24 febbraio 2018

L' esperimento

Avevo visto su National Geographic un documentario molto interessante, da cui trarre spunto per i miei giochi, un uomo doveva vivere in un locale senza porte ne finestre, con pareti bianchissime, illuminato giorno e notte, il protagonista dopo numerosi giorni passati dentro quel luogo aveva  perso completamente ogni cognizione del tempo.
Avevo subito pensato: "sarebbe meraviglioso poter essere imprigionata in un luogo dove il tempo si ferma e non riesci più a sapere da quanto tempo sei imprigionata e per quanto tempo ancora dovrai aspettare prima di riavere la tua libertà", ero decisa a fare un simile esperimento per provare le stesse emozioni che mi ero immaginata quando avevo guardato quel documentario, avevo il posto adatto e con l' aiuto del mio compagno avrei messo in atto ciò che avevo visto.
Al momento della ristrutturazione della casa avevo fatto costruire nella cantina un locale senza finestre, insonorizzato, isolato termicamente con ricambio di aria costante, pavimentato da materiale speciale in modo da starci comodamente nuda, avevo fatto installare un piccolo WC ed un rubinetto per l' acqua,  un piccolo e comodo lettino, la porta apribile solo dall' esterno che, una volta chiusa faceva il pari con il muro dando l' illusione che non esistesse, tutte le pareti dipinte di un grigio profondo un modo da dare un po' di teatralita a tutto l' ambiente, di lato sulla parete della porta un pulsante per la chiamata di emergenza e sulla parete di fronte alla porta una lunga catena terminante con un collare d' acciaio, era il mio luogo ideale per ripetere l' esperimento.
Al mio compagno avevo spiegato tutto quello che avevo in mente, non era d' accordo ma vedendomi fermamente decisa su ciò che volevo fare ha acconsentito ad aiutarmi mettendo un punto fisso: " per darmi una lezione casomai avessi avuto un ripensamento avrebbe disabilitato il tasto di emergenza per i primi 3 giorni", era un tempo ragionevole, ne lungo ne corto, ma non potevo farlo da sola avevo bisogno del suo aiuto ed il suo aiuto era condizionato da questo, qualcosa dentro mi diceva di rinunciare ma la voglia di essere provare era troppo forte, ci stavo pensando da troppo tempo e rinunciare sarebbe stata una fortissima delusione, anche se, a suo dire, mi sarebbe costato molto sacrificio, ho accettato incondizionatamente.
Alcuni giorni prima dell' inizio ho portato dentro la mia prigione una quantità di cibo che mi sarebbe dovuta bastare per almeno 15 giorni, l' ho messa dentro dei cartoni e posizionati sotto il lettino, dalla mia collezione ho preso una serie di manette combinate con leg irons molto pesanti costituite da bracciali alti 2 centimetri e chiudibili con una chiave speciale che al momento ho messo dentro la cella, infine ho provato l' efficienza del pulsante di emergenza, le luci e la chiusura della porta, tutto era perfetto potevo iniziare.
Il giorno stabilito, siamo scesi nella cantina e davanti a quella che sarebbe stata la mia cella per i prossimi giorni, mi sono spogliata lasciando tutti i vestiti all' esterno, sono entrata, ho raccolto le catene ed ho chiuso a chiave i ceppi sui polsi e sulle caviglie, ho preso il collare e l' ho chiuso sul mio collo, dopo aver controllato che tutte le serrature fossero ben chiuse ho gettato la chiave oltre la porta, il mio compagno che seguiva interessato tutti i preparativi mi ha detto che avevo un' ultima possibilità per rinunciare, ho risposto: "no va tutto bene", è uscito, ha chiuso la porta  le luci si sono abbassate mettendo la cella dove ero rinchiusa in penombra, la mia avventura era iniziata.
Essere rinchiusa nella mia prigione mi rendeva euforica, era come se fossi in un altro mondo, il silenzio era rotto solo dal piacevole tintinnio che le catene facevano quando mi muovevo la luce costante mi allontanava dalla realtà, ero felice e serena e come una bambina mi sono rannicchiata sul lettino e mi sono addormentata.
Nei preparativi avevo dimenticato una cosa importante, mi ero dimenticata di portare qualcosa da fare per passare il tempo, dentro la cella non c' era nulla, solo io, le catene ed un po' di cibo, troppo poco per una lunga permanenza, mi sono agitata sono andata in paranoia, non riuscivo a capire quanto tempo avessi già trascorso, avevo dormito alcune volte ma non riuscivo a quantificarne il tempo, la mia permanenza dentro quel luogo stava diventando impossibile, ho deciso che avrei terminato qui l' esperimento, mi sono diretta verso il pulsante di emergenza pronta a premerlo ma la catena che avevo al collo mi impediva di arrivarci, non capivo perché, prima di iniziare avevo controllato tutto perfettamente e la lunghezza della catena era abbastanza lunga da permettermi di premerlo, ho scorso tutta la catena e mi sono accorta che un lucchetto aveva accorciato la catena di un metro, era stato senza dubbio il mio compagno che per darmi una sonora lezione, senza che me ne accorgessi aveva messo quel maledettissimo lucchetto per impedirmi di usare il pulsante di emergenza.

Ero veramente nei guai, il solo modo di chiedere aiuto era quel pulsante ed io non potevo raggiungerlo, la mia speranza di essere liberata era nelle sue mani, dovevo sperare che avesse un piccolo ripensamento per lo scherzetto che mi aveva fatto e mi liberasse quanto prima.
Dal momento che ho scoperto che non avrei potuto chiedere aiuto, l' eccitazione che avevo all' inizio era scomparsa, adesso ero costantemente agitata e depressa, il luogo dove ero rinchiusa mi stava facendo impazzire, la mancanza di suoni e riferimenti naturali portava all' estremo la mia sopravvivenza, nei pochi momenti in cui riuscivo ad addormentarmi al risveglio avevo perso ancora di più la cognizione del tempo.
Dopo una massacrante attesa, finalmente la porta si è aperta è apparso il mio salvatore: "credo che il tuo esperimento si finito ed è ora che tu torni nella realtà", mi ha liberata dalle catene e mi ha portata in casa, timidamente gli ho chiesto quanto tempo sono rimasta rinchiusa, mi ha risposto tranquillamente: "quindici giorni, credi che possano bastare? ", sono rimasta sbalordita non pensavo cosi tanto........ "sono più che sufficienti e credo che possono bastare...........si possono bastare..............

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