25 ottobre 2020

La vendetta delle mogli

  E' ben noto a tutti i miei amici il mio modo di essere e di comportarmi e fino ad ora nessuno ha avuto modo di risentirne o di sentirsi offeso, certo, non mi faccio scrupolo di andare a letto con qualche marito o compagno di una mia amica, ma tutto resta confinato in una occasione particolare e dopo tutto ritorna come prima, non ho mai avuto il sospetto che qualche mia amica ne fosse risentita fino a qualche giorno fa.
Il gruppo delle mie amiche hanno organizzato una cena, esclusivamente donne, nella casa sulla collina, avuta in prestito per l' occasione del mio amico Filippo, questo incontro avrebbe favorito un riavvicinamento e rafforzato la nostra amicizia, in quanto molte di noi si erano trasferite per vari motivi altrove.
Ci siamo ritrovate tutte intorno ad un tavolo lautamente imbandito ed abbiamo iniziato a mangiare e bere copiosamente ricordando le nostre avventure, dopo alcune ore, dopo aver scolato numerose bottiglie i freni inibitori erano praticamente scomparsi, qualcuna raccontava fatti ed esperienze personali, qualcuna con astuzia e grande perizia pretendeva che venissero raccontati fatti privati, piccanti, dalle altre, pretendendo di conoscere tutti i segreti nascosti che ognuno ha nella propria coscienza.
Tutto è andato avanti fino a notte fonda, quando una mi ha rivolto una specifica domanda, mi ha chiesto se conoscevo questa casa ed i suoi segreti, non capivo cosa intendesse per segreti, ha detto che sapeva di una stanza nascosta e di quello sarebbe accaduto al suo interno, ho capito subito dove voleva arrivare, ma io non avevo rivelato a nessuno dei miei giorni passati incatenata nella cantina, forse a divulgare quanto successo doveva essere stato solo il proprietario, ho fatto finta di non sapere nulla, ma la mia amica mi ha chiesto esplicitamente se sapevo dell' esistenza di una cantina, al che ho dovuto rispondere di si.
Alla mia risposta affermativa, tutte in coro, hanno preteso di vederla, nonostante trovassi scuse quali non ero autorizzata, non avevo la chiave ecc... sono stata costretta a farla visitare, siamo uscite dalla casa, percorso il piazzale antistante ed una volta aperto il grasso portone siamo scese nella cantina, ero imbarazzata, non mi piaceva che le mie amiche venissero a conoscenza delle mie avventure passate laggiù dentro, ma allo stesso tempo ad ogni scalino avevo un sussulto, il ricordo dell' ultima avventura mi stavo eccitando, ma allo stesso modo mi sentivo in forte imbarazzo di fronte a loro.
Sceso l' ultimo scalino ci siamo trovate davanti quella cella che tanto mi aveva fatto soffrire ed impazzire di felicità, la mia amica con fare autoritario mi ha spinta dentro dicendomi: "visto che sei un' esperta ed una habitué di questo luogo facci vedere quello che c' è all' interno e come si usa", avevano scoperto il mio segreto, cosi mi sono lasciata andare, sono entrata ed ho illustrato tutti gli oggetti che erano al suo interno, "non essere timida, dacci una dimostrazione, siamo curiose", cosi incitata ho raccolto da terra la lunga catena fissata al muro da cui pendevano dei grossi ceppi i quali li ho bloccati ai miei polsi ed alle caviglie, poi ho mostrato le mie braccia in modo che tutte vedessero, ho fatto vedere loro che una volta chiusi senza la chiave era impossibile fuggire, pensavo che la dimostrazione fosse finita, mi sono chinata per raccogliere la chiave per liberarmi ma la mia amica è stata più veloce di me, l' ha raccolta e sventolata sotto il mio naso, tutte ridevano ma non erano soddisfatte, quel sorriso sui loro volti non preannunciava niente di buono.
La mia amica ha sentenziato: "Tu usi questi luoghi per il tuo divertimento, ma soprattutto per scopare con i nostri uomini e questo a tutte noi non piace, abbiamo deciso che per quello che ci hai fatto devi essere punita, ti lasceremo qui rinchiusa a scontare la tua pena e non sarà breve.....", sono scoppiata a piangere pregandole le liberarmi adducendo che avevo degli impegni irrevocabili, ma tutto è stato inutile, hanno chiuso la porta a chiave e se ne sono andate lasciandomi sola e legata nella mia cella.
Nei giorni successivi, al mattino, veniva una delle complici a portarmi del cibo e dell' acqua e poi se ne andava senza nemmeno scambiare una parola, al contrario i loro uomini, venuti a conoscenza del fatto si sono organizzati e puntualmente al pomeriggio si presentavano con cibi e bevande, poi dopo il banchetto iniziava la festa a base di sesso che andava avanti fino a notte, da quella situazione assurda ne uscivo pienamente soddisfatta, non solo continuavo a scopare con i loro compagni ma lo facevo nel modo che più mi piaceva senza che loro sospettassero minimamente ciò che accadeva dopo che se ne erano andate.
Qualcuno avrebbe voluto liberarmi per porre termine a questa assurda vicenda, ma io mi sono opposta, non volevo dare la soddisfazione di essermi pentita nei loro confronti, ma soprattutto non volevo che quelle "orge" terminassero, la situazione era troppo eccitante e goduriosa per interromperla, cosi sono stata al gioco ed ho aspettato fino a quando, convinte di avermi punito abbastanza, mi hanno liberato.
Dopo questa incredibile esperienza continuerò senza tregua a scopare con i loro mariti e compagni e spero vivamente che se ne accorgano e mi puniscano ancora allo stesso modo.....................


