24 marzo 2012

La caccia al tesoro

Con le mie amiche Claudia, Martina e Francesca sono stata invitata a passare un fine settimana a casa di Serena la quale, conoscendo i nostri gusti, un po' speciali, ha organizzato il gioco della caccia al tesoro in modo molto particolare, sostanzialmente si svolgeva come il classico, avremo dovuto trovare e decifrare i messaggi nascosti nei vari punti della casa per arrivare al tesoro, ma lo dovevamo fare legate ed incatenate l' una alle altre ed il premio finale consisteva nella chiave che serviva per liberarci dalle catene e riacquistare la libertà.
Serena, certa e consapevole che la sua proposta sarebbe stata accettata con entusiasmo aveva organizzato tutto con largo anticipo disponendo nei punti strategici i famosi biglietti da decifrare, cosi appena arrivate a casa ci ha illustrato cosa aveva organizzato e noi entusiaste per la sua trovata davvero originale abbiamo accettato con molto piacere.
Pronte per iniziare immediatamente un gioco che ci avrebbe appagato completamente, Serena ha provveduto ad incatenarci con delle manette bloccate su una lunga catena per tenerci tutte unite ed i leg irons per crearci difficoltà nei movimenti, era la prima volta che eravamo incatenate insieme e questo ci rendeva particolarmente euforiche, per camminare e spostarci non era facile, dovevamo collaborare sincronizzando i nostri movimenti e trovato il giusto ritmo ci siamo divertite a passeggiare per la casa e per il giardino procedendo in fila indiana accompagnate da quel fantastico suono che le catene emettono durante i nostri passi, quel procedere incatenate era troppo bello ed eccitante e nessuna di noi aveva voglia di mettersi alla ricerca del tesoro (le chiavi per liberarci) ci avremo pensato in seguito adesso non volevamo interrompere il nostro divertimento, neppure il pranzo ci ha distolto dal nostro piacere e sempre incatenate tra di noi siamo riuscite a sederci a tavola e mangiare con molta difficoltà e nonostante le catene limitassero molto i nostri movimenti e questo è stato il pranzo più gustoso ed eccitante che avessi mai fatto.
Finito di mangiare, Serena, forse indispettita dal nostro atteggiamento rinunciatario della ricerca del tesoro ha deciso di andarsene lasciandoci legate e precisando che non ci avrebbe aiutato a toglierci le catene, l' unico modo per farlo era trovare le chiavi seguendo le indicazioni nascoste nei vari punti nella casa e nel giardino.
Solo nel tardo pomeriggio quando abbiamo capito che non sarebbe tornata abbiamo deciso che dovevamo per forza trovare le chiavi, abbiamo preso e decifrato il primo biglietto recandoci nel luogo indicato per trovare il secondo, poi il terzo e cosi via, le indicazioni ci facevano andare una volta in casa una volta nel giardino e per fare questi spostamenti si impiegava molto tempo e molta fatica per via delle catene che legavano ognuna di noi, ma nonostante tutto era molto divertente e piacevole, quando siamo arrivate alla postazione dieci, era ormai sera ed il biglietto ci indicava di scendere nel dungeon di Serena dove, dentro la cella avremo trovato l' undicesimo biglietto, forse l' ultimo.
Stanche per il lungo pellegrinare siamo finalmente arrivate nel dungeon, il cancello della cella era accostato e sulla parete in fondo, di fronte al cancello, c' era attaccato il biglietto, per poterlo prendere siamo dovute entrare tutte e quattro all' interno della cella e nel momento in cui lo staccavamo dal muro, pronte per leggerlo, il cancello, a effetto della molla di chiusura automatica montata a nostra insaputa, si è chiuso facendo scattare la serratura, ci siamo guardate attonite, abbiamo provato ad aprirlo ma era chiuso saldamente la serratura era scattata e non c' era nessuna chiave che lo potesse aprire, leggendo il biglietto abbiamo avuto la conferma che eravamo cadute in una trappola che la nostra amica aveva organizzato ed il fatto che se ne fosse andata via costringendoci alla ricerca della chiave lo dimostrava, nel biglietto c' era scritto: "Carissime siete giunte al termine del gioco, ma purtroppo avete impiegato troppo tempo e la porta che si è chiusa alle vostre spalle ha una serratura look time e non si  riaprirà prima di domani alle ore 16, per cui rilassatevi, non riuscirete mai ad aprirla prima del tempo stabilito, godetevi questa dolce permanenza miei dolci tesori.
Siamo rimaste per essere cadute cosi ingenuamente in trappola, ma non c' era alternativa saremo rimaste rinchiuse fino al giorno successivo, le mie amiche erano un po' contrariate, non gradivano questo imprevisto, io al contrario ero molto felice ed eccitata, restare incatenata ed imprigionata ancora per un lungo periodo con le mie amiche mi riempiva di felicità.
Solo dopo il tempo stabilito la serratura è scattata permettendoci di uscire prendere le chiavi, che ironia della sorte erano appese in bella vista fuori dalla cella ed impossibili da arrivarle da dentro, aperte tutte le serrature abbiamo potuto riacquistare la nostra libertà.
Il week end è stato magnifico nonostante il lungo periodo rimasta imprigionata, i polsi e le caviglie erano doloranti e trascorrere tutto quel tempo incatenata alle mie amiche l' ho trovato molto entusiasmante, non vedo l' ora di poterla ripetere quanto prima ..............

