7 dicembre 2015

La palla al piede




Ho ricevuto una telefonata da Serena, la quale mi invitava, a casa sua, per il fine settimana, mi ha detto che mentre era in giro a fare acquisti aveva trovato qualcosa di molto speciale che voleva regalarmi, mi sono incuriosita e gli ho chiesto di dirmi cos' era, ma la sua risposta è stata ferma: "niente anticipi, potrai sapere di cosa si tratta solo sabato quando verrai a trovarmi", non mi avrebbe detto nient' altro cosi a malincuore ho riattaccato il telefono sperando che i giorni che mancavano all' appuntamento passassero in fretta.
Finalmente è arrivato il giorno fatidico, eccitata ed incuriosita sono andata a casa di Serena, speravo mi mostrasse subito il regalo ed invece ha iniziato a parlare di tutto tranne del regalo che mi aveva promesso, la mia curiosità era al limite ma non avevo il coraggio di chiedergli nulla, non volevo fargli vedere che ero impaziente, dopo un po che stavamo parlando, prende una borsa e mi invita a fare una passeggiata, accetto molto volentieri e ci incamminiamo per una stradina che porta su per la collina, la casa di Serena si trova alla periferia della città, dopo aver camminato per circa un quarto d' ora poi ci addentriamo in un boschetto fino a raggiungere un capanno quasi nascosto dalla vegetazione ed indicandolo mi dice: "il tuo regalo è li dentro", incuriosita e con le mani tremanti spingo la porticina di legno ed entro, all' interno non vedo nulla, solo quattro pareti disadorne ed in terra della paglia che molto probabilmente è servita per fare da giaciglio a qualche animale, allora Serena sposta un po' di paglia da un angolo e scopre un mucchietto di catene, ad una estremità è attaccata una palla grossa palla di ferro simile a quelle usate per i  carcerati alcuni secoli fa'.
"Questa l' ho trovata da uno che svuota le cantine ed ho subito pensato a te, ho dovuto faticare sette camicie per farmela dare, sono certa che non vedi l' ora di provarla, ma se la vuoi per prima cosa dovrai spogliarti completamente, sono sicurissima che non mi dirai di no", certamente che la volevo, la sola vista di quell' oggetto mi ha eccitata come giovincella al primo appuntamento, non ho perso tempo ed in un attimo sono rimasta completamente nuda, allora Serena ha preso la palla e l' ha spostata al centro del capanno, ho notato che attaccato alla lunga catena c' era un grosso anello aperto che ha subito chiuso sulla mia caviglia destra, era bellissimo, eccitante, mi sentivo una vera schiava, ho provato a fare dei passi ma appena la catena si è messa in tiro il peso della palla ha fatto sentire la sua resistenza e mi ha impedito di allontanarmi da essa, allora ho provato a sollevarla era pesantissima, saranno stati circa dieci chili, ho capito perché la usavano su alcuni detenuti particolari, qualora avessero tentato la fuga gliela avrebbero resa la più dura ed impossibile.
Mentre provavo a fare alcuni passi tirando la palla legata al mio piede Serena ha raccolto un paio di vecchie manette composte da enormi bracciali e me le ha chiuse sui polsi, ero felicissima per il bellissimo regalo, non poteva trovarne uno migliore, mi sono seduta intenta ad ammirare le mie catene e con la coda dell' occhio vedo Serena raccoglie tutti i miei vestiti e riporli dentro la borsa che si era portata, l' ho guardata un po' perplessa, la risposta è stata esplicita: "Carissima Ely ero sicura di averti fatto un bellissimo regalo, ne ero talmente certa che appena lo avresti visto lo avresti apprezzato moltissimo e lo avresti voluto usare subito, cosi ho voluto farti un ulteriore regalo, ho lasciato di proposito le chiavi a casa............ ed adesso puoi vivere la tua avventura come più ti piace e quando ne avrai abbastanza puoi venire a casa mia per liberarti dalle catene..........." e mentre rimanevo a bocca aperta per lo stupore ha raccolto tutti i miei vestiti, li ha infilati dentro la borsa e se n' è andata canticchiando.
Rimasta sola ho valutato la situazione, ero incatenata in un capanno in mezzo al bosco distante circa due kilometri da casa di Serena, con una palla di ferro legata ad una caviglia, nuda ad ammanettata, raggiungere le chiavi non sarebbe stata una passeggiata, sono uscita dal capanno trascinando la palla ed ho subito constatato che per camminare avrei dovevo tenerla sollevata, ma era pesantissima e riuscivo a reggerla solo per pochi passi, mi sono fatta coraggio e piano piano con estrema difficoltà ho preso la via del ritorno, oltre alla palla legata alla caviglia anche i miei piedi scalzi al contatto con le asperità del bosco contribuivano a crearmi enormi difficoltà ma nonostante tutto sono riuscita ad arrivare ai margini del bosco che era ancora giorno, per raggiungere la libertà dovevo ancora percorrere più di meta strada in aperta campagna senza nessun riparo, non volevo farmi vedere, cosi sono rientrata nel bosco e mi sono nascosta tra gli alberi aspettando la notte.
Solo a notte inoltrata, quando ero sicura che nessuno i avrebbe notata ho ripreso il cammino verso la libertà trascinandomi dietro quell' incredibile palla di ferro, era quasi l' alba quando sono giunta a casa di Serena, ho suonato il campanello ma non ha voluto farmi entrare, non voleva essere disturbata, cosi mi sono nascosta nel sottoscala aspettando che si alzasse e provvedesse a liberarmi.
Devo ammettere: è stato un regalo magnifico e nonostante la fatica e tutte le mie paure ho passato un giorno indimenticabile, ho provato tutte le sensazioni di una vera schiava....................

