30 novembre 2017

Ripetere l' avventura

Un pomeriggio avevo invitato a casa mia le mie amiche, mentre sorseggiavamo un drink, il discorso  è caduto sull' avventura che Serena mi aveva organizzato: "l' arresto in strada" descrivendola con nei minimi particolari e descrivendo tutte le sensazioni, le paure ed i piaceri che l' avventura stessa ci aveva offerto, le mie amiche seguivano con molto interesse il mio racconto e ne erano visibilmente affascinate, poi a Serena  è venuta un' idea. "perché non ripetere tutte insieme la stessa avventura e questa volta ad essere arrestate sarete in tre..........", le mie amiche prese alla sprovvista non sapevano cosa dire, erano un po' titubanti ma dai loro occhi si capiva benissimo che la proposta era alquanto eccitate molto ma non avevano il coraggio di ammetterlo, io al contrario ho subito accettato ed ero talmente entusiasta che sono riuscita convincerle nonostante la loro ritrosia.
Senza perdere tempo ci siamo truccate in modo molto appariscente, indossato degli abiti che non lasciavano dubbi sui personaggi che dovevamo interpretare ed una parrucca non farci riconoscere casomai qualche nostro amico o conoscente assistesse per puro caso al nostro stravagante gioco, Serena ha voluto utilizzare la sua auto per portarci nella piazzola della medesima strada in modo che una volta scese se avessimo avuto qualche ripensamento non sarebbe stato possibile andarcene senza di lei, per il momento nessuna ha obbiettato ma una volta scese dall' auto la faccenda si è fatta molto seria.
Erano passati pochi attimi dal momento che Serena se n' era andata che molti automobilisti si fermavano e credendo che fossimo delle vere professioniste tentavano degli approcci molto eloquenti che a stento riuscivamo a rifiutare, il tempo passava e più la situazione si faceva sempre più imbarazzante tanto che abbiamo dovuto nasconderci all' interno del boschetto adiacente la strada nell' attesa dell' arrivo della nostra amica che tardava ad arrivare, solo dopo alcune ore di snervante attesa è arrivata con tanto di lampeggiante blu sul tetto dell' auto, gli ultimi automobilisti rimasti, credendo che fosse una retata della polizia, sono fuggiti sgommando ed appena scesa dall' auto,  vestita da poliziotta e con fare autoritario ci ha fatte mettere con le mani appoggiate all' auto a gambe divaricate, poi ci ha ammanettate con i polsi dietro la schiena e con una catena ha collegato le manette, poi con molta calma ha effettuato una lunga ed attenta perquisizione senza tralasciare nessun punto del nostro corpo, quelle mani che frugavano e toccavano in punto del mio corpo mi eccitavano incredibilmente ed a malapena riuscivo a trattenermi, ero vicina a raggiungere un orgasmo, anche le mie amiche apprezzavano quei toccamenti ma il loro desiderio imminente era di allontanarsi in fretta da quel posto prima che qualcuno, insospettito, allarmasse le forze dell' ordine, infine ha preso dei leg irons e li ha chiusi sulle nostre caviglie, come fossimo delle pericolosissime criminali.


Dopo averci legate e perquisite approfonditamente ci ha fatto salite sui sedili posteriori, messe le cinture di sicurezza ed incatenate ai supporti del sedile, poi con tutta calma è partita per portarci "in prigione"....., il gioco era molto eccitante ma un senso di paura e timore aleggiava dentro di noi, temevamo di essere fermati da una pattuglia di veri poliziotti e non credo che vedendoci cosi legate una semplice banale spiegazione sarebbe stata sufficiente, ma a Serena questo non importava e per arrivare a casa sua dove eravamo dirette ha percorso la strada più lunga, prolungando la mostra apprensione, dopo un viaggio interminabile finalmente siamo giunte a destinazione e per evitare gli sguardi indiscreti del vicinato, ha parcheggiato l' auto dentro al suo garage, abbassata la saracinesca siamo scese dall' auto e condotte, sempre ammanettate, nel suo seminterrato dove, per i suoi giochi ed il suo piacere, aveva fatto costruire una vera e propria prigione con tanto celle con sbarre di acciaio, un posto incredibilmente eccitante.


Per controllare che non avessimo armi od oggetti nascosti ha eseguito una seconda minuziosa e sensuale perquisizione, dopo aver rimosse le catene ci ha rinchiuse dentro le celle, sentire il cancello che si chiudeva con un rumore che pareva assordante e la serratura che scattava togliendoci la nostra libertà mi ha procurato un piacere incredibile, assicuratasi che non saremo potute evadere per nessun motivo se n' è andata, solo alcune ore più tardi è tornata, ma il suo sguardo non prometteva nulla di buono, cosi con un sorriso che aveva del perverso ci ha detto: "generalmente quando uno viene arrestato è poi ascoltato dai PM che decidono se convalidare l' arresto o rimetterlo in libertà, purtroppo il mio PM nel fine settimana non lavora cosi resterete rinchiuse fino a lunedì", ci siamo guardate stupite, quel gioco che doveva durare un pomeriggio si stava protraendo più del dovuto e trascorrere tutto il week end rinchiuse non rientrava nei nostri piani, purtroppo per noi solo Serena aveva le chiavi per poterci liberare e conoscendola se aveva deciso cosi nessuno gli avrebbe mai fatto cambiare idea, nonostante le lamentele delle mie amiche ero felice di questo cambiamento di programma e restare tutto il week end rinchiusa dentro quella cella era la parte più bella ed eccitante di questa avventura..................

