26 dicembre 2021
170 - Un vecchio compagno di scuola 3 parte
28 novembre 2021
169 - Un vecchio compagno di scuola 2 parte
24 ottobre 2021
168 - Un vecchio compagno di scuola
Stavo passeggiando per il centro quando, per una piccola disattenzione urto con un passante, mi giro e mi scuso dicendo che ero distratta, anche lui si scusa ma poi mi fissa in modo inconsueto, mi riconosce e si presenta: "ciao ti ricordi di me? Antonio, 5° C, terzo banco seconda fila, proprio dietro di te, ti ricordi quanti dispetti ti facevo durante le lezioni?", certo che mi ricordo, era un ragazzo che oltre ad essere dispettoso era anche bruttino ed io non me lo filavo per niente, adesso è notevolmente cambiato, ha un bel fisico ed una bella presenza, anche i suoi modi sono cambiati è molto più serio ed elegante, ha cambiato anche il modo di esprimersi, davvero irriconoscibile.
Andiamo in un ristorante poco distante, entriamo e ci sediamo ad un tavolo, inizia a raccontarmi la sua storia, dopo la scuola i suoi genitori si sono trasferiti in un altra città dove lui ha iniziato a lavorare, poi l'azienda per cui lavorava ha aperto una filiale proprio qui ed allora è ritornato, ha acquistato una casa poco fuori città dove adesso abita.
Con le gambe che mi tremavano sono scesa nel seminterrato ed ho iniziato a perlustrare tutte le stanze, ero curiosa e certa che avrei trovato qualcosa di veramente interessante e molto eccitante, se effettivamente la casa era abitata da un rapitore seriale doveva per forza esserci qualcosa di veramente eccezionale dove tenere segregate le sue vittime, poi, aperta una porta mi sono ritrovata in una stanza divisa da una grossa inferriata, una piccola cella simile a quella di una prigione al cui interno c'erano un lettino ed il necessario per i bisogni del prigioniero, avevo trovato quello che mi ero immaginata, ero eccitatissima, mi sono diretta verso il cancello e con fare tremante ho provato a spingerlo per vedere se si apriva, era chiuso saldamente, sono rimasta immobile pensando a cosa poter fare, mentre la mia fantasia viaggiava a tutta velocità, il mio ex compagno di scuola non vedendomi risalire era sceso ed era rimasto fermo ad osservarmi per molto tempo, intuendo i miei turbamenti mi ha toccata una spalla facendomi trasalire, poi con voce tenue e sensuale mi ha sussurrato: "credo che tu abbia il desiderio di entrare li dentro", ha preso un mazzo di chiavi ed ha aperto la serratura poi ha spinto il cancello che si è aperto con un sinistro cigolio, sono entrata con le gambe tremanti, in preda ad una fortissima emozione gli ho chiesto di chiudermi dentro.
Ha acconsentita alla mia richiesta, ha chiuso il cancello a chiave mentre io mi appoggiavo alle sbarre infilando le braccia tra di esse, l'ho visto allontanarsi per tornare subito dopo con un paio di manette che prontamente ha chiuso sui miei polsi, "queste sono l'eredità del vecchio proprietario, credo che le usasse per immobilizzare le sue vittime", cosi facendo non solo aveva chiusa dentro la cella ma anche ammanettata alle sbarre.
26 settembre 2021
167 - Ho finto di essere ubriaca
Mi dovevo recare ad una festa di compleanno di una mia carissima amica, ma poiché era molto distate da casa mi e non avevo voglia di guidare ho chiesto un passaggio ad un nostro amico comune il quale con molto piacere ha accettato di darmi un passaggio, premettendo pero che doveva portare anche un'altra coppia che avremo preso a bordo durante il tragitto.
Durate tutto il viaggio non ha fatto altro che contestare perché non gli andava bene quella cosa poi quell'altra, è stato un viaggio da incubo stare ad ascoltarla mentre suo marito subiva senza dire una parola, poi, finalmente arrivati alla festa sono riuscita a staccarmi da lei ed a mescolarmi con gli ospiti in modo da non sentire più i suoi lamenti e spropositi.