25 luglio 2020

Un acquisto molto speciale

Mentre ero in giro a fare shopping ho incontrato la mia amica Serena, l' ho vista un po' turbata, gli ho chiesto perché fossi così preoccupata, mi ha risposto che il suo compagno ha acquistato un' attrezzatura un po' speciale e voleva che io la usassi, ma non ho avuto il coraggio, non mi sentivo sicura, visto che tu sei un' esperta di questo genere di cose, perchè non vieni a casa mia così mi dai un parere.
Non avevo idea di cosa avrei trovato, ma ho ritenuto l' invito molto allettante, così ho accettato ed insieme siamo andate a casa sua, mi ha portata in una cameretta spoglia di qualsiasi mobilio e posizionato a ridosso di una parete un grosso materasso contornato da grossi tubi di metallo collegati tra loro e nei punti di congiunzione grossi anelli, ho capito subito che servivano per legare qualcuno a spread-eagle, sul pavimento, accanto al materasso, due paia di manette in purissimo acciaio, un plug anale, un grosso vibratore, una ball-gag e delle grosse cinture di cuoio che una volta indossate avevano lo scopo di far restare in loco il plug ed il vibratore.
Un' attrezzatura magnifica, molto eccitante, ma al contrario la mia amica Serena non gradiva, la riteneva troppo costrittiva ed il solo pensiero di usarla la rendeva insicura e piena di paure, ho provato a fargli capire che l' uso sarebbe stato molto eccitante per lei sia per il suo compagno, ma tutto è stato inutile, al che mi ha proposto: "visto che per te e tanto eccitante perchè non provi ad usarla tu?", è stato come un fulmine a ciel sereno, non ho perso tempo, mi sono spogliata immediatamente togliendomi tutti gli abiti e lasciando solo gli stivali che stavo indossando sicura di vivere qualcosa di eccezionale, non avrei rinunciato per nulla al mondo a quell' invito inaspettato.
Per prima cosa ho allacciato intorno alle caviglie due strisce di cuoio che sarebbero servite poi a bloccare le gambe al letto, poi ho raccolto il plug anale e dopo averlo ben lubrificato me lo sono infilato nel culo, la stessa cosa con il grosso vibratore, lubrificato ed infilato al suo posto dentro la mia fica, è stata la volta delle grosse strisce di cuoio chi formavano una specie di mutanda, una volta indossate impedivano ai due oggetti dentro di me di poter uscire, era una sensazione bellissima.
Mi sono seduta sul materasso ed ho bloccato le caviglie agli angoli dell' intelaiatura con una grossa spilla di metallo, raccolta la ball gag dopo averla leccata e lubrificata con gusto l' ho messe in bocca allacciandola dietro la testa ed infine ho chiuso le manette sui polsi, poi mi sono distesa ho trovato una posizione comoda, ho allargato le braccia ed ho chiuso le manette ai grossi occhielli fissati agli angoli del telaio sopra la mia testa.