16 settembre 2017

Sotterrata

Avere una casa in prossimità del lago ha reso le nostre vacanze molto piacevoli, non solo potevo prendere il sole al naturale, ma essendo un luogo molto ritirato potevamo giocare in ogni modo che ci passasse per la testa senza avere la preoccupazione di proteggerci da occhi indiscreti.
Il terreno intorno al lago era sabbioso quindi molto soffice, cosi al mio compagno è balenata una splendida idea, mi ha proposto di scavare una buca dentro la quale mi avrebbe sotterrata fino al collo, era un gioco che avevo fatto da bambina quando andavo al mare con la mia famiglia, cosi ho accettato con molto entusiasmo in modo da rivivere quei momenti felici.
Per creare un po’ di difficoltà ha voluto incatenarmi mani e piedi con delle catene pesanti che avevo portato e che fino ad oggi non avevo mai usato, dei pesanti ceppi ai polsi ed alle caviglie collegati con una grossa catena, poi ha preso una pala e mi ha accompagnata sulla riva del lago dove mi ha ordinato di scavare una buca, gli ho detto che essendo incatenata avevo molte difficoltà ad eseguire il suo ordine, ma è stato irremovibile, si è seduto su di un tronco e mi ha ordinato nuovamente di scavare.
Ho raccolto la pala ed ho iniziato a rimuovere la terra, era molto faticoso ma poi l’ ho trovato veramente eccitante, una schiava costretta a scavarsi una buca dentro la quale il suo aguzzino l’ avrebbe sepolta, era bellissimo, mentre scavavo fantasticavo e gioivo fino a non sentire più la fatica ed il dolore che mi procuravano le catene, dopo alcune ore di duro lavoro sono riuscita a scavare una grossa buca dentro la quale di li a poco mi avrebbe sotterrata.
Era abbastanza profonda, ci sono entrata e mi sono seduta, il collo affiorava sul ciglio, era della misura giusta, ha raccolto la pala ed ha iniziato subito a riempirla, ad ogni palata comprimeva la terra in modo che aderisse perfettamente al mio corpo, in poco tempo la buca è stata riempita ed io mi sono ritrovata  sotterrata fino al collo, ero bloccata dalla terra che circondava il mio corpo potevo muovere solo il collo, quell’ immobilità totale mi piaceva e mi eccitava.
E’ rimasto per molto tempo a contemplare il suo splendido lavoro, ero sicura che la mia situazione lo eccitasse e cosi è stato, si è seduto davanti alla mia faccia a gambe spalancate, ha tirato fuori il suo enorme cazzone e me lo ha spinto in fondo alla gola, non avendo grande possibilità di movimento ho cercato di assecondarlo il più possibile ed è stato meraviglioso, giunto al culmine dell’ eccitazione mi ha riempito la gola per la mia grande felicità, poi con tutta la sua calma si è rivestito, mi ha messo un cappello sulla testa e se n’ è andato, ho provato a richiamare la sua attenzione, chiedendogli di tirarmi fuori da li dentro ma ha fatto finta di non sentire e se n’ è andato.
Rimasta sola ho provato inutilmente a muovermi per potermi liberare, ma sia la terra perfettamente aderente al mio corpo che le catene con cui ero legata mi obbligavano all’ immobilità totale, non so quanto tempo ho passato sotterrata dentro quella buca ed ad essere sincera devo confessare che ho avuto molta paura, poi vicino all’ imbrunire è tornato e mi ha dissotterrata, ha provato a togliermi le catene ma non c’ è riuscito, la terra era penetrata dentro le serrature ed impediva alla chiave di aprirle, non ha insistito molto, anzi per consolarmi mi ha portata a casa e detto se volevo liberarmi potevo rivolgermi al mio amico fabbro perché lui doveva tornare in città e cosi ha fatto, se n’ è andato lasciandomi sola ed incatenata.
Rimasta sola sono andata sotto la doccia cercando di rimuovere più terra possibile da dentro le serrature, ma anche questa manovra è risultata vana, le chiavi non entravano nei loro buchi, cosi sono dovuta ricorrere all’ aiuto del mio amico Carlo, al quale ho dovuto spiegargli che cosa avevamo fatto e di cosa avevo bisogno, alla mia spiegazione dell’ accaduto l’ ho sentito ridacchiare per telefono, poi mi ha detto che mi avrebbe aiutato ma solo all’ indomani perché stasera aveva da fare, poco male, non avendo altre possibilità avrei passato tutta la notte incatenata e questo lo trovavo molto piacevole.
Al mattino è arrivato con tutta la sua attrezzatura, ha controllato le serrature, poi mi ha detto: “ti libererò dalle catene ma prima sai cosa voglio”, non c’ è stato bisogno di dire altro, con molto entusiasmo siamo andati nella camera da letto e con immenso piacere abbiamo scopato..... scopato......... scopato........... per non interrompere quel momento sarei rimasta incatenata per l' eternità ...........................