La sua presenza arrogante mi aveva indispettito ed al solo pensiero che sarei dovuta tornare in auto con lei ed ascoltare tutte le sue idiozie per tutto il viaggio mi metteva di malumore, dovevo trovare un modo per renderla inoffensiva e fargliela pagare lo scotto della serata.
Ho pensato a lungo sul da farsi, poi un'idea brillante, avrei fatto finta di ubriacarmi e adducendo questo stato il viaggio di ritorno sarebbe stato tutto un gustoso programma, cosi ho iniziato a riempire calici di alcolici che invece di bere, senza farmi vedere, riversavo nelle aiuole del giardino, dopo un po' ho iniziato a comportarmi come un'ubriaca portando l'allegria della festa ad un livello estremo, cosi tutti quanti ha creduto che il mio comportamento fosse dovuto all'eccessiva quantità di alcol che avevo bevuto, sono andata avanti cosi per tutta la sera facendo indispettire enormemente la signora.
Quel meraviglioso cazzo mi arrivava in fondo alla gola, avrei voluto succhiarlo con grandissima voracità ma non potevo certo farmi vedere o sentire, cosi ho deciso che lo avrei deliziato con la mia lingua e la mia gola e cosi è stato, ogni tanto con la scusa di accomodarmi sul sedile gli facevo un affondo mandandolo in visibilio.
A circa meta viaggio, dopo un affondo stratosferico mi ha riempito la bocca con il suo delizioso nettare, ho ingoiato tutto lenza farmene uscire neanche una goccia, soddisfatto della prestazione si sarebbe voluto ricomporre ma io, imperterrita, l'ho trattenuto quasi con forza dentro la mia bocca ed ho continuato con quel gradito ed estenuante succhiamento, nonostante la sua abbondante venuta ed il mio meticoloso impegno è rimasto duro e pronto per un successivo estenuante round.
Accortosi che stavamo per arrivare a destinazione, ha chiesto bonariamente al guidatore dove fossimo, la risposta e stata che mancavano solo pochi chilometri, ho capito che dovevo finire in fretta cosi senza riguardo ne ritegno gli ho fatto due succhiate da capogiro ed il risultato è stato eclatante.
Felice e soddisfatta ho detto al mio amico: "appena arriviamo a casa non andartene ma sali con me perché ho voglia di succhiare un vero cazzo senza nessun ritegno........... mi ha sorriso ed ha accettato con grandissimo piacere il mio invito.............
29 agosto 2021
166 - Come cercare l 'ago nel pagliaio
Il giorno dell'appuntamento ci presentiamo puntuali a casa di Francesca e dopo averi accolte con amore ed affetto ci accompagna in una dependance che una volta era adibita a stalla per le mucche, l'aveva restaurata conservandone tutte le caratteristiche originarie, per l' occasione aveva cosparso di paglia tutto il pavimento, poiché ci paragona alla stessa stregua delle mucche vuole legarci nello stesso modo in cui erano legati una volta gli animali, non sono mai stata legata su di un letto di paglia, ma lo trovavo fantastico e pure Martina era d'accordo su quello che ci stava proponendo, eravamo molto eccitate, cosi accettiamo entrambe la sua proposta.
L' ambiente era meraviglioso, le spesse mura ed un bellissimo soffitto a volta creavano un ambiente incredibile, con le grosse catene che ci legavano potevamo immaginare di essere rinchiuse nelle segrete di un castello medievale, la nostra fantasia si era invaghita della nostra mente, ci sentivamo trasportate in mondo fantastico, poi dopo alcune ore Francesca è tornata ci ha consegnato una piccolissima chiave grande quanto uno spillo ad ognuna di noi dicendoci: "ho un impegno urgentissimo a cui non posso mancare, ma voi prendetevi tutto il tempo che volete e quando decidete di andarvene potete usate la chiave per liberarvi, ma c'è un'ultima cosa che devo dirvi, le chiavi che ho dato ad ognuna di voi aprono le catene dell'altra, fatene buon uso e divertitevi ...........", è uscita accostando la porta lasciando la stalla nella semioscurità, ci siamo guardate un po' incredule e per confermare quello che aveva detto corrispondeva a verità abbiamo provato le chiavi nelle serrature delle rispettive catene ed abbiamo constatato che quello che aveva detto corrispondeva alla verità, per liberarci dovevamo scambiarci le chiavi, ma come potevamo farlo se le catene non permettevano di arrivare a toccarci al centro della stanza?