2 novembre 2015

Hotel Alcatraz

Volevo una vacanza, una vacanza veramente speciale, mi sono messa alla ricerca e navigando su internet ho scoperto che in vari parti del mondo ci sono delle prigioni, le quali dopo essere state chiuse sono state trasformate in alberghi di lusso a cinque stelle, dove gli ospiti pagano un sacco di soldi per trascorrere almeno una notte in una delle vecchie celle di detenzione che poi non sono delle vere celle ma camere di lusso, una di queste ha particolarmente attratto la mia curiosità, il famoso carcere di Alcatraz nella baia di San Francisco, che è stato chiuso nel 1963 ed adesso rimodellato ad hotel di lusso, la sua descrizione ha stuzzicato la mia fantasia:
"Una volta che sei entrato nell'Hotel Alcatraz, l' unica cosa gradevole sarà il cibo, lo stesso che  servivano ai prigionieri nel 1950, perché i funzionari della prigione ritenevano che il cibo di buona qualità avrebbe prevenuto la violenza tra detenuti, tutto il resto dell'hotel è stato progettato per essere simile al carcere originale.
Così, dopo il check-in, esattamente alle ore 18:30, al prigioniero-ospite vengono consegnate le uniformi, vengono  fatte le loro foto segnaletiche e dopo essere stati ammanettati vengono rinchiusi in una cella di 1,50 per 2,70, dove passeranno tutta la notte.
 Le celle sono scarsamente arredate, con un lettino a pelo e materassino senza lenzuola,  WC stile prigione ed un lavandino, i piatti ed i vassoi sono in metallo provenienti dal Golden Gate National Parks Conservancy a San Francisco, per mantenere l'autenticita del luogo, inoltre agli ospiti saranno trattati come prigionieri reali e saranno obbligati a comportarsi come veri e propri detenuti".
Nella mia vita sono stata rinchiusa numerose volte nei posti più impensabili, ma provare l' esperienza di un vero carcere, senza essere per questo condannata, mi stuzzicava, cosi, non potendo andare ad Alcatraz ho cercato un albergo simile più vicino, ho prenotato e sono partita per il mio primo e vero week end da carcerata.
Giunta a destinazione, come da prassi, ho dovuto lasciare tutti i miei bagagli in una stanza e dopo essermi spogliata dei miei vestiti ho indossato la divisa della prigione, immediatamente sono stata ammanettata e condotta in un locale per le foto segnaletiche, sentire le gelide manette che si chiudevano sui miei polsi è stata una sensazione bellissima, era fantastico, emozionante, talmente surreale che il mio cuore ha iniziato a battere forte, le guardie impartivano ordini precisi hai quali io dovevo obbedire, stavo vivendo un' avventura incredibile che rasentava la realtà.
Dopo aver effettuato la vestizione e le foto segnaletiche mi hanno condotto in un lungo corridoio dove si affacciavano numerosissime piccole celle, arrivati davanti ad una vuota, aperto il cancello mi hanno fatta entrare e chiusa dentro, poi da una piccola feritoia mi hanno tolto le manette, era estremamente piccola, una brandina, un WC ed un lavandino, l' essenziale per la sopravvivenza, sono rimasta aggrappata alle sbarre della porta della cella senza rendermi conto della situazione, mi trovavo incarcerata in un penitenziario di massima sicurezza per mia volonta.
Essere rinchiusa dietro quelle robustissime sbarre mi dava una sensazione di eccitazione e benessere che non riuscivo a provare quando a casa mia venivo legata e rinchiusa nello scantinato, adesso ero una vera reclusa condannata a scontare la sua pena, seppur breve, guardata a vista da veri poliziotti che controllavano ogni mia mossa mi eccitava da morire.
Sono rimasta aggrappata alle sbarre per alcune ore osservando attentamente ciò che accadeva intorno a me, vedevo gente ammanettata che veniva portata e rinchiusa nelle celle, ascoltavo fremente le grida di qualche compagno di avventura che gridava perché la situazione che aveva immaginato non gli piaceva e voleva essere liberato prima del tempo, ma le sue richiesta non sarebbero state ascoltate per via della liberatoria che avevamo firmato prima di entrare nel carcere, tutti questi suoni meravigliosi mi piacevano e mi eccitavano, infine stanchissima mi sono stesa sul lettino e mi sono dolcemente addormentata.
Al mattino sono stata svegliata da una guardia che gridava mentre con un manganello percuoteva tutte le sbarre delle celle facendo un rumore inquietante, un risveglio fuori dal comune, bellissimo proprio come lo avevo sempre sognato, più tardi un addetto spingeva un carrello lungo il corridoio, si fermava davanti ad ogni cella e consegnava una ciotola con del cibo attraverso le sbarre della cella, l' ho divorato in un attimo senza neanche gustarmelo un po', in tarda mattinata, sono venuti a prendermi, mi hanno ammanettata e condotta nella stanza dove mi ero messa la divisa della prigione, qui mi hanno liberato, mi hanno fatto indossare i miei abiti, dopo aver raccolto le mie cose e mi hanno permesso di andarmene........... ho provato un senso di dispiacere, l' avventura era finita........................

