9 aprile 2012

L' evasione............



Sdraiati sul divano, il caminetto acceso, una serata di completo relax, con il mio compagno stavamo guardando alla TV un programma: "Le grandi evasioni", dove venivano ricostruiti con tutti i dettagli quello che alcuni detenuti avevano escogitato per poter evadere dal carcere in cui erano rinchiusi, m' incuriosiva molto vedere con quanta cura e meticolosità avevano pianificato la loro evasione, ero molto eccitata e vedere quelle ricostruzioni mi portava ad immedesimarmi in una detenuta che si sarebbe associata al gruppo per la fuga, per creare l' atmosfera giusta sono andata a prendere delle manette combinate con leg irons che ho chiuso sui miei polsi e caviglie per poi accovacciarmi tra le gambe del mio compagno e godermi tutto il documentario valutando ogni piccolo dettaglio.
La visione del documentario e la manette sui miei polsi mi portavano ad immaginarmi in quei detenuti che cercavano di fuggire ad ogni costo e mentre il filmato scorreva il mio compagno, vedendo il mio stato emotivo ha pensato bene di provocarmi sfidandomi in una prova di evasione: "ho notato che ti eccita molto guardare gli altri fuggire di prigione, voglio vedere se per te sarà altrettanto eccitante e piacevole essere la protagonista", sono rimasta senza parole, non mi aspettavo una simile proposta, non ho avuto il tempo di reagire ne di valutare se fossi stata d' accordo perché senza aspettare una mia risposta si è alzato mi ha presa per le catene delle manette e mi ha portata giù in cantina dove con un lucchetto ha bloccato le mie manette ad una catena fissata sul muro e senza dire una parola se n' è andato.
Rimasta sola mi sono domandata in quale modo sarei potuta fuggire, la catena era murata nel muro, non avevo le chiavi delle manette ne quelle del lucchetto e senza di esse le serrature non si potevano aprire e intorno a me non c' era nessun oggetto da usare per forzare le serrature, come avrei fatto ad evadere? ho fatto alcuni tentativi tirando la catena, cercando di sfilarmi le manette dai polsi ma tutto è stato inutile, ero certa che aveva in mente qualcosa ma non riuscivo a capire cosa avrei dovuto fare per evadere.
Ho atteso pazientemente il suo ritorno, immedesimandomi in una pericolosa detenuta che voleva evadere ma in quel momento non aveva un piano per metterlo in atto, ho passato tutta la notte in uno stato di ansia e di agitazione immaginando il modo in cui sarei potuta fuggire.
Il mattino seguente è sceso in cantina portandomi un' abbondante colazione, un piccolo martello ed un altrettanto piccolo scalpello, sono rimasta stupita, senza parole, non capivo a cosa potessero servire quell' oggetti, non ho dovuto attendere molto per essere messa  a conoscenza del suo diabolico piano: "io tra poco me ne andrò e tornerò prima del fine settimana, se vuoi riacquistare la libertà dovrai usare questi attrezzi e rimuovere la catena dal muro, sono certo che ti darai da fare perché il cibo ed l' acqua sono al piano superiore ed il mio aiuto arriverà tra sei giorni quindi ti consiglio di darti da fare.........".
Era una situazione molto complicata, in passato non ho mai dovuto faticare per liberarmi, ma questa volta ero costretta a farlo se non volevo morire di fame e sete, lasciandomi in questa situazione mi costringeva a lavorare, non avevo scelta o mi davo da fare o sarei rimasta incatenata subendo terribili conseguenze, non avevo mai usato quel tipo di utensili per cui dovevo impegnarmi a fondo e riuscire ad estrarre la catena dal muro, contemplando le catene, gli attrezzi ed il luogo dove mi trovavo mi domandavo se sarei mai riuscita ad evadere da quel luogo dove in passato ho trascorso momenti fantastici e purtroppo adesso odiavo.
Dopo lunghi attimi di riflessioni ho raccolto gli attrezzi ed ho iniziato a lavorare e mi sono subito resa conto che il lavoro sarebbe stato lungo, faticoso e molto doloroso, le manette sui miei polsi permettevano piccolissimi movimenti per cui i colpi sullo scalpello risultavano leggeri come carezze e con un muro cosi resistente avrei impiegato un' eternità, avevo iniziato da pochi minuti ed ero già scoraggiata e delusa, presa dallo sconforto ho lasciato cadere gli attrezzi e mi sono raggomitolata iniziando a piangere, singhiozzavo e chiedevo aiuto, ma essendo rinchiusa nella cantina della mia casa di campagna sapevo benissimo che nessuno avrebbe sentito le mie grida ne mi avrebbe aiutato.
Ho passato lunghe ore in meditazione cercando una soluzione, ma la sola ed unica certezza era che dovevo contare solo su me stessa, con  coraggio e determinazione ho ripreso a lavorare incurante del dolore sui polsi ed a piccoli colpetti, per quanto mi permettevano le catene, ho cercato in tutti i modi di estrarre dal muro quella maledetta catena che mi teneva prigioniera.
Quando è arrivata la sera avevo rimosso solo una piccola parte del muro intorno alla catena, non riuscendo più a vedere, stanca, affamata ed assetata mi sono distesa per riposarmi ed attendere di nuovo il giorno per riprendere il lavoro.
Appena un piccolo raggio di sole ha illuminato la mia prigione, ho raccolto gli attrezzi ed ho ripreso a lavorare con maggior vigore e volontà, non volevo restare un minuto più del necessario rinchiusa dentro la mia cella, dovevo evadere come i carcerati che avevo visto nel documentario e con grande determinazione, senza un attimo di sosta sono riuscita a liberami prima che arrivasse di nuovo la sera.
Ce l' avevo fatta, ero libera e felice, adesso anch' io mi potevo vantare di essere riuscita ad evadere....................................