6 marzo 2012

La casa dei fantasmi

Serena aveva acquistato una vecchia casa in campagna con l' intento di ristrutturarla, quel pomeriggio, libere da impegni, eravamo andate a vistarla, mi piacciono le vecchie case perché al loro interno possono celare molti segreti, quando siamo arrivate ho subito notato che più di una casa era un rudere, disabitata da molti anni con porte e finestre rotte e molti muri fatiscenti, una volta restaurata sarebbe stata splendida, mi ha detto che all' interno aveva trovato qualcosa di speciale e che doveva farmela vedere, piena di eccitazione e curiosità l' ho seguita in casa e poi nel seminterrato dove aperta una porta siamo entrate in un piccolo locale buio senza finestre, non capivo cosa avesse di speciale sembrava un comune ripostiglio dentro una cantina, poi Serena ha raccolto da terra una catena con attaccati dei ceppi per incatenare mani e gambe di un prigioniero ed allora ho capito che quel locale serviva da prigione oppure il vecchio proprietario aveva i nostri stessi gusti.
Ho preso in mano quelle catene, erano pesanti e piene di ruggine, segno che era da molto tempo che non venivano usate, ho provato un brivido, sarebbe stato molto eccitante metterle sui miei polsi, non ho resistito ho messo i miei polsi dentro e con una lieve pressione, nonostante le cerniere fossero logore dal tempo, ha permesso di unire le due metà, era fantastico, emozionante, sembrava di essere tornati indietro nel tempo, Serena ha raccolto un ferro dalla forma a T, era la chiave per chiudere i ceppi ed io emozionatissima ho teso le mani affinché bloccasse quelle catene sui me.
Affascinata da quel luogo sinistro osservavo Serena mentre chiudeva con quel ferro il meccanismo che bloccava le catene, ha chiuso i ceppi alle caviglie poi quelli dei polsi e l' ha fatto con tanto vigore e forza che la chiave, vecchia e rugginosa, si è spezzata, in un primo momento ci siamo messe a ridere, l' idea di rimanere incatenata era bellissima ed eccitante ma quando mi ha detto che non esisteva una chiave di riserva ho iniziato a preoccuparmi benché vecchie e rugginose le catene non si sarebbero aperte senza una chiave, la sua faccia è divenuta seria, impacciata, presa dall' eccitazione del momento non aveva calcolato che la chiave ormai logora dal tempo si sarebbe spezzata, le dispiaceva avermi cacciato in quella situazione ma avrebbe subito rimediato andando di corsa da suo marito per farsela aggiustare,  "non ti preoccupare farò presto ma per maggior sicurezza chiuderò la porta a chiave cosi nessuno ti potrà importunare". 
Non avevo scelta, la mia libertà dipendeva solo da lei, dovevo per forza aspettare che tornasse con la chiave riparata, ho sentito la porta chiudersi e la serratura scattare più volte, senza volerlo mi trovavo prigioniera in un luogo buio con un cattivo odore di muffa saturava l' aria, non mi sentivo a mio agio come lo ero stata in altre situazioni simili, mentre aspettavo con ansia il ritorno della mia amica me ne stavo rannicchiata in un angolo cercando di restare immobile per paura che un mio movimento potesse essere sentito da un ignoto abitante della casa e nonostante la casa fosse disabitata e pericolante nella mia mente si era instaurato il pensiero che fosse abitata dagli spiriti dei vecchi proprietari, immersa nei miei assurdi pensieri e stremata dall' attesa della mia amica mi sono addormentata.
Non so quanto tempo ho dormito, ma un soffio di aria gelida mi ha svegliata, poi ho udito dei passi al piano di sopra accompagnati da un suono molto familiare, come se avesse le caviglie incatenate e fuori dal locale aldilà della porta della mia prigione degli ululati che echeggiavano in tutta la casa, sono stata presa dal panico, il terrore ha invaso il mio corpo, avrei voluto gridare con quanto fiato avevo in gola ma la paura di essere scoperta mi chiudeva la bocca, rannicchiata in un angolo ed immobile per non fare il più piccolo rumore assistevo inerme al ripetersi di questi strani eventi mentre un sudore freddo bagnava tutto il mio corpo il mio cuore batteva come impazzito per la paura.
Non credo ne ai fantasmi ne agli spiriti maligni, ma la situazione che stavo vivendo mi faceva credere il contrario, rinchiusa ed incatenata in quel luogo buio, tetro e sinistro, costretta a subire quegli eventi che continuavano incessantemente e se per un momento si attenuavo ripendevano poi con maggior vigore ed intensità facendomi agitare e tremare di paura oltre ogni limite.
Quando finalmente è giunto il giorno, ho sentito aprire la porta tutto è cessato come per incanto, Serena è apparsa agitando in mano una chiave nuova con la quale mi ha liberato, ho cercato di sorridere, non avevo il coraggio di raccontare quello che era accaduto in sua assenza, tutti i miei incubi e le mie paure, una volta libera, appena varcata la soglia della cella davanti hai miei occhi ho visto tutti i nostri amici che applaudivano e festeggiavano, non riuscivo a capire perché fossero li ad applaudire ma quando in coro mi hanno chiesto se avessi passato una notte piacevole ho capito che erano stati loro ad organizzare tutta quella sceneggiata, per l' emozione non sono riuscita a dire una sola parola, ma per l' emozione ho pianto copiosamente,  avevano organizzato tutto nei minimi dettagli, mi avevano fatto passare una notte indimenticabile ed adesso..................................... con molta probabilità gli chiederò di farmelo rivivere......................

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