Adesso capivo perché Francesca ci aveva incatenate distanti l' una dall'altra, aveva immaginato che per liberarci ci dovevamo tirare le chiavi ed aveva previsto che non saremo riuscite a prenderle, cosi sarebbero cadute per terra ed a causa della grande quantità di paglia sul pavimento sarebbero state introvabili.
27 luglio 2021
27 giugno 2021
164 - Self bondage con imprevisto
Ero stesa sul tappeto, incatenata, bendata ed imbavagliata già da un po' di tempo, stavo godendo nella mia prigionia quando ho sentito aprirsi la porta e dei piccoli passi avvicinarsi a me, ho pensato che fosse il mio compagno che era ritornato a casa prima del previsto ed ho pensato che molto probabilmente avrebbe interrotto il mio stato di benessere liberandomi dalle catene, lo sentivo respirare davanti a me, immobile senza fare nulla come se fosse ammaliato dalla mia bellezza, mi piaceva quel suo silenzio e la sua immobilità, ero certa che mi stava guardando ed ammirando in ogni parte senza tralasciare un solo centimetro del mio corpo e questo mi rendeva euforica ed eccitata.
Non c'è cosa più esaltante che trovarsi legata ed avere un grosso cazzo infilato prepotentemente in fondo alla gola, questa situazione mi stava regalando un intenso piacere al punto da avere un orgasmo strepitoso e contemporaneamente mi ha eruttato dentro la bocca una valanga di nettare dolcissimo, non ho fatto in tempo ad ingoiarlo tutto che un' altro cazzo durissimo si è sostituito al suo, sono rimasta perplessa, di chi era il secondo cazzo?
Dopo avermi abbeverata con il loro nettare qualcuno ha rimesso al suo posto la ball-gag ed il leggero click della serratura del portone che si chiudeva, mi ha fatto capire che se ne erano andati tutti e di essere rimasta nuovamente sola.
Erano ormai trascorse molte ore da quando i miei "graditi ospiti" se ne erano andati lasciandomi legata, ho cercato in tutti i modi di togliermi la benda strusciando la testa contro il radiatore, con il rischio di farmi del male, ho dovuto faticare molto perché me l'avevano legata molto stretta, ma alla fine anche se mi sono procurata alcuni graffi sul volto sono riuscita a toglierla, appena sono riuscita ad aprire gli occhi sono andata alla ricerca della chiave e con mio sommo stupore l' ho vista appoggiata sopra un piccolo tavolo, troppo lontano per poterla recuperare, un senso di rabbia mi ha pervaso tutto il corpo, appena rientrato in casa, il mio compagno, si sarebbe subito accorto di ciò che era successo in sua assenza e non credo che l'avrebbe presa bene, ma purtroppo non potevo farci niente, avrei accettao qualsiasi situazione.
30 maggio 2021
163 - La camicia di forza
Per prima cosa mi hanno fatto spogliare completamente poi mi hanno aiutato ad infilare le braccia in quelle che sembravano due maniche molto lunghe e poiché le mani non riuscivano ad uscire dalle stesse mi sono permessa di criticare dicendo che forse avevano sbagliato la taglia, la risposta è stata immediata: "non preoccuparti la taglia è perfetta", poi con l'aiuto di tutti, finalmente sono riuscita ad indossarlo, era un capo molto strano, simile ad una giacca ma con le maniche talmente lunghe che le mani rimanevano dentro le maniche, allacciato intorno al collo con una grossa cintura ed un'altra intorno alla vita lasciava scoperto il mio abbondante seno, una volta infilate le maniche mi hanno fatto mettere le braccia conserte sul davanti, poi hanno tirato le maniche avanzate dietro la schiena facendoci un robusto nodo, solo allora ho capito che era una camicia di forza simile a quelle usate una volta nei manicomi, ma realizzata un morbidissima pelle.
