29 settembre 2018

Il deposito dell' acqua

Della mia collezione fanno parte due splendide paia di manette Hiatt Darby 104-N e Hiatt Darby 104-N Long, sono bellissime, lucenti e molto pesanti, mi piace molto utilizzarle per i miei giochi ma hanno un piccolo difetto, molte volte per cause che non riesco a capire, non hanno nessuna intenzione di aprirsi e solo dopo numerosissimi tentativi riesco a liberarmi, è una cosa noiosa e pericolosa, potrei restare incatenata per un periodo lunghissimo e costretta a chiedere aiuto cosa che non ho nessuna voglia di fare.
Per rimediare a questo piccolo inconveniente l’ unico che mi può aiutare è il mio amico Carlo, cosi gli telefono e gli chiedo se posso andare da lui e se può rimediare questo piccolo difetto, mi dice di raggiungerlo presso la sua abitazione e cercherà di riparare il difetto.
Arrivata a casa di Carlo, lo trovo impegnato a ripulire un deposito che raccoglie l’ acqua piovana situato sotto il piazzale al quale si accede attraverso un chiusino grigliato, incuriosita mi avvicino e guardo dentro, sotto la pavimentazione stradale c’ è un locale di circa tre metri per tre, non è molto alto ma ci si può stare comodamente seduti, l’ ho subito paragonato ad una cella sotterranea nella quale i prigionieri ribelli venivano rinchiusi e provavo un forte desiderio di provare l’ emozione di essere rinchiusa li dentro.
Ho manifestato il mio desiderio a Carlo, il quale mi ha detto che non c’ era nessun problema, potevo utilizzarlo per tutto il tempo che volevo, gli ho chiesto se mi riparava in fretta le mie manette cosi da poterle utilizzare nella mia avventura dentro il suo deposito, andiamo nella sua officina ed in poco tempo ripara i miei ferri, ritorniamo nel piazzale e mi aiuta a scendere dentro il deposito, una volta all’ interno rimango estasiata, è un posto umido, tetro, quasi irreale, lo trovo estremamente eccitante, non riesco a stare in piedi, mi metto seduta e guardo verso l’ alto, vedo la luce del sole attraverso il buco sul soffitto, quello dal quale sono entrata è paragonabile ad una cella delle torture come avevo immaginato.
Al colmo dell’ eccitazione mi spoglio e getto i miei vestiti in un angolo, chiedo a Carlo di passarmi i miei ferri, non perdo tempo, mi metto seduta con le gambe incrociate e li chiudo senza indugio sulle mie caviglie, intreccio le catene delle manette e mi ammanetto i polsi, in un attimo sono bloccata ed incatenata dentro quella umida cella, mentre sto realizzando la mia situazione, Carlo chiude l’ ingresso con un chiusino grigliato, sto iniziando ha provare una forte e piacevole sensazione di benessere, alzo gli occhi e guardo attraverso la griglia, vedo il cielo a quadretti è estremamente eccitante sembrava di essere rinchiusa in una vera e profonda segreta.
Sono trascorse alcune ore da quando sono stata rinchiusa nel deposito sotterraneo, ho fantasticato per tutto il tempo immedesimandomi con i più svariati personaggi della mia fantasia, dall’ assassina seriale alla fanciulla rapita in attesa del riscatto e non ho fatto caso che dentro la cella in cui mi trovavo era diventa buia, guardando in alto ho visto che il sole era coperto da grosse nuvole ed improvvisamente ha iniziato a piovere, in un primo momento non mi sono preoccupata, ero al riparo, ma da un buco su una parete laterale ha iniziato ad entrare una grossa quantità d' acqua che invadeva tutto il deposito e piano piano iniziava a salire, sono trasalita, ho iniziato ad avere paura, presto mi avrebbe sommersa se non usciva da quel buco forse sarei annegata, ho cercato in tutti i modi di liberarmi per uscire, ma le manette non si sarebbero mai aperte senza la loro chiave e quella era in mano del mio amico, allora mi sono messa a gridare cercando di richiamare la sua attenzione per aiutarmi ad uscire da li, ma nonostante gridassi con quanto fiato avevo in gola nessuno veniva in mio aiuto ed intanto l' acqua saliva inesorabilmente.
L’ acqua raggiunto il livello del mio collo come per miracolo si è fermata nonostante dal tubo continuasse ad entrare, mi sono resa conto che stava uscendo da un’ altra parte e che quello era il livello, massimo che poteva arrivare, mi sono colmata, non sarei morta affogata, ma volevo comunque uscire dalla mia cella, ho continuato a gridare chiedere aiuto fino a quando ho visto il mio amico Carlo attraverso la griglia del coperchio, era sorridente, soddisfatto, ha lasciato cadere le chiavi e se n’ è andato.
Mi sono subito messa alla ricerca delle chiavi ma non era una cosa facile, non riuscivo a vederle ne potevo abbassarmi perché avevo l’ acqua alla gola e le mani incatenate alle caviglie non favorivano la loro ricerca, ho tastato e frugato per tutto il fondo del deposito con estrema difficoltà poi finalmente dopo moltissimo tempo sono riuscita a trovarle e liberarmi, felice di uscire da quella prigione mi sono alzata in piedi per uscire, ho appoggiato le mani sulla griglia per sollevarla ma era estremamente pesante che non ci sono riuscita, indispettita ed arrabbiata ha chiamato a gran voce affinché qualcuno venisse in mio aiuto, ma non ho avuto nessun aiuto, il mio carissimo amico mi ha lasciata dentro quel tugurio per tutta la notte e vi assicuro non è stata una passeggiata.
Ma perché mi sto lamentando, in fondo cerco sempre avventure estreme, i miei amici lo sanno e si adoperano per accontentarmi e quando tutto questo accade  non devo lamentarmi ma solo gioirne………………………………..