Stavo facendo compere al centro commerciale quando mi sento chiamare,
mi guardo in giro ma non riconosco nessuno, poi un uomo in divisa mi
si avvicina e mi saluta, stento a riconoscerlo poi mi accorgo che è
un vecchio amico, Roberto, non l' avevo mai visto con la divisa gli
chiedo scusa per la figuraccia ma vestito in quel modo non l' avevo
riconosciuto, era molto tempo che non lo vedevo, parliamo un po', gli
dico che mi farebbe piacere rivederlo e trascorrere il week end
insieme, accetta, ci diamo l'appuntamento per venerdì sera, gli dico
che ho una cosa molto importante da chiedergli, la vuole sapere
subito, rispondo che adesso non è il momento, gli dirò tutto quando
ci incontreremo, venerdì a casa mia, non vede l' ora di incontrarmi
di nuovo e mi assicura che sarà puntuale.
Il
giorno dell'appuntamento, ho atteso con ansia il suo arrivo, nel
frattempo ho preparato una squisita cenetta, mi sono fatta bella per
l' occasione, volevo che il nostro incontro fosse bellissimo e
sensuale, è arrivato puntuale ma era molto impaziente di conoscere
ciò che volevo dirgli, molto probabilmente, ricordando il precedente
incontro si immaginava già quello che l'aspettava ma ho voluto
tenerlo ancora sulle spine glielo avrei detto alla fine della serata,
abbiamo cenato e parlato di noi e del nostro ultimo incontro poi
siamo finiti a letto ed incredibilmente abbiamo fatto l' amore in
modo naturale che per me è una vera eccezione.
Mentre
eravamo stesi sul letto ancora abbracciati, gli ho chiesto di aprire
un cassetto del comò e prendere il contenuto e poggiarlo sul letto,
appena ha aperto il cassetto è rimasto di stucco, non si aspettava
di trovarci dentro una gran quantità di catene, erano le mie
preferite un grosso collare di metallo collegato con delle catene a
dei ceppi per i polsi e le caviglie, ed una catena lunga circa due
metri da usare come un guinzaglio, ha deposto tutto sul letto poi mi
ha chiesto che cosa ne volevo fare: "li voglio semplicemente
usare, voglio che tu mi incateni e dopo ti dirò cosa dovrai fare",
era un po' titubante sembrava imbarazzato, non si immaginava una
simile richiesta ma vista la mia determinazione ha fatto quello che
gli avevo chiesto, raccolto il collare e lo ha chiuso sul mio collo
con uno dei numerosi lucchetti sparsi sul letto, poi i ceppi sui
polsi e caviglie, a questo punto doveva prendere la catena che
pendeva dal collare e trascinarmi nel seminterrato poco importava se
ero in difficoltà a comminare, se necessario poteva strattonarmi o
nella peggiore delle ipotesi trascinarmi con forza, doveva essere
brutale ed insensibile a tutte le mie lamentele.
Ho subito capito che quel gioco lo eccitava molto e lo avrebbe messo in pratica come gli avevo chiesto, ha raccolto la catena e mi ha portata nel seminterrato proprio come avesse il suo cane al guinzaglio, giunti davanti alla stanza dei giochi gli ho chiesto di aprire la porta, portarmi all' interno e collegare la catena che teneva in mano ad un grosso anello fissato sul muro con quel lucchetto che era agganciato all' anello stesso, non capiva perché gli chiedessi questo, allora gli ho spiegato: "questa prigione l' ho fatta realizzare quando ho ristrutturato la casa ed ho dovuto sudare sette camicie per non far capire cosa ci volevo fare, io la definisco "la mia stanza dei giochi", ma per giocarci occorre essere in due e da quando sono tornata single non sono più riuscita ad utilizzarla e devi credermi ne ho un forte desiderio, voglio che tu mi chiuda qua dentro e solo quando lo riterrai opportuno potrai tornare a liberarmi, da questo momento sano completamente nelle tue mani, non avrò nessuna possibilità di liberarmi ne di chiedere aiuto, la porta si apre solo dall' esterno ed i muri sono perfettamente insonorizzati, anche se mi mettessi ad urlare nessuno potrebbe mai sentirmi ed aiutarmi, sono certa che esaudirai questo mio desiderio".
La
mia richiesta lo avevo reso nervoso, non riusciva a prendere una
decisione, poi vedendomi serena e ben determinata ha acconsentito ad
esaudire questo mio bizzarro desiderio, ha bloccato con il lucchetto
la catena e senza neanche salutarmi è uscito dalla cella, ha chiuso
la porta con gran vigore, ho sentito distintamente gli scatti della
serratura che si chiudeva e contemporaneamente la luce che si
abbassava mettendo tutto il luogo in penombra, la mia felicita ha
toccato il culmine ero riuscita a farmi rinchiudere dentro la mia
prigione e non m' importava nulla di quanto sarei stata tenuta
segregata.
Incatenata dentro la mia cella stavo vivendo una sensazione fantastica, provavo un piacere immenso sentire le catene che mi legavano saldamente alla parete, mi sono accorta che non avevo portato ne cibo ne acqua e con il passare del tempo la fame e la sete si facevano sentire, la fiducia riposta nel mio amico stava piano piano affievolendosi, sono cosi passata dalla felicita alla preoccupazione e paura incontrollata, ho iniziato ad urlare ed urlare ben sapendo che nessuno mi avrebbe mai sentita, poi come per incanto la porta si è aperta ed è apparso lui il mio salvatore, è entrato portando dell'acqua e del cibo, dopo averlo poggiato per terra mi ha detto: "forse, lo gusterai meglio se rimani ancora legata" aveva ragione, ho accennato di si con la testa mentre divoravo quello che mi avevo portato, è stato il pranzo più buono e gustoso che avessi mai mangiato.
Alla
fine dopo aver divorato con immenso gusto tutto il pasto ha raccolto
tutti i contenitori dicendomi: "mi hai detto di liberarti quando
lo riterrò opportuno e credo che sia giusto aspettare il nuovo week
end prima di liberarti" ed è uscito richiudendosi la porta alle
spalle, sono rimasta inebetita, ma se lui aveva deciso cosi avrei
accettato umilmente la sua decisione senza protestare, d' altra parte
non credo potessi avere un' altra
alternativa..........................