15 luglio 2017

Sulla riva del lago

Nelle vicinanze della nostra casa c' è un laghetto circondato da molti alberi, non è molto conosciuto e quindi poco frequentato, in estate con il mio compagno ci andiamo spesso per prendere il sole e magari fare un bagno immersi nella natura e lontani da occhi indiscreti, l' ultima volta che ci siamo andati, dopo essermi spogliata, mi sono distesa sulla piccola spiaggia a prendere il sole, lui mi viene vicino e mi sussurra all' orecchio: "oggi non ho tanta voglia di starmene sotto il sole, perché non facciamo qualcosa di speciale?", quel suo qualcosa di speciale mi attizza sempre e senza neanche sapere cosa ha in mente, certa di gustandomi un pomeriggio incantevole, gli dico che sono prontissima per ogni sua richiesta.
Si allontana un attimo per tornare con quattro paletti, mi chiede di spogliarmi completamente, mi  fa stendere sulla sabbia e mi fa allargare braccia e gambe, poi conficca nel terreno i paletti, colpendoli con un sasso a poca distanza dai miei arti, noto che tutti i paletti hanno una lunga catenella, molto probabilmente li aveva preparati prima di venire al lago, la gira intorno ai miei polsi ed alle caviglie per poi chiuderla con un lucchetto, in pochi attimi mi ha legata a croce sulla sabbia, tento di liberarmi, tiro con forza ma i paletti sono ben piantati nel terreno non riesco a spostarli nemmeno di un millimetro, guarda con ammirazione il suo lavoro, ma non è ancora soddisfatto, prende un foulard, lo annoda al centro me lo infila in bocca e lo allaccia ben stretto dietro la testa poi con un' altro mi benda gli occhi, mi piace il modo in cui mi ha legata, sono eccitata e prevedo che il del pomeriggio sarà gustosissimo.
Sono legata, imbavagliata e bendata sotto il sole che bacia la mia pelle, mi rilasso, sento il canto degli uccelli, il frusciare delle foglie e tanti altri piccoli rumori a cui non riesco a dare un' origine, mi immergo nel mondo che mi circonda, sono felice e rilassata, non riesco ne a sentire la presenza del mio compagno e questo mi mette un po' di ansia ma non mi preoccupo perché sono certa che non mi lascerebbe mai alla mercé di tutti.
Immersa nei miei pensieri non mi rendo conto del tempo che è trascorso da quando mi ha legata, credo un paio d' ore anche perché i muscoli delle braccia iniziano a farmi male e vorrei essere liberata, cerco di richiamare la sua attenzione mugolando per quanto mi permette il bavaglio ed agitandomi un po' con il corpo, ma non ottengo nessuna risposta, ho la sensazione che si sia allontanato lasciandomi sola e ben legata, dopo essermi affannata cercando inutilmente di liberarmi sento dei passi avvicinarsi, è lui che ha sentito il mio richiamo e tra poco mi libererà ed allora saprò io come ringraziarlo per la bellissima serata, sento che mi sta girando intorno, sono certa che mi sta osservando da ogni punto di vista e vuole scrutare ogni mio più piccolo dettaglio, poi sento le sue mani che mi accarezzano dolcemente, provo un brivido di piacere, infine si posano in mezzo alle mie gambe, mi sto eccitando, viene sopra di me ed inizia a scoparmi, ho un sussulto, rabbrividisco, il suo corpo emana un profumo di dopobarba che lui non ha mai usato, sono invasa dal terrore: "chi è quell' uomo dentro di me".
Cerco di urlare, di strappare quelle catene che mi tengono legata ma tutto è inutile, stretta in una morsa di terrore mi irrigidisco, non riesco più a muovere un muscolo, spero che questa tortura finisca al più presto, ma il mio violentatore ha una resistenza incredibile che sembra non avere mai fine, se fossi certa che è il mio compagno sarebbe una situazione estremamente eccitante  ma non riuscendo a capire chi fosse quella scopata mi stava andando veramente di traverso.

 Una volta scaricato dentro di me tutto il suo piacere, silenzioso come era arrivato se n' è andato, ero arrabbiatissima, non riuscivo a rilassarmi, mentre lacrime di odio scendevano sul mio volto, sono trasalita di nuovo quando ho sentito altri passi avvicinarsi, ho temuto che il violentatore fosse tornato ed invece era il mio compagno che mi ha liberato dicendomi che si stava annoiando e voleva tornare a casa, con il volto imbronciato ho raccolto i miei vestiti e sono salita in macchina senza dire una parola ma appena chiusa la portiera ho notato che sul porta oggetti c' era una bottiglietta che prima non avevo visto, incuriosita, l' ho presa e l’ ho aperta per annusarla, era lo stesso profumo del violentatore, l' ho guardato scura in volto ed ho visto che sorrideva molto soddisfatto, mi aveva giocato un brutto scherzetto, allora la mia rabbia è esplosa ed ho iniziato a colpirlo sul torace imprecando contro di lui e mentre cercavo di colpirlo ho messo inavvertitamente una mano sul suo inguine ed ho sentito che si stava eccitando, di colpo mi è passata tutta la rabbia, gli ho aperto i pantaloni strappandogli tutti bottoni e tirato fuori il suo enorme cazzone me lo sono fatto sprofondare tutto dentro la bocca ed ho iniziato a succhiare come una pazza, questa volta sono bastati pochi minuti ed è venuto mugolando dentro la mia bocca.
E' vero che mi aveva fatto un bello scherzetto, facendomi passare lunghi attimi di terrore ma è per questo che mi piace e lo adoro....................