Il ticchettio delle manette che si chiudevano, la forzata immobilità mi stavano procurando un principio di orgasmo interrotto da un' azione della mia amica, la quale in silenzio aveva seguito tutta la preparazione senza proferire parola, aveva raccolto un grosso sacchetto di juta, del quale io non avevo notato la presenza, me lo ha infilato in testa e me lo ha allacciato sul collo, sono rimasta completamente al buio, quella situazione non mi piaceva, mi sono agitata, ho cercato di gridare ma tutto era inutile ero nelle sue mani e non sapevo minimamente quale erano le sue intenzioni, dopo attimi di trepidazioni, ho sentito la mia amica allontanarsi, mi sono ritrovata legata, imbavagliata ed incappucciata, se mi avesse detto veramente le sue intenzione mi sarei goduta moltissimo quell' avventura, ma essendo all'oscuro delle sue azioni mi trovavo in uno stato di agitazione totale, trepidante ed impaurita.
Saranno passate circa due ore da quando mi ero imprigionata in quel letto, il silenzio e la solitudine mi avevano procurato attimi di angoscia, solo il vibratore che era dentro di me, mi concedeva attimi di felicità quando automaticamente, per un breve periodo, entrava in funzione, poi improvvisamente ho sentito dei passi avvicinarsi, due mani accarezzare il mio corpo, ho cercato di ritrarmi quando ho capito che erano le mani di un uomo, ma tutto era inutile, alla mia reazione l' uomo ha cercato di tranquillizzarmi dicendomi: "tesoro, finalmente ti sei convinta, sono felice che tu abbia accettato la mia proposta, vedrai che sarà una cosa magnifica, la ricorderai con moltissimo piacere", ho riconosciuto la voce, era del marito della mia amica, siamo di corporatura simile e con il cappuccio sulla testa mi aveva scambiata per lei e non ero in grado di farglielo capire, un vero pasticcio, non per colpa mia ma della fottutissima Serena, mi sono rassegnata e mi sarei goduta tutto quello che era destinato a lei.
Dopo aver accarezzato il mio corpo piacevolmente, mi ha liberato dalle strisce di cuoio che bloccavano i vibratori, e preso quello che avevo dentro la fica lo ha estratto per poi rinfilarlo nuovamente e lo ha fatto numerose volte fino a farmi venire copiosamente, poi è salito su di me e mi ha scopato veramente di brutto, ero estasiata, eccitata, godevo come poche volte mi era capitato, era un toro, instancabile, nella sua cavalcata sono venuta più e più volte, solo dopo un tempo interminabile finalmente mi ha riempita con il suo seme, incredibile non riuscivo a pensare che cosa si era persa la mia amica.
Dopo l' egregia scopata, mi ha infilato nuovamente il vibratore dentro la fica e riallacciato le strisce di cuoio, tutto come aveva trovato, felice e sorridente è uscito, sono rimasta a godermi i postumi goderecci per almeno un' altra ora, poi è tornata Serena e facendo finta di nulla, senza chiedermi se mi fosse piaciuto o fossi irritata per la lunga permanenza nel modo in cui ero legata, mi ha liberata; gli ho detto che era stata un' esperienza bellissima ed eccitante e che avrebbe dovuto provare anche lei, non ne era molto convinta e mi ha liquidato e mi ha liquidato con un "vedremo.....".
Mi sono chiesta più volte se fosse stata d' accordo con il marito o non si fosse veramente accorta di nulla, sono certa che questa risposta la riceverò molto presto...........
















