10 giugno 2017

Le segrete del Castello

Era trascorso quasi un mese dalla nostra visita al castello, quando Martina, tutta euforica mi chiama dicendomi che il nostro amico Simone, il custode del castello, gli ha comunicato che la settimana prossima sarà a nostra completa disposizione perché il castello è chiuso al pubblico ed i proprietari sono via, mi ha garantito che ti farà provare il brivido di essere incatenata e rinchiusa nella cella più segreta e tetra del castello.
Il solo pensiero di essere rinchiusa in una cella segretissima mi ha provato una fortissima eccitazione ma al tempo stesso anche molta paura, il ricordo di quella cella tetra e buia aveva lasciato il segno, la paura di ripetere una simile avventura stava avendo il sopravvento e non ero intenzionata a ripeterla, ma la mia amica Martina aveva tutto l’ interesse perché accettassi e ha fatto di tutto per convincermi, dandomi della fifona, parolaia e ricorrendo persino al ricatto, colpita nel mio orgoglio ho dovuto accettare.
Ho trascorso tutta la settimana in uno stato di fortissima eccitazione, finalmente avrei immedesimato la damigella rinchiusa in una  vera cella del medioevo, adesso potevo realizzare i miei sogni, ma nel contempo un fortissima paura mi sconvolgeva, non ero sicura di me stessa di come avrei reagito nel momento che i miei carcerieri avrebbero chiuso la porta, ma ormai era troppo tardi e non mi potevo rimangiare la parola data.
Il giorno fatidico ci siamo presentate all’ appuntamento, dopo i saluti Martina ha voluto perdere tempo ed ha chiesto di portarmi subito nelle segrete, abbiamo sceso le solite scale della volta precedente, abbiamo oltrepassato la cella dove ero stata rinchiuse ed in fondo abbiamo sceso un’ altra rampa di scale, l’ ambiente, l’ ambiente era sempre più tetro e la piccola lampada che portava Simone lo rendeva ancora più angosciante, ero fortemente tentata di rinunciare ma la mia amica Martina, posizionata dietro le mie spalle, non me lo avrebbe mai permesso, infatti ad ogni mia incertezza si prodigava a spingermi energicamente in avanti.
Arrivate davanti ad una grossa porta rinforzata con sbarre di ferro ho avuto un attimo di esitazione, dello stesse parere non erano i miei amici che con fare autoritario mi hanno spinto dentro e raccolte le catene dal pavimento le hanno chiuse sui miei polsi poi dopo avermi sollevato le braccia hanno bloccato, con un lucchetto, le catene sopra la testa, in quel momento ho avuto paura, l’ ambiente era irreale, ho gridato, volevo rinunciare, Martina per calmarmi prima mia ha abbracciata poi mi ha infilato la sua lingua in bocca e per finire con decisione mi ha strappato le mutandine ed infilato due dita dentro la fica, in quell’ istante tutte le paure sono scomparse lasciando il posto ad fortissimo orgasmo.
I miei carcerieri sono usciti dalla cella chiudendo la porta a chiave, il grande piacere che avevo provato mi stava abbandonando, appena tornata alla realtà ho preso visione della situazione in cui mi ero cacciata, la cella buia e malsana con una piccola apertura sul soffitto che faceva entrare a fatica un piccolo raggio di luce, un’ infinità di ragnatele che si appiccicavano alla mia pelle, tutto intorno una grande quantità oggetti accumulati nel tempo facevano capire che quella cella non era stata più usata da molti anni ed io adesso mi trovavo rinchiusa ed incatenata, un vero incubo.
Mentre ero rinchiusa ed incatenata ho avuto modo di riflettere e sono arrivata ad una conclusione: dentro a quella cella c’ erano troppi oggetti abbandonati da secoli, le catene dovevano chiudersi con molta difficoltà ed invece è stato facilissimo chiuderle su di me,  la mia amica Martina ed il custode avevano programmato da tempo la mia “avventura”, ho tratto la conclusione che accettando ho favorito il loro scopo.
Dopo molte ore passate a tormentarmi in quella tetra cella, finalmente la porta si è aperta e la mia amica è apparsa sulla porta, prima ha aperto il lucchetto che teneva le mie braccia incatenate alla parete poi mi ha detto: “voglio dardi una bellissima notizia, Simone ci concede di restare al castello tutta la notte, io la trova favolosa, tu cosa dici accettiamo……….” e senza aspettare la mia risposta ha bloccato la parte terminale della catena ad un anello sul pavimento, poi con ironia mi dice: “sono felice che tu abbia accettato, ci vediamo domani mattina……..” ed esce chiudendo nuovamente la porta.
Ero arrabbiatissima, non approvavo le loro decisioni, non avevo accettato le sue richieste, mi trovavo nuovamente rinchiusa dentro quella orrida cella, non sarei mai riuscita ad uscire da li dentro con le sole mie forze per cui ho dovuto rassegnarmi e cercare di trascorrere il tempo rimanente nel miglior modo possibile, ma non sarebbe stato facile, il buio ed il cattivo odore invadevano oltre che l’ ambiente anche la mia mente, sarebbe stata una nottata da incubo……………………………………… ma perché mi lamento, non è quello che vado sempre cercando………………….