Essere bloccata in quel bellissimo capo di abbigliamento mi eccitava moltissimo, ho provato a divincolarmi per vedere sarei riuscita a liberarmi ma l' unica cosa che ottenevo era far eccitare tutti i presenti che vedendo i miei grossi seni ballare sensualmente sul mio torace diventavano sempre più euforici e scalmanati, sono andata davanti allo specchio e guardando la mia immagine riflessa mi sono molto eccitata, lo stesso effetto l' hanno avuto i miei amici che senza perdere un attimo di tempo mi hanno fatta inginocchiare e dopo aver estratto i loro cazzi duri me li hanno infilati prepotentemente in bocca uno dopo l'altro.
Non sono riuscita a trattenermi e colta da una fortissima eccitazione li ho succhiati tutti con grandissimo piacere, uno dopo l'altro hanno riempito la mia bocca ed hanno eruttato il loro nettare dentro il loro squisito nettare, non ne ho perso nemmeno una goccia.
Al termine della battaglia, dopo che ognuno aveva goduto in abbondanza scaricando dentro di me il suo piacere, il mio compagno ha pensato bene di togliersi la cintura dei pantaloni e con quella legarmi le gambe, altri l' hanno imitato ed io mi sono ritrovata immobilizzata sul tappeto senza avere la minima possibilità di movimento, una delle mie amiche ha frugato dentro la scatola che conteneva il regalo ed ha estratto una grossa ball-gag, è venuta verso di me roteandola tra le mani: "ci siamo dimenticate del pezzo migliore, ora che non hai la bocca occupata sarebbe un peccato lasciare questo bellissimo regalo inutilizzato" e senza esitare me l' ha infilato in bocca e lo ha allacciato ben stretto dietro la testa.
25 aprile 2021
162 - Il secondo invito a cena
Era trascorso poco tempo da quando Luigi mi aveva invitata a cena, ed io arrivata anticipatamente lo avevo sorpreso a fare "self bondage" legato ad una sedia, mi ero molto divertita e sono certa che ancora adesso si stia domandando chi era colei che lo aveva dolcemente dominato, ma tutto questo non mi importava, ero stata felice, avevo passato un pomeriggio al top e mi ero goduta quel meraviglioso incontro, speravo vivamente che, una volta riavutosi dal fatidico incontro capisse che colei che aveva approfittato della sua situazione ero io e mi proponesse un nuovo incontro.
Ha ritrovato la calma e la serenità, ho visto i suoi occhi brillare con una luce diversa, ha capito che in me avrebbe trovato quello che stava cercando, "una dominatrice" che lo avrebbe sottomesso senza remore e che finalmente poteva godersi liberamente il suo stato di "schiavo" nel modo migliore che si era sempre sognato.
Volevo che il nostro secondo incontro fosse speciale e lo ricordasse per sempre, per l'occasione ho indossato un abitino in latex rosso talmente aderente da far intravedere anche il più piccolo dettaglio del mio corpo, mi sono guardata allo specchio ed ho deciso di togliere reggiseno e mutandine, appena mi avesse vista avrebbe percepito che sotto il vestito non avevo nulla e questo certamente lo avrebbe maggiormente eccitato ed era quello che io volevo.
Arrivata a casa sua ho trovato la porta socchiusa come gli avevo chiesto, sono entrata e l'ho trovato nel salone legato ad una sedia, questa volta aveva usato del nastro adesivo, ho girato intorno a lui per controllare meglio, si era legato le gambe alla sedia ed i polsi dietro la schiena, ma quella legatura a me non piaceva, troppo blanda, si sarebbe potuto liberare con un minimo sforzo e questo io non lo tollerava, cosi sono andata a prendere la mia borsetta dalla quale ho prelevato un bellissimo paio di manette in acciaio lucente e gliele ho chiuse intorno ai polsi, adesso era tutto perfetto, la serata poteva iniziare.
Eccitatissima, mi sono subito chinata, ho aperto la patta ed una volta estratto quel meraviglioso cazzo me lo sono fatto sprofondare in fondo alla gola, ho succhiato con energia e passione, ma non volevo che finisse in un attimo, cosi mi sono ritirata, sono indietreggiata e mi sono tolta il vestito lasciandolo cadere ai miei piedi, per poi allontanarlo con un calcio.