28 giugno 2015

Digiuno

Ero a casa in attesa del suo ritorno, aveva partecipato ad una cena con i suoi amici, ero impaziente perché avrei voluto che restasse con me, non potevo certo impedirgli di andarci, ma sinceramente ero un po' gelosa e mentre lo aspettavo pensavo a come fargli capire ciò che provavo per lui, volevo eccitarlo al punto che scaricasse tutta la sua passione su di me.
Ho pensato che il modo migliore era quello che ad entrambi me piace nel modo più assoluto, farmi trovare sul letto nuda ed ammanettata, quando entra in camera e mi vede legata a "spread eagle" si eccita a tal punto che scarica su di me tutta la sua eccitazione ed è questo il mio più grande desiderio.
Mi sono fatta un lungo bagno, mi sono profumata e truccata con moltissima cura, poi dopo essermi guardata allo specchio ho preso i miei giocattoli e dopo essermi sdraiata sul letto mi sono ammanettata le gambe e le braccia hai montanti del letto ed ho atteso pazientemente il suo ritorno eccitandomi al pensiero del piacere che avrei ricevuto.
 Ho dovuto attendere molto perché è rientrato a tarda notte, nel frattempo le mie articolazioni iniziavano a farmi un po' male ma con il suo arrivo tutti i dolori sono scomparsi ed è subentrato un fortissimo stato di eccitazione, appena mi ha vista nuda, legata e disponibile si è eccitato incredibilmente come avevo previsto e senza pensarci troppo mi ha scopata con tale intensità da procurarmi numerosi ed intensi orgasmi.
Dopo essersi scaricato più volte dentro di me ha detto che voleva riposare, ma poiché mi ero legata nel mezzo del letto ed occupavo tutto lo spazio, ha preso le chiavi e mi ha liberata dalle manette.
Sono rimasta un po' dispiaciuta, gli ho detto che avrei preferito rimanere ancora un po' legata, la sua risposta è stata chiara e significante: ".... a quale scopo hai fatto realizzare la tua cella sotterranea se non la usi, questo è uno di quei momenti del quale ne potresti usufruire per continuare a darti il piacere che desideri.....", aveva perfettamente ragione, cosi sono andata a prendere un paio di manette combinate con leg irons e le ho chiuse su di me, ho gettato le chiave sul letto e mi sono girata più volte davanti a lui per mostrarmi ed avere la sua approvazione.
 "sei bellissima........." e sorridendo: " ricordati di chiudere la porta della cella, non vorrei che tu potessi evadere..........",.
Sono scesa nel seminterrato, ed appena entrata nella cella ho spinto la porta che si è chiusa facendo scattare la serratura, la porta si apre solo dall' esterno, ero prigioniera e lo sarei rimasta fino a quando lui lo avesse voluto e per intensificare il mio piacere ho raccolto la catena che era fissata al muro e con un lucchetto mi sono incatenata ad essa poi mi sono accoccolata in un angolo e felicemente mi sono addormentata.
Mi sono svegliata con un languorino sullo stomaco, avevo fame, ho calcolato che dovevo essere rimasta rinchiusa da almeno dodici ore e che a momenti sarebbe sceso per liberarmi, ho atteso con trepidazione il suo arrivo ma nonostante tutta la mia calma l' attesa si stava protraendo troppo, ho iniziato ad innervosirmi, agitarmi ed infine, ben sapendo che tutta la cella era insonorizzata, ad urlare per richiamare la sua attenzione, ma nessuno e nulla è venuto in mio aiuto, ero perfettamente rinchiusa ed incatenata dentro la mia cella e non avevo la più pallida idea di quanto ancora ci sarei rimasta.
Quel gioco felice e perverso si stava protraendo troppo e da sola non sarei riuscita a venirne fuori, mi sono distesa sul pavimento cercando di sconfiggere la paura che si stava impossessando della mia mente e non pensare al tempo che non passava mai, poi quando stavo per cedere ho sentito la porta aprirsi, è entrato e mi ha gettato le chiavi vicino  sul pavimento, "quando hai finito di fare la prigioniera puoi liberarti, io devo andare a lavorare........" e senza dire altro se n' è andato.
Delusa dal fatto che non mi abbia degnato di uno sguardo e non mi abbia fatto neanche una carezza, ho raccolto le chiavi, mi sono liberata e delusa sono salita in casa e con mia grande meraviglia l' ho trovata in un disordine completo, sfruttando la mia voglia di essere legata, aveva colto l' occasione togliendomi di torno ed aveva organizzato una festa lasciandomi poi la casa nel più completo disordine.
Nonostante il mio grande amore per lui questo suo comportamento non mi è piaciuto affatto, mi ha tenuta per due giorni legata e rinchiusa senza mangiare, mentre lui se la spassava in casa mia con i suoi amici ed amiche............ credo che la storia non finirà cosi............

