un' attenta ispezione  ho capito che poteva trattarsi di catene usate nei secoli scorsi per incatenare i prigionieri, ma viste le piccole dimensioni dei ceppi dovevano essere state usate per legare mani e piedi di una donna, erano grossomodo simili a quelle in mio possesso che io definisco "le catene degli schiavi" ma molto più pesanti e molto più vecchie, alla loro vista mi sono eccitata, dovevano essere mie, ero disposta a spendere qualunque cifra, già mi immaginavo incatenata e rinchiusa nella più tetra prigione.
Vista la mia grande frenesia, Serena mi ha subito bloccata, voleva essere lei a trattare l' acquisto, si è rivolta al commesso facendogli un' infinità di domande alle quali ha risposto con grande professionalità, ha voluto capire il funzionavano e voleva una prova dimostrativa su di me, il commesso preso alla sprovvista da una simile richiesta prima è rimasto turbato poi ha ricordato alla mia amica che erano pezzi molto vecchi ed avevano bisogno di essere ripuliti e lubrificati e revisionati da un esperto perché se nel' uso improprio si fossero bloccati ed era la cosa più logica  per aprirli occorreva l' intervento di un fabbro.
A Serena delle difficoltà della rimozione non importava nulla, ormai era in uno stato di euforia ed eccitazione molto più elevato del mio ed avrebbe fatto qualsiasi cosa per incatenarmi li seduta stante ma visto che sia io che il commesso non eravamo d' accordo ha desistito dall' effettuare la prova, ha concluso l' acquisto pagando quanto richiesto, il commesso ha messo le catene in una cassetta di legno ed ha consegnato le chiavi per aprire le catene raccomandandogli, vista la sua grande euforia, a non rompere la chiave perché non esisteva il ricambio.
Abbiamo caricato la cassetta contenente le catene sulla macchina e ci siamo dirette subito a casa di Serena, arrivate e scaricato il prezioso contenuto senza indugiare ha preteso di incatenarmi seduta stante e nonostante gli ricordassi le parole del commesso ha voluto usare subito quelle splendide catene su di me, mi ha fatta sedere ed ha chiuso il primo ceppo intorno alla mia caviglia, era rugginoso e si chiudeva a fatica, ma non ha desistito, ha preso un martello e con qualche colpetto ha fatto scattare la serratura, stessa cosa a fatto con l' altra caviglia e poi con i polsi, in pochi attimi ero incatenata come una schiava del settecento, pronta per la mia aguzzina.
Legata mani e piedi mi ha trascinata per la catena portandomi in giro per tutta la sua casa, le piaceva avermi al guinzaglio, la faceva sentire la padrona ed io ero felice di essere la sua schiava, abbiamo giocato tutto il pomeriggio, verso sera le ho chiesto di liberarmi, ha preso la chiave l' ha infilata nel buco ed appena ha provato a girarla si è spezzata in due, impossibile estrarla ed utilizzarla, ero incatenata e non c' era nessuna altra possibilità di liberarmi da quelle catene, mi sono sentita persa non sapevo come fare, anche perché sarei dovuta tornare a casa già da un bel po'.
Serena ha chiamato il mio compagno dicendogli che sarei restata a dormire da lei poi raccolta la lunga catena collegata ai ceppi mi ha portata nel suo seminterrato e mi ha incatenata ad un anello fissato sul muro, "non essere impaziente e goditi la serata, appena torna mio marito gli chiederò di liberarti ma fino ad allora sarai la mia prigioniera e sono certa che questo ti piacerà", ha chiuso la porta lasciandomi sola al buio ed incatenata.
Suo marito è tornato molto tardi, è sceso giù ha guardato le catene ed ha sorriso, sono molto belle ma per rimuoverle non sarà facile, occorrerà molto tempo, dovrò costruire una muova chiave e questo lo posso fare solo domani, non ti resta che pazientare, anche lui se n' è andato lasciandomi nuovamente  sola ed incatenata.
Ho passato tutta la notte sognando di essere una schiava in attesa di essere venduta e questo mi ha fatto trascorrere una magnifica nottata, al mattino il marito di Serena e sceso, ha estratto la chiave rotta e se n' è andato, nel tardo pomeriggio è ritornato con in mano la nuova chiave, l' ha infilata nel buco ed ha provato a girarla, funzionava alla perfezione, ma invece di aprire le mie catene l' ha estratta dicendomi che c' era qualcosa da pagare............... ho capita al volo cosa intendeva, mi sono inginocchiato e gli ho regalato un meraviglioso pompino prima che mi restituisse la libertà....................