20 agosto 2014

Una bottiglia troppo grossa

Ero andata a passare il week end nella nostra casa in campagna, aperta la porta del garage ho notato in mezzo alla stanza una grossa trave di legno che era stata messa, a mia insaputa, dai muratori per sorreggere un travicello che con il tempo si era deteriorato ed era in procinto di cadere, vedendo quella trave messa in verticale e ben salda sul pavimento mi è subito tornato in mente quando da bambina giocando agli indiani con i miei amici venivo legata al palo della tortura, la trave era simile a quella dei miei ricordi e guardandola ho sentito un po' di nostalgia, poiché sarei stata sola per buona parte del week end ho pensato bene di sfruttare quell' occasione e rivivere quel piacevole ricordo.
Ho cercato nel locale un contenitore in cui far congelare all' interno la chiave delle mie manette, ho trovato solo una bottiglia d' acqua da un litro e mezzo, un po' grande, ma presa dall' euforia ho deciso che poteva andare benissimo, cosi ho legato la chiave con una lunga cordicella, l' ho infilata dentro la bottiglia che poi ho riempito d' acqua fino all' orlo e sono corsa a metterla dentro il congelatore, dopo un paio d' ore la bottiglia era un blocco di ghiaccio, il mio gioco poteva iniziare.

Ho preso una coperta e l' ho ripiegata più volte per farci un cuscino sul quale sedere, ho preso la bottiglia con all' interno la chiave congelata e l' ho fissata bene alla gamba di un mobile posto nelle vicinanze, ho steso la cordicella a cui era legata la chiave fino al palo dove mi sarei legata ed avrei potuto facilmente recuperarla quando il ghiaccio sciogliendosi avrebbe liberato la chiave, per rendere più eccitante il mio ruolo di prigioniera ed impedirmi di chiedere aiuto mi sono imbavagliata usando molti strappi di nastro adesivo, ho chiuso le mie caviglie con un bellissimo paio di leg irons, mi sono seduta sulla coperta con le spalle appoggiate alla trave, ho abbracciato la trave e dopo aver controllato che la cordicella fosse alla portata delle mie mani mi sono ammanettata, ho provato una sensazione bellissima, mi sembrava di essere tornata indietro di molti anni e rivivere i momenti in cui giocando i miei amici mi legavano al palo della tortura.
Seduta sul pavimento ed ammanettata con le mani dietro la schiena a quel grosso palo, mi tornavano alla mente tutti quei piacevoli ricordi della mia infanzia quando, per gioco, venivo catturata e legata al palo della tortura, mi piaceva molto essere prigioniera e per non far capire ai miei amici che ne ero felice e contenta, gridavo e li imploravo di liberarmi, avevo imparato che più mi lamentavo e più a lungo mi tenevano legata, gridavo sempre di più ed allora qualcuno mi tappava la bocca con un fazzoletto ed io raggiungevo il massimo godimento, non gli ho mai fatto capire che andavo pazza per quel gioco altrimenti tutto il piacere che provavo sarebbe finito in un attimo.

Immersa nei miei piacevoli ricordi, mi sono accorta che stava calando la sera, cosi ho provato a recuperare la chiave, ho raccolto la cordicella ed ho provato a tirare ma tutto era ancora bloccato dentro al ghiaccio, mi sono girata ed ho guardato la bottiglia e con mia grande meraviglia ho notato che era ancora completamente piena di ghiaccio, per sciogliersi al punto da liberare a chiave ci sarebbe voluto ancora moltissimo tempo, mi sono resa conto che per la mia euforia avevo commesso molti errori e che avrei pagato a caro prezzo.
Non avevo previsto una seconda via di fuga ed il mio compagno sarebbe arrivato solo il giorno successivo, non potevo nemmeno gridare per chiedere aiuto perché mi ero imbavagliata a dovere, ero in un bel pasticcio, agitarmi non sarebbe servito a nulla anzi dovevo mantenere la massima calma per non procurarmi ferite o lesioni ai polsi e le caviglie, un po' amareggiata ho cercato di rilassarmi cercando di pensare solo a cose piacevoli aspettando che il ghiaccio sciogliendosi mi restituisse la chiave per la mia libertà.
Era già notte inoltrata quando ho sentito arrivare una macchina, era il mio compagno che molto probabilmente si era liberato anzitempo dagli impegni e mi aveva raggiunto, ho gioito con la speranza che le mia prigionia fosse finita, l' ho sentito chiamarmi ma non potevo rispondergli per via del bavaglio che mi era messa sulla bocca, poi improvvisamente ho visto la luce accendersi, appena mi ha notata ha sorriso, non si aspettava di trovarmi legata, ha controllato meticolosamente tutti i particolari, l' ho visto allontanarsi per ritornare con un paio di forbici ed in un attimo ha reso a brandelli tutti i miei vestiti lasciandomi completamente nuda.
La vista del mio corpo nudo e legato l' ha eccitato incredibilmente e senza aspettare un attimo si è abbassato i pantaloni ha strappato il bavaglio e me lo ha infilato completamente in bocca, non avrei chiesto niente di meglio ed eccitata forse più di lui ho iniziato a succhiarglielo con grandissimo piacere fino a quando ha riversato sulla mia faccia e sul mio seno tutto il suo squisito nettare.
Pienamente soddisfatto si stava allontanando, con un filo di voce gli ho chiesto di liberarmi, è tornato indietro ha guardato nuovamente la bottiglia ed i legami che mi tenevano prigioniera e rivolgendosi con aria beffarda mi ha detto: "quando hai messo la chiave nella bottiglia e l' hai congelata eri consapevole che sarebbe passato moltissimo tempo prima che tutto quel ghiaccio si sciogliesse, se ti liberassi adesso potrei sconvolgere i tuoi desideri e rimarresti delusa, non faro niente di tutto ciò, resterai legata come avevi programmato" e senza dire altro mi ha rimesso il bavaglio ed è uscito spegnendo la luce e lasciandomi al mio destino.
Sono rimasta un po' delusa, ma in cuor mio ero felice perché mi immaginavo che era stato lui a rapirmi e legarmi e se lui mi voleva legata avrei accettato la sua volonta senza lamentarmi o ribellarmi.
Inutile dire che sono rimasta legata tutta la notte e solo verso meta mattinata ho potuto recuperare la chiave e liberarmi..................