25 giugno 2014

Tre giorni di.......... libertà............

Mi aveva detto che la prossima settimana sarebbe stato lontano da casa per tre giorni perché doveva fare un corso di aggiornamento, avrei approfittato della sua lontananza per fare il mio gioco preferito: "self bondage" che sognavo già da molto tempo, cosi mentre lui era a lavorare mi sono recata nella nostra casa in campagna per organizzare nei minimi dettagli quello che avevo in mente.
Per iniziare mi sono procurata un grosso lucchetto la cui chiave dopo averla legata con una lunga cordicella l' ho infilata dentro una bottiglia di plastica da un litro e mezzo e dopo averla riempita di acqua l' ho messa nel frizer per farla congelare, ho portato le mie catene preferite "le catene degli schiavi", in garage ed ho rimosso piccoli residui di ruggine ho lubrificato le cerniere ed ho verificato che  i rivetti per chiuderle fossero della giusta misura ed infine ho posizionato a portata di mano un piccolo incudine ed un martello, li avrei usati per chiuderle saldamente sui miei arti, un ultimo controllo e constatato che tutto fosse in ordine ed perfettamente efficiente sono tornata in città aspettando con ansia la sua partenza.
Il giorno della sua partenza è arrivato, ho lasciato che salisse sul taxi che lo portava in aereoporto ed un attimo dopo sono salita sulla mia auto diretta alla mia casa in campagna per fare ciò che avevo sognato e programmato minuziosamente da molto tempo, appena arrivata sono andata subito a prendere la bottiglia in cui avevo congelato la chiave e l' ho portata nella vecchia stalla poco distante dall' abitazione, l' ho fissata con molti giri di nastro adesivo ad una colonna, poi ho disteso la cordicella che usciva del collo nella direzione di dove mi sarei imprigionata in modo che appena il ghiaccio si fosse sciolto, avrei potuto recuperare agevolmente la chiave per liberarmi.
Sono corsa in garage e mi sono spogliata completamente, ho preso le catene, ho chiuso il primo ceppo sulla mia caviglia sinistra, ho infilato il ribattino nel suo buco e con il martello l' ho schiacciato rendendolo perfettamente bloccato sulla mia caviglia, ho fatto altrettanto con la caviglia destra, poi sono passata ai ceppi dei polsi, qui il lavoro è stato un po' più complicato per via della corta catena che li teneva uniti ma con un po' di pazienza ho completato perfettamente il lavoro, per ultimo il grosso collare da cui partiva la lunga catena che mi avrebbe imprigionata saldamente al muro, ho raccolto la catena che pendeva dal collare, il lucchetto, la cui chiave era congelata nella bottiglia ed a piccoli passi, per quanto mi permettevano le catene, sono tornata nella stalla, dove ho infilato il lucchetto nell' ultima maglia della catena e dopo aver fatto un profondo respiro l' ho bloccato al grosso anello fissato nel muro, ero felice, il mio cuore batteva come impazzito, provavo una gioia incredibile, sarei rimasta prigioniera fino a quando il ghiaccio sciogliendosi mi avrebbe permesso di recuperare la chiave e considerato il quantitativo di acqua congelata dentro la bottiglia sarei rimasta incatenata per un lungo periodo.
Avevo calcolato che il ghiaccio si sarebbe sciolto in circa dieci dodici ore, avrei passato tutta la notte ed un buona parte della mattinata successiva incatenata e senza la più piccola possibilità di fuga, da molto tempo desideravo, questa prigionia, severa e molto restrittiva desideravo immedesimarmi in una schiava ribelle che che doveva essere punita in modo altamente severo e per questo incatenata con grosse catene, immersa nei miei sogni mi sono dolcemente addormentata.
Il mattino successivo sono stata svegliata dai raggi del sole che entravano dentro la mia prigione attraverso una piccola finestra, ho preso il mano la cordicella ed ho provato a recuperare la chiave, ho notato che il ghiaccio ancora non si era sciolto completamente, cosi ho ripreso a navigare con la mia fantasia in un mondo fantastico popolato di schiave incatenate che mi facevano compagnia.
Molte ore più tardi, ho iniziato a sentire un po' di fame e sete cosi ho provato di nuovo ha tirare la cordicella, il ghiaccio si era sciolto completamente cosi ho potuto recuperare facilmente la chiave, mi sarei liberata dalla catena e dopo un' abbondante colazione sarei andata in garage per liberarmi dai ceppi, sapevo che sarebbe stato un lavoro lungo e faticoso ma avevo tutto il tempo necessario per farlo prima che lui tornasse.
Ho infilato la piccola chiave nel lucchetto, è entrata perfettamente ma con mio sommo stupore non faceva scattare la serratura, non riuscivo a capivo perché, eppure l' avevo provata più volte prima di congelarla aprendo e chiudendo il lucchetto per decine di volte ed adesso non riuscivo a darmi una spiegazione plausibile, ho atteso alcuni minuti pensando che fosse stata troppo fredda, poi ho provato e riprovato, tutto inutile, il lucchetto restava inesorabilmente chiuso ed io saldamente incatenata alla parete.
Sono stata presa dal panico, non avevo detto a nessuno dove andavo e cosa avrei fatto e soprattutto, sicura delle mie abilita a liberarmi dale catene e del ghiaccio che si sarebbe assolutamte sciolto, non avevo previsto una seconda via d' uscita ed adesso non sapevo cosa fare, inutile urlare per chiedere aiuto, la casa e isolata e molto distante dal centro abitato, in nessun modo riuscirei a farmi sentire, ero nella disperazione più totale, mi sono agitata in modo convulso, ho tirato e strattonato come se volessi strappare le catene fino a farmi male, ma non sono riuscita a smuoverle di un millimetro, mi ero incatenata troppo bene e solo con un miracolo sarei riuscita ad uscire da quella situazione e tornare libera.
 Tutti i miei dolci pensieri erano scomparsi, adesso ero immersa nel terrore più profondo, maledicevo la mia esuberanza nel voler sempre esagerare e provare sensazioni forti che spesso si rivelano dannose nei miei confronti, man mano che il tempo passava la fame, la sete e la rabbia prendevano il sopravvento portandomi ad uno stato di torpore e rassegnazione, già prevedevo la mia fine ed a nulla serviva sperare che qualcuno sarebbe venuto a liberarmi, maledicevo me stessa per la leggerezza di quello che avevo fatto, affamata ed assetata riuscivo a capire quanto dolore e quante sofferenze avevano provato le schiave che io avevo sempre sognavo e cercato di emulare.
Dopo tre giorni di tristezza e stenti, la porta della stalla si è aperta ed è entrato lui, faceva girare sulla mano un mazzo di chiavi infilate ad un anello e con un sorriso beffardo mi dice: "Nonostante sapessi che sono contrario al self bondage, continui imperterrita a disobbedirmi, quando ho capito cosa avresti fatto in mia assenza ho voluto darti una nuova lezione cosi ho sostituito il lucchetto e per adesso.........." facendo danzare le chiavi davanti al mio volto " .............. ti procurerò un po' di cibo e ti lascerò legata per tutto il tempo che riterrò opportuno............. spero che ti possa servire da ulteriore lezione..............".
Non ho osato aprire bocca ho abbassato la testa in segno di totale obbedienza ed umiltà ed ho aspettato in ginocchio che mi portasse qualcosa da mangiare e.............. solo dopo che se n' era andato mi sono rifocillata...................... la paura era scomparsa, adesso ero talmente felice che avrei accettato di restare incatenata per l' eternità  ........................