6 marzo 2012

La casa dei fantasmi

Serena aveva acquistato una vecchia casa in campagna con l' intento di ristrutturarla, quel pomeriggio, libere da impegni, eravamo andate a vistarla, mi piacciono le vecchie case perché al loro interno possono celare molti segreti, quando siamo arrivate ho subito notato che più di una casa era un rudere, disabitata da molti anni con porte e finestre rotte e molti muri fatiscenti, una volta restaurata sarebbe stata splendida, mi ha detto che all' interno aveva trovato qualcosa di speciale e che doveva farmela vedere, piena di eccitazione e curiosità l' ho seguita in casa e poi nel seminterrato dove aperta una porta siamo entrate in un piccolo locale buio senza finestre, non capivo cosa avesse di speciale sembrava un comune ripostiglio dentro una cantina, poi Serena ha raccolto da terra una catena con attaccati dei ceppi per incatenare mani e gambe di un prigioniero ed allora ho capito che quel locale serviva da prigione oppure il vecchio proprietario aveva i nostri stessi gusti.
Ho preso in mano quelle catene, erano pesanti e piene di ruggine, segno che era da molto tempo che non venivano usate, ho provato un brivido, sarebbe stato molto eccitante metterle sui miei polsi, non ho resistito ho messo i miei polsi dentro e con una lieve pressione, nonostante le cerniere fossero logore dal tempo, ha permesso di unire le due metà, era fantastico, emozionante, sembrava di essere tornati indietro nel tempo, Serena ha raccolto un ferro dalla forma a T, era la chiave per chiudere i ceppi ed io emozionatissima ho teso le mani affinché bloccasse quelle catene sui me.
Affascinata da quel luogo sinistro osservavo Serena mentre chiudeva con quel ferro il meccanismo che bloccava le catene, ha chiuso i ceppi alle caviglie poi quelli dei polsi e l' ha fatto con tanto vigore e forza che la chiave, vecchia e rugginosa, si è spezzata, in un primo momento ci siamo messe a ridere, l' idea di rimanere incatenata era bellissima ed eccitante ma quando mi ha detto che non esisteva una chiave di riserva ho iniziato a preoccuparmi benché vecchie e rugginose le catene non si sarebbero aperte senza una chiave, la sua faccia è divenuta seria, impacciata, presa dall' eccitazione del momento non aveva calcolato che la chiave ormai logora dal tempo si sarebbe spezzata, le dispiaceva avermi cacciato in quella situazione ma avrebbe subito rimediato andando di corsa da suo marito per farsela aggiustare,  "non ti preoccupare farò presto ma per maggior sicurezza chiuderò la porta a chiave cosi nessuno ti potrà importunare". 
Non avevo scelta, la mia libertà dipendeva solo da lei, dovevo per forza aspettare che tornasse con la chiave riparata, ho sentito la porta chiudersi e la serratura scattare più volte, senza volerlo mi trovavo prigioniera in un luogo buio con un cattivo odore di muffa saturava l' aria, non mi sentivo a mio agio come lo ero stata in altre situazioni simili, mentre aspettavo con ansia il ritorno della mia amica me ne stavo rannicchiata in un angolo cercando di restare immobile per paura che un mio movimento potesse essere sentito da un ignoto abitante della casa e nonostante la casa fosse disabitata e pericolante nella mia mente si era instaurato il pensiero che fosse abitata dagli spiriti dei vecchi proprietari, immersa nei miei assurdi pensieri e stremata dall' attesa della mia amica mi sono addormentata.
Non so quanto tempo ho dormito, ma un soffio di aria gelida mi ha svegliata, poi ho udito dei passi al piano di sopra accompagnati da un suono molto familiare, come se avesse le caviglie incatenate e fuori dal locale aldilà della porta della mia prigione degli ululati che echeggiavano in tutta la casa, sono stata presa dal panico, il terrore ha invaso il mio corpo, avrei voluto gridare con quanto fiato avevo in gola ma la paura di essere scoperta mi chiudeva la bocca, rannicchiata in un angolo ed immobile per non fare il più piccolo rumore assistevo inerme al ripetersi di questi strani eventi mentre un sudore freddo bagnava tutto il mio corpo il mio cuore batteva come impazzito per la paura.
Non credo ne ai fantasmi ne agli spiriti maligni, ma la situazione che stavo vivendo mi faceva credere il contrario, rinchiusa ed incatenata in quel luogo buio, tetro e sinistro, costretta a subire quegli eventi che continuavano incessantemente e se per un momento si attenuavo ripendevano poi con maggior vigore ed intensità facendomi agitare e tremare di paura oltre ogni limite.
Quando finalmente è giunto il giorno, ho sentito aprire la porta tutto è cessato come per incanto, Serena è apparsa agitando in mano una chiave nuova con la quale mi ha liberato, ho cercato di sorridere, non avevo il coraggio di raccontare quello che era accaduto in sua assenza, tutti i miei incubi e le mie paure, una volta libera, appena varcata la soglia della cella davanti hai miei occhi ho visto tutti i nostri amici che applaudivano e festeggiavano, non riuscivo a capire perché fossero li ad applaudire ma quando in coro mi hanno chiesto se avessi passato una notte piacevole ho capito che erano stati loro ad organizzare tutta quella sceneggiata, per l' emozione non sono riuscita a dire una sola parola, ma per l' emozione ho pianto copiosamente,  avevano organizzato tutto nei minimi dettagli, mi avevano fatto passare una notte indimenticabile ed adesso..................................... con molta probabilità gli chiederò di farmelo rivivere......................