29 gennaio 2015

Al compleanno di Margherita

Margherita, una mia carissima amica, mi aveva invitata al suo compleanno, non potevo mancare ed in compagnia di Serena mi sono recata a casa sua, c' erano molti invitati alcuni dei quali non li avevo mai visti, ma questo non mi importava, la festa era bellissima e questa era la cosa più importante.
Nel bel mezzo della serata Serena mi porta verso un gruppetto di persone perché mi vuole presentare ad un suo amico, la seguo sperando che almeno sia bello e simpatico ed infatti aveva tutti i requisiti che mi aspettavo, faccio subito amicizia, mi piace parlare con lui, entriamo presto in sintonia, cosi, mentre sorseggiamo una bibita ci tiriamo un po' in disparte per continuare la nostra conversazione approfondendo le nostre abitudini ed opinioni, Serena si intromette tra di noi dicendomi di indovinare quale lavoro facesse sicure che ne sarei rimasta entusiasta, lo squadro da capo ai piedi ma non riesco ad indovinare potrebbe fare qualsiasi cosa dal tecnico di computer al farmacista, rinuncio, con un sorriso mi dice: "è un poliziotto, privato, ma sempre poliziotto con pistola e manette......." "meraviglioso" esclamo "non ci avrei mai pensato, anche perché non riesco ad immaginarlo con una divisa" Serena che non riesce mai a stare zitta senza intromettersi gli chiede senza alcun pregiudizio: " ma.........hai con te anche la pistola?", "certo", entrambi molto curiose non ci crediamo e gli chiediamo di farcela vedere, " state certe che ce l' ho ma non posso mostrarvela nel mezzo di una festa solo per soddisfare la vostra curiosità", ha perfettamente ragione ci siamo comportate come due stupide.
Serena nonostante la brutta figura non demorde e vuole una prova tangibile del suo lavoro: "però sono certa che hai con te le manette, quelle credo che ce le puoi far vedere, soprattutto perché la mia amica Ely ha un debole per quei braccialetti, pensa ne è talmente ossessionata che le sogna tutte le notti e sono sicura che le piacerebbe poter avere ammanettata da te",  non riuscivo a capire che cosa avesse in mente, ma ero certa che mi voleva coinvolgere in un suo subdolo gioco di cui io sarei stata la vittima.
Roberto dopo averci guardato sorridente ha detto: " se è questo che desiderate vi accontenterò........." e dalla tasca posteriore dei pantaloni ha estratto un paio di manette che sotto le luci della festa brillavano come stelle, il mio cuore ha iniziato a battere fortissimo, la sola visione di quei meravigliosi oggetti mi eccitava da impazzire quasi come se fosse la prima volta che li vedevo, Serena gliele ha letteralmente stappate di mano e come un fulmine le ha chiuse sui miei polsi ed è stata talmente veloce che il nostro amico non è riuscito a terminare la sua frase che era già troppo tardi: "................. fate attenzione perché al momento non ho con me le chiavi...........e queste senza le loro chiavi non si aprono............".