10 giugno 2017

Le segrete del Castello

Era trascorso quasi un mese dalla nostra visita al castello, quando Martina, tutta euforica mi chiama dicendomi che il nostro amico Simone, il custode del castello, gli ha comunicato che la settimana prossima sarà a nostra completa disposizione perché il castello è chiuso al pubblico ed i proprietari sono via, mi ha garantito che ti farà provare il brivido di essere incatenata e rinchiusa nella cella più segreta e tetra del castello.
Il solo pensiero di essere rinchiusa in una cella segretissima mi ha provato una fortissima eccitazione ma al tempo stesso anche molta paura, il ricordo di quella cella tetra e buia aveva lasciato il segno, la paura di ripetere una simile avventura stava avendo il sopravvento e non ero intenzionata a ripeterla, ma la mia amica Martina aveva tutto l’ interesse perché accettassi e ha fatto di tutto per convincermi, dandomi della fifona, parolaia e ricorrendo persino al ricatto, colpita nel mio orgoglio ho dovuto accettare.
Ho trascorso tutta la settimana in uno stato di fortissima eccitazione, finalmente avrei immedesimato la damigella rinchiusa in una  vera cella del medioevo, adesso potevo realizzare i miei sogni, ma nel contempo un fortissima paura mi sconvolgeva, non ero sicura di me stessa di come avrei reagito nel momento che i miei carcerieri avrebbero chiuso la porta, ma ormai era troppo tardi e non mi potevo rimangiare la parola data.
Il giorno fatidico ci siamo presentate all’ appuntamento, dopo i saluti Martina ha voluto perdere tempo ed ha chiesto di portarmi subito nelle segrete, abbiamo sceso le solite scale della volta precedente, abbiamo oltrepassato la cella dove ero stata rinchiuse ed in fondo abbiamo sceso un’ altra rampa di scale, l’ ambiente, l’ ambiente era sempre più tetro e la piccola lampada che portava Simone lo rendeva ancora più angosciante, ero fortemente tentata di rinunciare ma la mia amica Martina, posizionata dietro le mie spalle, non me lo avrebbe mai permesso, infatti ad ogni mia incertezza si prodigava a spingermi energicamente in avanti.
Arrivate davanti ad una grossa porta rinforzata con sbarre di ferro ho avuto un attimo di esitazione, dello stesse parere non erano i miei amici che con fare autoritario mi hanno spinto dentro e raccolte le catene dal pavimento le hanno chiuse sui miei polsi poi dopo avermi sollevato le braccia hanno bloccato, con un lucchetto, le catene sopra la testa, in quel momento ho avuto paura, l’ ambiente era irreale, ho gridato, volevo rinunciare, Martina per calmarmi prima mia ha abbracciata poi mi ha infilato la sua lingua in bocca e per finire con decisione mi ha strappato le mutandine ed infilato due dita dentro la fica, in quell’ istante tutte le paure sono scomparse lasciando il posto ad fortissimo orgasmo.
I miei carcerieri sono usciti dalla cella chiudendo la porta a chiave, il grande piacere che avevo provato mi stava abbandonando, appena tornata alla realtà ho preso visione della situazione in cui mi ero cacciata, la cella buia e malsana con una piccola apertura sul soffitto che faceva entrare a fatica un piccolo raggio di luce, un’ infinità di ragnatele che si appiccicavano alla mia pelle, tutto intorno una grande quantità oggetti accumulati nel tempo facevano capire che quella cella non era stata più usata da molti anni ed io adesso mi trovavo rinchiusa ed incatenata, un vero incubo.
Mentre ero rinchiusa ed incatenata ho avuto modo di riflettere e sono arrivata ad una conclusione: dentro a quella cella c’ erano troppi oggetti abbandonati da secoli, le catene dovevano chiudersi con molta difficoltà ed invece è stato facilissimo chiuderle su di me,  la mia amica Martina ed il custode avevano programmato da tempo la mia “avventura”, ho tratto la conclusione che accettando ho favorito il loro scopo.
Dopo molte ore passate a tormentarmi in quella tetra cella, finalmente la porta si è aperta e la mia amica è apparsa sulla porta, prima ha aperto il lucchetto che teneva le mie braccia incatenate alla parete poi mi ha detto: “voglio dardi una bellissima notizia, Simone ci concede di restare al castello tutta la notte, io la trova favolosa, tu cosa dici accettiamo……….” e senza aspettare la mia risposta ha bloccato la parte terminale della catena ad un anello sul pavimento, poi con ironia mi dice: “sono felice che tu abbia accettato, ci vediamo domani mattina……..” ed esce chiudendo nuovamente la porta.
Ero arrabbiatissima, non approvavo le loro decisioni, non avevo accettato le sue richieste, mi trovavo nuovamente rinchiusa dentro quella orrida cella, non sarei mai riuscita ad uscire da li dentro con le sole mie forze per cui ho dovuto rassegnarmi e cercare di trascorrere il tempo rimanente nel miglior modo possibile, ma non sarebbe stato facile, il buio ed il cattivo odore invadevano oltre che l’ ambiente anche la mia mente, sarebbe stata una nottata da incubo……………………………………… ma perché mi lamento, non è quello che vado sempre cercando………………….