27 marzo 2021
161 - Un vecchio amico 2 parte
Ho subito capito che quel gioco lo eccitava molto e lo avrebbe messo in pratica come gli avevo chiesto, ha raccolto la catena e mi ha portata nel seminterrato proprio come avesse il suo cane al guinzaglio, giunti davanti alla stanza dei giochi gli ho chiesto di aprire la porta, portarmi all' interno e collegare la catena che teneva in mano ad un grosso anello fissato sul muro con quel lucchetto che era agganciato all' anello stesso, non capiva perché gli chiedessi questo, allora gli ho spiegato: "questa prigione l' ho fatta realizzare quando ho ristrutturato la casa ed ho dovuto sudare sette camicie per non far capire cosa ci volevo fare, io la definisco "la mia stanza dei giochi", ma per giocarci occorre essere in due e da quando sono tornata single non sono più riuscita ad utilizzarla e devi credermi ne ho un forte desiderio, voglio che tu mi chiuda qua dentro e solo quando lo riterrai opportuno potrai tornare a liberarmi, da questo momento sano completamente nelle tue mani, non avrò nessuna possibilità di liberarmi ne di chiedere aiuto, la porta si apre solo dall' esterno ed i muri sono perfettamente insonorizzati, anche se mi mettessi ad urlare nessuno potrebbe mai sentirmi ed aiutarmi, sono certa che esaudirai questo mio desiderio".
Incatenata dentro la mia cella stavo vivendo una sensazione fantastica, provavo un piacere immenso sentire le catene che mi legavano saldamente alla parete, mi sono accorta che non avevo portato ne cibo ne acqua e con il passare del tempo la fame e la sete si facevano sentire, la fiducia riposta nel mio amico stava piano piano affievolendosi, sono cosi passata dalla felicita alla preoccupazione e paura incontrollata, ho iniziato ad urlare ed urlare ben sapendo che nessuno mi avrebbe mai sentita, poi come per incanto la porta si è aperta ed è apparso lui il mio salvatore, è entrato portando dell'acqua e del cibo, dopo averlo poggiato per terra mi ha detto: "forse, lo gusterai meglio se rimani ancora legata" aveva ragione, ho accennato di si con la testa mentre divoravo quello che mi avevo portato, è stato il pranzo più buono e gustoso che avessi mai mangiato.
27 febbraio 2021
160 - Un vecchio amico
Dopo avermi osservata in ogni dettaglio ed essersi complimentato e notevolmente eccitato mi ha chiesto: “ti piace farlo sempre allo stesso modo?”, “certamente, anche se ci siamo allontanati per molto tempo, i miei gusti sono rimasti sempre quelli”, “purtroppo questa volta non saprei come accontentarti, non ho con me neanche una cordicella, non saprei come fare”, “non preoccuparti porto sempre con me quello che mi serve per rimediare in casi come questo” e così dicendo sono andata a prendere la mia borsetta da dove ho estratto un paio di manette ed un paio di leg irons, sono tornata verso di lui e glieli ho consegnati, poi mi sono girata, ho messo le mani dietro la schiena ed ho atteso che mi ammanettasse.
Dopo il primo assalto si era sdraiato a pancia in su per riprendere fiato, io lo guardavo con malizia ed ammirazione, non sono riuscita a resistere, benché fossi ammanettata, sono riuscita ad avvicinarmi, sdraiarmi sopra di lui e prendergli in bocca il suo meraviglioso cazzone, in un primo momento ha cercato di farmi desistere ma la mia bocca sul suo attrezzo lo ha eccitato fin troppo e così si è lasciato andare e si è gustato quel meraviglioso pompino.
Sono rimasta inebetita, non avrei mai pensato che avesse lasciato la cantina come era quando stavamo insieme, c' era ancora la vecchia catena fissata al muro che tante volte mi aveva tenuta prigioniera, il vecchio cancello di ferro arrugginito, l'aria era satura di quel classico odore di muffa che tanto adoravo, era rimasta come l' avevamo lasciata tanti anni fa e come allora ho provato a liberarmi ma la catena era ancora ben salda sul muro, ancora una volta ero sua prigioniera.
Assorta nei miei torbidi pensieri ho cercato di non allarmarmi più del dovuto ma di godermi questa strana avventura che mi era inaspettatamente capitata sperando che si risolvesse nel migliore dei modi.