24 maggio 2020

la casa sulla collina 3 parte



La casa, finalmente, era stata completamente ristrutturata, adesso non rimaneva altro che inaugurarla con una magnifica festa e Filippo ha organizzato qualcosa di veramente eccezionale, invitando tutti i suoi amici per festeggiare la fine dei lavori.
Ci siamo ritrovati tutti, un sabato, alla casa sulla collina e per prima cosa, da buon padrone di casa, ha fatto da Cicerone, facendoci visitare tutta la casa e spiegando nei dettagli tutte le innovazioni che aveva adottato per renderla confortevole utilizzando le più moderne tecnologie, poi dopo aver girato il lungo e largo e visionato ogni piccolo anfratto siamo andati nel grandissimo salone al piano terra, una volta era una stalla ed adesso una immensa sala da pranzo, dove ci siamo accomodati intorno ad una lunghissima tavola apparecchiata e la festa è iniziata.
Durante il lauto pranzo gli ospiti hanno voluto brindare più e più volte, io che non sono abituata a bere sono stata costretta dall’ insistenza dei commensali a brindare e per non fare santarellina ho bevuto forse più del dovuto ed ad un certo punto credo di essermi addormentata.
Mi sono svegliata con un fortissimo mal di testa in un posto familiare, mi trovavo dentro la cella nella cantina incatenata come mesi prima, il cancello chiuso a chiave ed un silenzio tombale intorno a me, non riuscivo a ricordare come fossi finita lì, l’ ultimo ricordo solo che mi trovavo nel salone a festeggiare e nulla di più, le catene sui polsi e le caviglie erano ben chiusi non avevo nessuna possibilità di liberarmi, ho provato a chiamare qualcuno che venisse in mio aiuto ma tutto inutile ero immersa nel nulla, intorno a me solo silenzio, sono stata colta dal panico, chi mi aveva rinchiusa e perchè, non riuscivo a darmi una risposta.
Presa dalla disperazione ho provato a liberarmi strattonando le catene ma l’ unica cosa che ottenevo era quella di farmi del male, durante i miei tentativi per liberarmi ho notato in un angolo alcuni cartoni, incuriosita mi sono avvicinata e li ho aperti, all’ interno cibo ed acqua, ho subito capito che chi mi aveva portato ed incatenato lì dentro voleva che rimanessi prigioniera per molto tempo e questo non mi rendeva felice, calcolando la quantità di cibo sarebbe stato sufficiente per più di una settimana e questo non mi piaceva ma mio malgrado non avevo nessuna possibilità di andarmene.
Ho trascorso giorni e giorni nell’ attesa che qualcuno venisse a liberarmi, cercando di ricordare cosa fosse accaduto, ma non riuscivo a ricordare nulla, poi dopo una snervante attesa ho sentito aprire il cancello ed il mio amico Filippo entrare sorridente all’ interno, “allora come stai, sei rimasta soddisfatta, hai visto ho esaudito tutti i tuoi desideri, ti ho dato tutto quello che desideravi.” non capivo cosa volesse dire, gli ho chiesto di spiegarmi cosa fosse accaduto perchè non riuscivo a ricordare nulla.
Allora lui a preso il telefonino e mi ha detto: “mi immaginavo che non avresti ricordato nulla di quello che è successo così, per sicurezza, ho girato questo video, guardalo con molta attenzione e capirai meglio quello che hai fatto…….”, ho iniziato a guardare il video, si vedeva benissimo che ero altamente su di giri, i cocktail che mi avevano fatto bere mi avevano resa talmente ubriaca che appena mi reggevo in piedi, ho iniziato a provocare tutti i presenti spogliandomi ed incitandoli a fare sesso con me, non si sono fatti pregare e tutti quanti mi hanno dato ciò che chiedevo.
Dopo aver fatto l’ amore con tutti non ero ancora soddisfatta così ho iniziato a vantarmi delle mie avventure di bondage, rivelando la presenza di una cella nella cantina, destinata ad un uso che doveva rimanere segreto, nella quale ero già stata rinchiusa e sfidare i presenti a imprigionarmi nuovamente per almeno una settimana.
Dopo questa rivelazione qualcuno mi ha preso in braccio e come un sacco di patate mi ha caricato sulle spalle e mi ha portato giù nella cantina, dopo avermi adagiata per terra, a quel punto ero già nel mondo dei sogni, mi ha incatenato mani e piedi ed è uscito chiudendo a chiave il cancello, credo di aver dormito per un giorno intero e quando mi sono svegliata non ricordavo niente di quanto era successo né perché mi trovavo rinchiusa e legata, è stato un risveglio tremendo.
Vedere il filmato mi ha riportato alla realtà, mi sono rasserenata ed ho pensato che era arrivato il momento di essere liberata, ma non è stato così, Filippo è andato a controllare le scatole con il cibo e trovando ancora gran parte da consumare mi ha detto che sarebbe stato uno spreco non consumarlo e poi avevo dichiarato che volevo restare prigioniera per almeno una settimana, allo scadere del tempo mancavano due giorni,  per coerenza dovevo rimandare la mi liberazione e così è stato, ha chiuso il cancello e se n’ è andato, la mia esuberanza mi è costata molto cara, altri due giorni legata nella cantina non sono da sottovalutare, cercherò di fare tesoro dei miei sbagli e la prossima avventura simile a questa voglio viverla completamente sobria, al bando aperitivi e brindisi, non c’ è soddisfazione vivere un’ avventura simile dormendo………………….