13 maggio 2017

Il Castello

L 'altra domenica sono andata con la mia amica Martina a visitare un castello situato a pochi chilometri dalla nostra abitazione, la visita era consentita esclusivamente ai giardini, alla cappella e ad alcuni locali dove erano esposte numerose armature, la nostra curiosità era quella di poter visitare le segrete dove venivano rinchiusi i prigionieri.
Durante la visita abbiamo incontrato il custode, un giovane di bell' aspetto molto simpatico con il quale abbiamo subito fatto amicizia, ci siamo intrattenute per molto tempo a parlare con lui, ci ha spiegato tutta la storia del castello, dei suoi abitanti e dei suoi fantasmi.
Visto che era nata un' amicizia, Martina gli ha espressamente chiesto di poter visitare le segrete,  perché esercitavano, su di me, un fascino ed una curiosità incredibile, mentre io diventavo rossa come un peperone per l’ imbarazzo Martina cercava, con ogni mezzo, di convincere il custode ad esaudire la nostra richiesta e non esitava a provocarlo anche sessualmente.
 Le provocazioni di Martina avevano mandato in visibilio il custode il quale ha accettato di farci visitare il sotterraneo  dove c' erano una serie di celle molto anguste, ma non subito, perché in quel momento i proprietari del castello erano li disobbedendo agli ordini avrebbe rischiato il licenziamento, ci ha proposto di ritornare giovedì prossimo, giorno chiusura per visite nel quale anche i proprietari sarebbero stati assenti, ci avrebbe fatto visitare tutto il castello anche i luoghi più segreti, la promessa era allettante, non potevamo perdere una simile occasione,  saremo ritornate il giorno stabilito.
 Ho trascorso i giorni che mancavano all’ appuntamento in piena euforia, non riuscivo ad immaginarmi cosa avrei visto e trovato, qualsiasi cosa sarebbe stata un’ esperienza esaltante,
Giovedì pomeriggio ci siano presentate all’ appuntamento, Martina era vestita in modo estremamente provocante ed alla sua vista al custode è rimasto senza fiato, immaginandosi la lauta ricompensa che avrebbe ottenuto, ci ha fatto visitare tutto il castello, sale e saloni immensi, pieni di cimeli, affreschi e meravigliosi dipinti, poi la nostra richiesta le prigioni, si è procurato una lampada a petrolio poi da un cortile interno ci ha condotte lungo una scalinata piccola e buia, illuminata solo da una fievole luce della lampada in un sotterraneo dove su ambe le parti c’ erano le celle chiuse da spessissime porte di legna rinforzate con sbarre di  ferro.
Alla vista di quell’ angusto luogo il mio cuore ha iniziato a battere forte per l’ emozione, ero in subbuglio, Martina vedendo il mio stato ha subito chiesto di aprire una cella, il custode ha preso una chiave appesa ad una parete ed ha aperto una cella, io eccitata e titubante mi sono affacciata per visionare l’ interno fermandomi sulla soglia, in quel preciso momento Martina che era alle mie spalle mi ha dato una forte spinta facendomi fare quattro passi dentro la cella e contemporaneamente ha chiuso la porta alle mie spalle, ho cercato di uscire immediatamente ma era troppo tardi il portone della cella era stato chiuso con il grosso catenaccio, sono stata colta impreparata non avevo calcolato di essere rinchiusa, avevo paura cosi ho iniziato a battere i pugni sulla porta gridando di essere liberata, ma dall’ altra parte della porta non ho ricevuto nessuna risposta, quel silenzio era la conferma dei miei sospetti, mi avrebbero liberato solo dopo che avesse fatto i suoi comodi, Martina non era venuta cosi provocante solo per visitare il castello, il suo scopo era un’ altro e per quello non mi voleva tra i piedi, cosi ha approfittato delle mie debolezze ed ha unito l’ utile a dilettevole ed il gioco era fatto.
Rassegnata alla mia detenzione ho guardato dentro la cella controllando ogni particolare e quello che ho visto non è stato piacevole, una cella piccolissima tutte le pareti in pietra con solo una piccolissima finestrella in alto su di una parete dalla quale entra a fatica un raggio di luce, un giaciglio di pietra e niente altro, uno sgradevole odore di rinchiuso fanno il luogo più tetro in cui sono stata rinchiusa, se non venivano a liberarmi non avevo nessuna possibilità di uscire da quel luogo maledetto, più il tempo passava più venivo invasa dall’ angoscia e dalla paura, ho provato a rilassarmi adagiandomi sul duro giaciglio sperando di essere liberata al più presto.
 Ho sentito aprirsi la porta quando dalla finestrella non entrava più la luce del sole, mentre ero già pronta trascorrere tutta la notte dentro quel buco, appena aperta la porta ho abbracciato la mia amica in segno di ringraziamento per avermi liberata, Martina sorridente ha ricambiato l’ abbraccio dicendomi: “adesso ce ne andiamo perché stanno arrivando i proprietari ma torneremo molto presto e in quell’ occasione mi ha promesso che ti richiuderà nella cella più tetra e buia del castello ed in quell’ occasione sarai anche incatenata”.
A sentire il suo programma ho avuto un brivido che mi ha sconvolto ma allo stesso tempo mi ha eccitata enormemente, se ho provato dei brividi ad essere solo rinchiusa figuriamoci ad essere anche incatenata, magari con i ferri dell’ epoca, credo sarà un’ esperienza incredibilmente esaltante………………………….

