La conoscevo fin dai tempi della scuola ma ci eravamo frequentate
pochissimo, sapevo che era un'assidua lettrice del mio blog, che gestisco e firmo con un nome di fantasia, non so
come abbia fatto ma l'ha collegato a me, molto probabilmente,
frequentando amici comuni, ha carpito quell'informazione che doveva
rimanere segreta e da quel momento ha fatto di tutto per avvicinarmi
ed instaurare una solida amicizia, ero molto incerta sulle sue
intenzioni ma poi mi sono lasciata convincere ed ho accettato di
esserle amica.
Ha iniziato subito a farmi domande mirate, voleva
conoscere tutto, chiedeva continuamente delucidazioni sulle mie
avventure pretendendo che le raccontassi ogni particolare, in modo
ossessivo chiedeva consigli ed appena li aveva ricevuti si comportava
in modo completamente opposto e questo suo modo di fare mi irritava
enormemente, comunque per non compromettere l'amicizia accettavo
passivamente questo suo comportamento ma in cuor mio non ero felice e
mi irritavo enormemente.
All'inizio si limitava solo a fare domande, non mi
chiedeva di partecipare a qualche avventura e questo mi lasciava dei
dubbi sulla sua sincerità, sono arrivata persino a sospettare che
fosse interessata solo ai fatti miei e le avventure di bondage non
le interessavano per niente, poi una mattina mi ha detto che era stata
da Carlo, il quale gli aveva detto che aveva costruito nel mio
seminterrato una "cella" per i miei giochi e desiderava
tantissimo vederla.
Questa richiesta mi è sembrata troppo strana, lei che non aveva mai partecipato ad una avventura adesso voleva vedere la mia "stanza dei giochi", c'era qualcosa che non tornava, cosi ho colto l'occasione e gli ho fatto una proposta che non poteva rifiutare, le avrei concesso di visitare tutto il seminterrato ma doveva farlo nuda ed ammanettata per poter assaporare tutto il piacere che quell'avventura poteva trasmetterle, ha storto un po' la bocca, si vedeva benissimo che non le piaceva, ma la sua curiosità era cosi morbosa che ha accettato, le ho detto di venire a casa mia nel primo pomeriggio che avrei soddisfatto le sue richieste.
Il suoi comportamenti nei miei confronti mi
avevano molto irritata e mi ero promessa di dargli una lezione che
non se la sarebbe dimenticata ed il momento più opportuno era
arrivato, poco prima che arrivasse, sono scesa nel seminterrato ed ho
attivato i timer per un tempo di 24 ore, poi tornata al piano superiore, mi sono
seduta e rilassata sul divano ed ho aspettato il suo arrivo.
La sua curiosità
era molto forte, avrebbe fatto qualsiasi cosa pur di soddisfarla,
cosi l'ho fatta spogliare, perché ritengo che le mie avventure siano
molto più eccitanti se non abbiamo vestiti addosso, l'ha fatto e dopo essersi
spogliata si è lasciata ammanettare con leg-irons sulle caviglie ed
un paio di manette sui polsi dalle quali pendeva una catena lunga un
metro e mezzo con in cima la piastra per l'elettromagnete, era molto
impacciata, ma non poteva sottrarsi, doveva appagare la sua curiosità.
L'ho accompagnata nel seminterrato sorreggendola per un braccio ed una volta giunti davanti alla bellissima cella si è fermata davanti alle grosse sbarre che delimitavano la cella come incantata e dopo il primo attimo di stupore ha preso l'iniziativa ed è entrata dentro.
Ero certa che se le comandavo qualcosa avrebbe risposto al contrario al mio
consiglio, cosi le ho chiesto di non chiudere il cancello e lei
puntualmente l'ha spinto per chiuderlo ed appena è arrivato a contatto con il
telaio si è chiuso inesorabilmente, proprio come avevo previsto.
Appena si è resa conto di essere rimasta chiusa
dentro la cella, prima ha provato ad aprire il cancello, poi vedendo
che non era possibile mi ha chiesto aiuto, la mia vendetta non era
terminata cosi gli ho detto mentendo spudoratamente: "la chiave per aprire la cella sta nella
placca di metallo che è in cima alla catena delle manette, la devi
avvicinare al sensore di sinistra che è fissato sulla parete in
fondo alla cella ed il cancello si aprirà", ed anche questa volta mi ha disobbedito ed l'ha avvicinato all'elettromagnete opposto, la scelta del sensore era una mia scusa tanto l'effetto sarebbe stato il solito, ma ciò non toglie che anche stavolta ha voluto fare di testa sua ed è rimasta inesorabilmente incatenata alla parete.
Era chiusa dentro la cella ed in più incatenata al muro, era impaurita ed indispettita, non poteva immaginare quello che le era accaduto, mi ha chiesto insistentemente di farla uscire, ero felice, avevo raggiunto il mio scopo e con una grandissima soddisfazione gli ho detto: "vedi cara, tu non mi hai voluto ascoltare, ti ho detto di non chiudere il cancello e tu l'hai chiuso, ti ho detto di avvicinare la piastra al sensore di sinistra e tu l'hai avvicinato a quello di destra, suppongo che Carlo oltre che informarti della presenza della cella nel mio seminterrato ti avrà senz'altro informata che ci sono numerosi timer che comando tutti i meccanismi il quale una volta attivati non c'è modo di fermarli, per cui dovrai startene legata e rinchiusa fino allo scadere del tempo impostato che scadrà domani a mezzogiorno, ti auguro una buona permanenza ed un buon divertimento, io godo molto quando sono legata prova a godere anche tu.......", ho girato i tacchi e me ne sono andata.
Credo che dopo questa esperienza ci penserà due
volte prima di fare di testa sua, molto probabilmente perderò
un'amica, ma alla fine se l'è andata a cercare.....................
aveva ricevuto una dura lezione ed io mi sono sentita pienamente
soddisfatta del mio operato......................