25 aprile 2020

La casa sulla collina 2 parte


Erano passati alcuni mesi dall’ ultima volta che avevo sentito il mio amico Filippo, quando mi chiama e mi dice che i lavori di ristrutturazione della casa sulla collina sono già iniziati e mi invitava ad andare con lui per fare un controllo, ricordando come era andata l’ ultima visita ho accettato con immenso piacere sperando che qualcosa di eccitante accadesse.
Quello stesso pomeriggio siamo andati alla casa, arrivati, ho notato tutte le impalcature intorno alla casa e che gli operai erano già andati via, avremmo visitato l’ interno senza disturbare nessuno, siamo entrati ed abbiamo ispezionato i due piani, nonostante le stanze fossero piene di calcinacci si poteva immaginare come sarebbero state una volta completata la ristrutturazione, ed a me, che non sono un’ esperta, sembravano meravigliose.
Dopo aver girato per tutti e due i piani mi dice: “vieni con me che ti ho riservato una sorpresa”, incuriosita l’ ho seguito, mi ha portato nella cantina, il ricordo meraviglioso della volta precedente mi eccitava, chissà se anche questa volta sarebbe stato allora, scese le scale ci siamo ritrovati in un locale ben ristrutturato, simile ad un tavernetta, su un lato un cancello con grosse sbarre, mi ha invitato ad entrare, quello che una volta era una contina piena di ragnatele e spazzatura adesso era un piccolo locale pulito ed accogliente con pavimenti e pareti rivestiti di materiali isolanti, una piccola finestrella posizionata sul soffitto faceva entrare gli ultimi raggi del sole, poi la grande sorpresa, fissata al muro una grossa catena terminante con dei ceppi atti ad incatenare qualcuno, ho subito chiesto di provarli per verificare che fossero della mia misura.
Per prima cosa mi ha chiesto di spogliarmi, cosa che ho fatto con molto entusiasmo, poi ha chiuso quei ceppi sui miei polsi e sulle mie caviglie, erano perfetti, meravigliosi, adatti alla mia persona, ho provato a liberarmi ma è risultato una cosa impossibile, allora lui mi ha abbracciata, stesa per terra e scopata con tutta la passione e l’ eccitazione del momento.