15 aprile 2017

La collezione

Sta arrivando la bella stagione e  come si fa per la casa è il momento di pulire e mettere in ordine tutti i miei "giocattoli", cosi una sera ho preso tutti i miei oggetti di restrizione (manette, leg irons e lucchetti) le ho messi dentro la lavastoviglie e gli ho fatto fare un accurato lavaggio poi ancora caldi li ha adagiati sul letto e poi con molta cura e dedizione li ho presi uno ad uno e con uno straccetto li ho lucidati rimuovendo le ultime tracce del lavaggio e con una goccia di olio ho lubrificato il meccanismo di chiusura.
Alla fine, molto soddisfatta del il mio lavoro, ho ammirato tutti quei bellissimi oggetti sparsi sul letto, non sono riuscita a trattenermi, erano bellissimi, lucenti e disponibili per essere usati, non ho resistito molto e raccolto il primo paio di leg irons l' ho chiuso con grandissimo piacere sulle mie caviglie, poi sono scesa dal letto ho fatto alcuni passi per guardarmi allo specchio, le mie gambe vincolate da quei ferri luccicanti le facevano apparire molto più belle, quella visione mi piaceva ed allo stesso tempo mi eccitava.
 Però avere solo la gambe legate non mi bastava cosi ho preso un paio di manette e le ho chiuse sui miei polsi, non contenta ne ho prese un' altro paio ed ho fatto la stessa cosa, poi un' altro ed un' altro ancora, le mie braccia erano sempre più bloccate, godevo vedendo la mia immagine riflessa nello specchio, adoravo quel bellissimo luccichio delle manette chiuse sui miei polsi, mi sentivo sempre più bella ed eccitata, cosi ho raccolto l' ultimo paio, un bellissimo paio di "Hiatts 1504" con cerniera e con molta pazienza sono riuscita a chiuderli sui miei polsi, adesso ero contenta, immobilizzata e soddisfatta.
Senza neanche rendermene conto avevo chiuso sui miei polsi più di otto paia di manette e sulle caviglie quattro leg irons, più mi guardavo allo specchio più mi eccitavo, tutti quei ferri limitavano moltissimo i miei movimenti e ciò esaltava il piacere sentirmi impotente, piacevolmente prigioniera.
Il tempo era trascorso velocemente e senza rendermene conto era arrivato il momento in cui dovevo preparare al mio compagno che stava rientrando da lavoro, ho preso le chiavi per liberarmi ma dopo alcuni tentativi mi sono resa conto che era impossibile, l’ ultimo paio, le meravigliose “Hiatts 1504” erano chiuse sui miei polsi con i buchi delle serrature dalla parte sbagliata ed era già la seconda volta che mi capitava, il mio compagno avrebbe avuto molto da ridire sulla mia sbadataggine, sono certa che non sarebbe stato molto contento trovarmi ammanettata e costretta ancora una volta a chiedere il suo aiuto, ho provato in tutti i modi ma tutto è stato vano, rassegnata ho atteso il suo ritorno pronta ad ogni sua reazione.



Appena è entrato in casa, vedendomi ammanettata mi ha detto “ma allora è un vizio farti trovare sempre legata, io penso che tu lo faccia apposta per farti punire per la tua negligenza” non ho risposto ma gli ho solo mostrato i polsi in modo da facilitare la mia liberazione, ha raccolto le chiavi e stava per liberarmi, ma poi ci ha ripensato ed invece di aprire le manette ha liberato le caviglie dai leg irons, mi ha portata in camera e fatta distendere sul letto, ha fatto passare i leg irons tra le sbarre della testata e li ha chiusi sulle manette, immobilizzandomi sul letto.
Con tutta la sua calma si è spogliato, ha preso un paio di forbici ed ha tagliato i miei vestiti poi è salito su di me e mi ha scopato facendomi urlare di piacere, è stato semplicemente meraviglioso, poi si è rivestito mi ha salutato dicendomi: “visto che non hai preparato nulla da mangiare dovremo andare a cenare al ristorante” e  gettando le chiavi sul letto: “se riesci a liberarti puoi raggiungermi li, sarò ben lieto di cenare con te……..”.
Non sarei mai riuscita a liberarmi neanche avessi avuto la forza di rompere le catene tantomeno  a raggiungerlo, voleva darmi una lezione ed aveva trovato un modo che per me sarebbe stato il più piacevole, ho atteso il suo ritorno rilassata e piacevolmente legata immaginandomi il gustosissimo dopo cena…………………………….