 Aveva perfettamente ragione, da esperta quale sono ho capito subito che si trattava di manette professionali in purissimo acciaio, impossibili da aprirle senza la loro chiave.
 Serena era felice di aver raggiunto il suo scopo, si è allontanata riversato su di me tutta la colpa dell' accaduto: " eri curiosa di vedere come erano fatte e volevi avere tra le mani, bene adesso che le hai sui polsi dovresti essere soddisfatta e non credo che tu ti possa lamentare, il tuo più grande desiderio è stato esaudito".
 Quello spettacolino non era passato inosservato dagli ospiti della festa, molti si erano avvicinati per guardare meglio e osservare più da vicino l' evolversi della situazione, in un primo momento mi sono sentita imbarazzata, ammanettata in mezzo a tutta quella gente e con tutti quegli occhi addosso, ma poi disagio è sparito ed è subentrato uno stato di forte eccitazione, avrei passato tutta la serata ammanettata in mezzo a tutti gli ospiti godendo come una pazza, Roberto ha detto di pazientare un po' che sarebbe andato a casa a prendere le chiavi, avrebbe impiegato poco meno di un' ora, allora mi è venuta una splendida idea, gli ho chiesto di portarmi con lui per andare a recuperare le chiavi, quando mai mi sarebbe capitata un' altra occasione di essere ammanettata da un vero poliziotto e portata in giro con la sua macchina come se fossi una vera criminale, era troppo eccitante, ha acconsentito e lasciata la festa gli ho chiesto di sedermi sui sedili posteriori, volevo godermi quel viaggio in tutte le sue sfumature e cosi è stato.
Lungo il tragitto Roberto si è scusato più volte dell' accaduto, l' ho tranquillizzato dicendogli che sono abituata agli scherzi di Serena la quale si diletta a mettermi in situazioni anche molto imbarazzanti e questa era una di quelle, entrati in casa notato un appartamento molto ordinato e carino ho sperato che vivesse da solo, gliel' ho chiesto ed ho avuto la risposta che speravo, è andato a prendere le chiavi nella giacca della divisa, stava per infilare la chiave nel buco della serratura per liberarmi i polsi ma prima che lo facesse l' ho fermato dicendogli: "aspetta non avere fretta............ sono certa che ti piacerà moltissimo.........." mi sono diretta nella sua camera da letto, mi sono sdraiata sul letto e gli ho chiesto di ammanettarmi alle sbarre della testata del letto, è rimasto ammutolito, immobile, non sapeva decidersi, è rimasto a guardarmi per un tempo lunghissimo, poi senza indugiare mi ha liberato dalle manette e dopo avermi fatto passare le mani attraverso le sbarre della testata del letto mi ha ammanettato di nuovo proprio come gli avevo chiesto, poi si è spogliato e.................................................  credo di aver trovato una persona speciale e non credo che me lo lascerò sfuggire per nessuna ragione al mondo.