Meraviglioso, è stato un rapporto magnifico, sono rimasta senza fiato, stavo stesa per terra godendomi quei momenti in completo relax quando ho sentito il cancello chiudersi, mi sono voltata di scatto chiedendogli perchè e lui mi ha risposto che, conoscendomi bene, sapeva per certo che mi sarebbe piaciuto starmene rinchiusa e legata in quel luogo per un po’ di tempo, ed aveva perfettamente ragione, gli ho chiesto quando sarebbe tornato a liberarmi, “credo che tornerò domani sera, così avrai tutto il tempo per goderti questa avventura, ma devo dirti una cosa: domani mattina alle 7.00 arrivano gli operai e sono molto curiosi, se non vuoi farti vedere sai come fare……..”, ha chiuso il cancello a chiave e se n’ è andato.
Spettacoloso era rinchiusa ed incatenata nuovamente in quella cantina, mancavano le ragnatele e l’ odore di muffa ma era altrettanto eccitante, adesso la potevo definire una cella di massima sicurezza era semplicemente meraviglioso, immersa nei miei pensieri mi sono dolcemente addormentata, non ho percepito il passare del tempo, ad un certo momento il rumore di passi che scendevano le scale mi hanno svegliata ed improvvisamente mi sono ricordata di cosa mi aveva detto: “alle 7.00 arrivano gli operai” ed uno di essi stava scendendo le scale, non potevo fuggire, mi avrebbe ed allora sarebbe stato un bel guaio.
Ero in preda al panico, ma in un attimo di lucidità ho fatto un piccolo ragionamento, il cancello è chiuso e nessuno può entrare, se io mi posizione all’ estremità dalla parete dove posizionato il cancello chiunque guardi dentro non mi può vedere, così ho fatto ho tirato verso di me le catene e mi sono appiattita contro il moro e sono rimasta immobile senza respirare, l’ operaio, molto probabilmente aveva sentito dei rumori sospetti ed era sceso per controllare e arrivato davanti al cancello, lo ha scosso ed ha guardato dentro, non potendo entrare e non vedendo nulla se n’ è andato per tornare subito dopo con una lampada, l’ ha infilata dentro le sbarre ed ha illuminato tutta la stanza, ero terrorizzata quando il fascio di luce mi ha colpito ma sono rimasta completamente immobile e quindi non mi ha vista, convinto che tutto fosse regolare ha spento la torcia e se n’ è andato.
Rimasta sola ascoltavo tremante i rumori degli operai che lavoravano al piano di sopra, non riuscivo a muovermi dalla mia posizione tanta era la paura che qualcuno tornasse a curiosare, poi dopo una lunghissima attesa i lavori sono cessati ed intorno a me è tornata la pace ed il silenzio, allora ho capito che gli operai se ne sono andati, solo allora mi sono rilassata.
Mi sono rilassata talmente tanto che sono riuscita ad addormentarmi e dormivo talmente bene che quando Filippo è entrato per liberarmi ha dovuto scuotermi per svegliarmi, una volta sveglia mi ha detto: “vedo con piacere che te la stai godendo alla grande, se vuoi posso lasciarti costì per altri due giorni”, in un’ altra occasione avrei accettato con molto piacere ma dopo tutto quello che ho passato l’  ho pregato in ginocchio di liberarmi e lui a malincuore l’ ha fatto………………………….