15 marzo 2017

Come una principiante 3° parte

Il mio nuovo vicino era entrato a far parte della mia vita in modo permanente, nonostante abitassimo ognuno nel proprio appartamento, le mie visite presso la sua abitazione erano frequenti e molto appaganti a tal punto che non potevo fare a meno di lui.
Un giorno mi comunica che dovrà assentarsi per motivi di lavoro per circa una settimana, gli chiedo se posso seguirlo, mi risponde che l' azienda per la quale lavora non approverebbe cosi sono costretta a restare a casa, sono talmente assuefatta alla sua presenza che non ne posso fare a meno, allora mi viene un' idea, se non posso seguirlo allora faro in modo che sia lui a costringermi a restare, ed il modo più adatto e farmi richiudere e incatenare nella mia prigione situata nel mio seminterrato, è l' occasione giusta visto che da quando mi sono lasciata con il mio ex compagno non l' ho più usata.


Gli spiego cosa ho in mente e lo invito a raggiungermi a mia casa, scendiamo nel seminterrato e davanti ad una parete, che all' apparenza sembra pulita e senza aperture, gli faccio premere un pulsante seminascosto e come per magia si apre magicamente una porta per accedere alla  cella, entriamo e gli spiego che se non vuole portarmi con se dovrà incatenarmi e rinchiudermi li dentro per tutto il periodo che lui sarà assente, gli faccio vedere che posso resistere per molti giorni perché c' è l' acqua corrente ed  il water, manca solo del cibo che naturalmente andremo ad acquistare, è perplesso, gira per la cella controllando ogni dettaglio, raccoglie le catene da terra e le controlla minuziosamente, sono composte da un collare di ferro collegato ad una lunga catena fissata sul muro ed a sua volta è collegato a due ceppi per i polsi e per le caviglie, prova a tirarlo per vedere se è ben fissato, apre il rubinetto dell' acqua e ne beve un sorso come per sincerarsi che fosse potabile, infine fa scaricare il water e ritenuto che tutto fosse perfettamente funzionante mi dice: "ok, andiamo ad acquistare il cibo non vedo l' ora di esaudire il tuo desiderio........", andiamo al supermarket, acquistiamo numerose confezioni di cibo confezionato a lunga conservazione, mettiamo tutto in una grossa scatola di cartone e lo portiamo nella cella.

Mi spoglio completamente e getto i vestiti fuori della porta, poi lo invito ad incatenarmi raccomandandogli di chiudere bene i ceppi perché mi dispiacerebbe molto se riuscissi ad evadere, lui sorride e mi garantisce che non sarà assolutamente possibile che io mi possa allontanare da li, vedermi nuda ed incatenata  lo eccita moltissimo e senza perdere un attimo mi  stende per terra e mi scopa con grandissimo vigore, urlo tutto il mio piacere mentre scarica dentro di me tutto il suo seme, alla fine soddisfatto si è alza e senza nemmeno salutarmi e con l’ indifferenza più totale se n' è va chiudendo la porta alle sue spalle, sento la serratura scattare, finalmente sono la sua prigioniera, non vedevo l' ora che questo accadesse e questo è solo l' inizio.
Era passato molto tempo da quando il mio ex compagno mi aveva rinchiusa li dentro, non ero riuscita a trovare ne la persona ne il momento giusto per usare la mia amatissima prigione, questa era il momento giusto e me lo sarei goduto minuto per minuto, la tenue illuminazione ed il tepore dell’ aria rendevano quel luogo veramente eccitante.
Non sapevo quando sarebbe tornato a liberarmi, il cibo stava quasi per finire ed io avevo perso ogni speranza di salvezza quando ho udito uno scatto molto familiare, la porta si stava aprendo era arrivata l' ora della mia liberazione, l' ho visto entrare e gli sono corsa incontro ma sono stata bloccata subito dalle catene, sono crollata in un pianto dirotto, mi ha abbracciata, accarezzata, baciata ed appena mi sono calmata ho chiesto ardentemente di fare l' amore con lui.
Non mi ha deluso e ha subito iniziato ad esaudire le mie voglie, poi mentre ci stavamo rilassando si è alzato ed ha controllato tutto il locale come se fosse la prima volta che vi entrava e vedendo che in un cartone era rimasto ancora del cibo mi ha detto: " credo che questo cibo sia sufficiente per almeno due tre giorni, sarebbe un peccato doverlo gettare, cosi ho deciso di farti un ulteriore  regalo, ti lascerò ancora rinchiusa in modo da non sprecare nulla" e senza dire altro e uscito richiudendosi la porta alle sue spalle.
Aveva imparato in fretta a comportarsi come un vero padrone, rigido, determinato, autoritario ed insofferente alle mie suppliche, era quello giusto, quello che da molto tempo stavo cercando...........................