28 febbraio 2020

Il mercatino dell' usato


Una sera eravamo in giro per shopping e Serena è voluta passare dal Mercatino dell' usato, non mi era mai piaciuto era pieno di vecchi oggetti inutili ed inservibili ma per farla contenta ho accettato di seguirla, la merce esposta come avevo previsto era tutta vecchia ed usata, alcuni pezzi ormai logori e rugginosi potevano essere acquistati solo da qualche amatore ed usati tutt' al più come soprammobili, in tutto il negozio c' era quel caratteristico odore di stantio che mi ricordava l' odore caratteristico di alcune cantine dove ero stata più volte legata e rinchiusa durante i miei giochi, senza avere un' idea chiara di cosa stessimo cercando abbiano girato per tutto il negozio nella speranza di trovare qualcosa di particolare.
Nel suo perlustrare Serena ha notato in un angolo un piccolo groviglio di catene, me l' ha indicato e ad un' attenta ispezione  ho capito che poteva trattarsi di catene usate nei secoli scorsi per incatenare i prigionieri, ma viste le piccole dimensioni dei ceppi dovevano essere state usate per legare mani e piedi di una donna, erano grossomodo simili a quelle in mio possesso che io definisco "le catene degli schiavi" ma molto più pesanti e molto più vecchie, alla loro vista mi sono eccitata, dovevano essere mie, ero disposta a spendere qualunque cifra, già mi immaginavo incatenata e rinchiusa nella più tetra prigione.
Vista la mia grande frenesia, Serena mi ha subito bloccata, voleva essere lei a trattare l' acquisto, si è rivolta al commesso facendogli un' infinità di domande alle quali ha risposto con grande professionalità, ha voluto capire il funzionavano e voleva una prova dimostrativa su di me, il commesso preso alla sprovvista da una simile richiesta prima è rimasto turbato poi ha ricordato alla mia amica che erano pezzi molto vecchi ed avevano bisogno di essere ripuliti e lubrificati e revisionati da un esperto perché se nel' uso improprio si fossero bloccati ed era la cosa più logica  per aprirli occorreva l' intervento di un fabbro.
A Serena delle difficoltà della rimozione non importava nulla, ormai era in uno stato di euforia ed eccitazione molto più elevato del mio ed avrebbe fatto qualsiasi cosa per incatenarmi li seduta stante ma visto che sia io che il commesso non eravamo d' accordo ha desistito dall' effettuare la prova, ha concluso l' acquisto pagando quanto richiesto, il commesso ha messo le catene in una cassetta di legno ed ha consegnato le chiavi per aprire le catene raccomandandogli, vista la sua grande euforia, a non rompere la chiave perché non esisteva il ricambio.
Abbiamo caricato la cassetta contenente le catene sulla macchina e ci siamo dirette subito a casa di Serena, arrivate e scaricato il prezioso contenuto senza indugiare ha preteso di incatenarmi seduta stante e nonostante gli ricordassi le parole del commesso ha voluto usare subito quelle splendide catene su di me, mi ha fatta sedere ed ha chiuso il primo ceppo intorno alla mia caviglia, era rugginoso e si chiudeva a fatica, ma non ha desistito, ha preso un martello e con qualche colpetto ha fatto scattare la serratura, stessa cosa a fatto con l' altra caviglia e poi con i polsi, in pochi attimi ero incatenata come una schiava del settecento, pronta per la mia aguzzina.
Legata mani e piedi mi ha trascinata per la catena portandomi in giro per tutta la sua casa, le piaceva avermi al guinzaglio, la faceva sentire la padrona ed io ero felice di essere la sua schiava, abbiamo giocato tutto il pomeriggio, verso sera le ho chiesto di liberarmi, ha preso la chiave l' ha infilata nel buco ed appena ha provato a girarla si è spezzata in due, impossibile estrarla ed utilizzarla, ero incatenata e non c' era nessuna altra possibilità di liberarmi da quelle catene, mi sono sentita persa non sapevo come fare, anche perché sarei dovuta tornare a casa già da un bel po'.
Serena ha chiamato il mio compagno dicendogli che sarei restata a dormire da lei poi raccolta la lunga catena collegata ai ceppi mi ha portata nel suo seminterrato e mi ha incatenata ad un anello fissato sul muro, "non essere impaziente e goditi la serata, appena torna mio marito gli chiederò di liberarti ma fino ad allora sarai la mia prigioniera e sono certa che questo ti piacerà", ha chiuso la porta lasciandomi sola al buio ed incatenata.
Suo marito è tornato molto tardi, è sceso giù ha guardato le catene ed ha sorriso, sono molto belle ma per rimuoverle non sarà facile, occorrerà molto tempo, dovrò costruire una muova chiave e questo lo posso fare solo domani, non ti resta che pazientare, anche lui se n' è andato lasciandomi nuovamente  sola ed incatenata.
Ho passato tutta la notte sognando di essere una schiava in attesa di essere venduta e questo mi ha fatto trascorrere una magnifica nottata, al mattino il marito di Serena e sceso, ha estratto la chiave rotta e se n' è andato, nel tardo pomeriggio è ritornato con in mano la nuova chiave, l' ha infilata nel buco ed ha provato a girarla, funzionava alla perfezione, ma invece di aprire le mie catene l' ha estratta dicendomi che c' era qualcosa da pagare............... ho capita al volo cosa intendeva, mi sono inginocchiato e gli ho regalato un meraviglioso pompino prima che mi restituisse la libertà....................