15 gennaio 2017

Come una principiante

Durante la mia navigazione in internet mi sono imbattuta in un sito che vende abbigliamento sexy, guardando tra le foto noto un vestitino che assomiglia ad una rete da pesca aderentissimo che accentua la figura della modella mettendo in risalto tutte le sue curve evidenziandone ogni minimo dettaglio, in più la modella indossa una ball gag, manette e leg irons che la fanno più bella ed attraente, il tutto venduto ad un prezzo interessante, non che avessi bisogno di accessori, ne ho una discreta collezione, ma poiché l' abito era venduto insieme agli accessori ho acquistato tutti il kit.
Alcuni giorni dopo il corriere mi consegna il pacco contenente il mio abitino sexy con i relativi accessori, corro in salotto ed apro il pacco, non vedo l' ora di indossarlo, è meraviglioso molto più bello di quello che mi potevo immaginare, mi spoglio completamente e lo indosso, mi aderisce come una seconda pelle, corro in camera e prendo un bellissimo paio di scarpe con un tacco altissimo da abbinare, le indosso, mi guardo allo specchio e quello che vedo mi eccita notevolmente, l' abito tutto traforato mette ancora di più in mostra le mie splendide curve, sono soddisfatta ed anche molto eccitata, decido di indossare anche gli accessori, prendo la ball gag, intonata con il colore del vestito, la infilo dentro la mia bocca e l' allaccio ben stretta dietro la nuca, poi i leg irons sulle caviglie ed infine le manette, che a differenza di quelle indossate dalla modella mi hanno inviato quelle del tipo a cerniera, sono più rigide e limitano maggiormente i movimenti, ma a me vanno benissimo pure quelle.
Mentre sto provando il mio nuovo vestitino compresi gli accessori mi torna in mente che ho un appuntamento e non ho molto tempo, prima di prepararmi per uscire mi voglio guardare ammanettata, ma  per non perdere troppo tempo per liberarmi decido di chiude il polsini solo due clic e poi infilare i polsi dentro i bracciali cosi li posso sfilare agevolmente, tanto l' effetto davanti allo specchio sarà comunque magnifico.
Con indosso tutti gli accessori sono passata davanti allo specchio un' infinita di volte e ogni volta che guardavo la mia immagine riflessa la trovavo molto sexy ed estremamente eccitante, ho continuato ad ammirarmi fino a quando in preda ad una forte eccitazione mi sono lasciata cadere sul divano, immediatamente ho sentito alcuni inconfondibili scatti dietro la schiena,  la pressione del cuscino sul divano ha chiuso le manette strettamente intorno ai miei polsi, impossibile estrarre i polsi senza aprirle, senza perdere la calma mi sono detta: " pazienza, la prossima volta starò più attenta", sono andata a prendere la chiave per liberarmi.
Cerco di infilare la chiave nel buco della serratura delle manette ma non ci riesco, allora ritorno davanti allo specchio per facilitare tale operazione e con mio grande sgomento noto che i buchi delle serrature sono dalla parte sbagliata, posizionate dalla parte dei gomiti, impossibile infilare la chiave con le manette strette all' inverosimile sui miei polsi, impreco contro me stessa per non essere stata attenta, la mia euforia e la voglia incontrollabile di ammirarmi nello specchio mi ha fatto comportare come una vera e propria "principiante" ed adesso che sono sola in casa ed anche imbavagliata non so a chi rivolgermi per chiedere aiuto.
Dopo un lungo periodo di meditazione ho deciso che avrei chiesto aiuto al mio nuovo vicino, avrei accettato tutte le critiche per il mio strano comportamento senz’ altro  era la soluzione più giusta, cosi ho aspettato che facesse buio prima di uscire di casa, non volevo farmi notare da un eventuale passante, più rapidamente possibile, per quanto mi permettevano le catene alle caviglie, ho percorso il tratto di strada che separava le nostre due case, sono entrata nel giardino del vicino, ho suonato il campanello con la testa ed ho atteso che mi aprisse.
 Appena ha aperto la porta e mi ha vista è rimasto come paralizzato, ho accennato ad entrare, si è scansato e mi ha seguito in casa chiudendosi la porta alle spalle, dopo il primo attimo di sbandamento mi ha tolto la ball gag e mi ha chiesto che cosa fosse successo, gli ho spiegato tutto nei minimi dettagli, informandolo anche dei miei gusti un po' particolari poi l' ho pregato di aiutarmi, durante tutta la spiegazione non riusciva a staccare gli occhi di dosso era eccitatissimo, la sua patta dei pantaloni stava quasi per strapparsi, è riuscito a dire solo poche parole: "non avevo mai incontrato una donna ammanettata, cosi attraente e sensuale come te..........................." e scherzando sulla situazione continuava: " se non avessi bisogno di aiuto quasi quasi ti violenterei..............", la mia risposta è stata univoca: "se ti va puoi farlo ma prima rimettimi la ball gag in bocca", non c' è stato bisogno di dire altro, ha rimesso la ball gag al suo posto poi mi ha appoggiata con la pancia  sul bracciolo di una poltrona e mi ha scopato in maniera esaltante................................ sono certa che rimarremo molto amici.........................