22 dicembre 2014

Week end con inganno

Il corriere mi aveva portato un pacchetto, sapevo benissimo cosa conteneva, una confezione di ribattini per le mie "catene degli schiavi", l' avevo aperto ed ero intenta a controllare che fossero della misura giusta per le mie catene, suonano alla porta, è Martina che è venuta a trovarmi, la faccio entrare e quando vede tutte quelle catene sparse sul tavolo ne rimane affascinata, la loro pesantezza ed in particolare dal modo in cui si chiudono la eccitano molto, gli spiego che sono simili a quelle usate nei secoli scorsi al tempo degli schiavi, fatte per essere indossate per un lunghissimo periodo, senza la preoccupazione che il prigioniero possa recuperare la chiave e fuggire, messo il ceppo sull' arto e fatte combaciare le due parti si infila un ribattino nel buco e con un martello lo si colpisce sopra in modo da far ingrossare l' altra parte, in questo modo le due parti restano saldamente unite e non è più possibile aprirle se non con attrezzi speciali o tagliando il chiodo che li tiene uniti.
Martina è sempre più eccitata e mi chiede di provarli, le dico che adesso non ho molto tempo perché appena arriva Francesco partiremo per il week end, lei mi chiede di provarli su di me, le piacerebbe moltissimo immedesimarsi in una negriera che sta incatenando la sua schiava, tutte le volte che mi propongono di legarmi non riesco a dire di no e calcolando che Francesco sarebbe arrivato tra un paio d' ore avevo tutto il tempo per accontentare la mia amica e godere un po' nella mia schiavitù, poi appena arrivato mi sarei fatta liberare dalle catene e saremo partiti per il tanto sospirato week end.
Abbiamo preso le catene e siamo andate in garage, ho messo i ceppi sui miei arti infilato il ribattino dentro il buco e Martina con il martello ha provveduto a chiuderli colpendo come una furia i ribattini rendendo le catene irremovibili, era talmente eccitata che sembrava una bimba che ha ricevuto il suo più bel regalo, la stessa cosa ha fatto con il collare, sembrava non avesse mai fatto altro nella sua vita, in pochi attimi mi ha incatenata alla perfezione, adesso ero la sua schiava,  presa in mano la lunga catena che pendeva dal collare mi ha chiesto a cosa serviva,  gli ho detto che andava bloccata allo stesso metodo ad un anello fissato al muro dentro la mia cella situata nel seminterrato, non ha perso tempo e tirandomi per la catena mi ha condotta nel seminterrato e con immenso piacere ha bloccato la catena come gli avevo suggerito, ha controllato tutto minuziosamente e soddisfatta del suo operato, consapevole che non sarei mai potuta fuggire, ha raccolto tutti gli attrezzi utilizzati ed è uscita lasciando la porta aperta.
Ero incatenata nella mia prigione già da alcune ore quando ho sentito il mio compagno rientrare in casa parlare sommesso con la mia amica, ho pensato che Martina gli spiegasse che mi aveva incatenata giù nel seminterrato e lo stavamo aspettando per liberarmi, aspettavo in silenzio e con ansia ma nessuno scendeva, poi ho udito dei rumori inequivocabili che non lasciavano alcun dubbio su casa stessero facendo, i due invece di occuparsi di me stavano scopando senza la pur minima preoccupazione che io li potessi sentire, con mio grande disappunto sono andati avanti per molto tempo, non ero contenta della situazione che si era venuta a creare, sicuramente Martina era venuta a casa mia con l' intento di segregarmi e rendermi inoffensiva per poi fare quello che aveva in mente e ci è riuscita perfettamente, sfruttando le mie debolezze, mi ha messa fuori gioco con l' inganno e questo non mi piaceva.

Mentre rimuginavo sull' accaduto ho sentito dei passi ed ho visto Martina entrare con una scatola e depositarla in terra, poi con un sorriso sarcastico mi ha detto: "Non saprei come fare per liberarti ed il tuo caro compagno non ha nessuna intenzione farlo, mi ha detto che il week end che avete prenotato è già pagato, sarebbe uno spreco rinunciarvi, ma visto che per te sarà impossibile farlo di comune accordo abbiamo deciso che ti lasceremo qui ed io prenderò il tuo posto, nella scatola c' è cibo a sufficienza per cui non morirai di fame..........." è uscita e questa volta ha chiuso la porta a chiave.
Ero furiosa, mi avevano ingannata nel peggiore dei modi, aveva sfruttato la mia debolezza per rinchiudermi ed incatenarmi nella mia prigione in modo da rendermi inoffensiva e prendere il mio posto e questo nonostante la mia indole di schiava docile e remissiva non riuscivo ad accettarlo, nonostante fossi furiosa ed arrabbiatissima dovevo farmene una ragione e per essere liberata dovevo per forza attendere pazientemente il loro ritorno .......................................................

16 ottobre 2014

Una lunga giornata di pioggia



Se c' è una cosa che non sopporto sono le lunghe giornate di pioggia, mi mettono di malumore, ormai sono diversi giorni che non fa altro che cadere acqua dal cielo ed il mio umore è pessimo, sono triste, apatica, indolente, nonostante cerchi in tutti i modi di trovare qualcosa per uscire da questo stato.
Sta piovendo e sono di cattivo umore, per tornare a sorridere ho solo un modo, essere legata e rinchiusa dentro una cella stretta e buia, la mia stanza dei giochi è l' ideale, ricavata nel seminterrato della mia casa al momento della ristrutturazione, ma non posso usarla da sola perché come in tutte le prigioni la porta si chiude solo dall' esterno e rinchiudermi con la porta aperta non mi darebbe nessun piacere, quindi sono obbligata a chiedere aiuto al mio compagno il quale sarà ben lieto di accontentarmi.
Mi chiede quanto tempo desidero restare rinchiusa dentro la mia cella, gli dico che può venire a liberarmi il mattino successivo, sorride facendo un cenno di assenso, allora prendo un po' dei miei giocattoli ed insieme scendiamo nel seminterrato, sulla porta mi da un lungo bacio, entro mentre lui chiude la porta a chiave, sento la serratura scattare e solo questo piccolo rumore mi fa tornare il buonumore, sono rinchiusa tra quattro spesse mura, non ci sono finestre, solo una piccolo punto luce rischiarerà l' interno la mia prigione, non avrò riferimenti temporali, sarà molto difficile rendermi conto del passare del tempo, questo sarà angosciante ma soprattutto molto eccitante.
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Dentro la mia cella ho tutto l' occorrente per una lunga detenzione, un lettino, un WC ed un rubinetto con acqua corrente da cui bere, è molto piccola, circa tre metri per tre, sarò in grado di fare solo pochi passi e questa ristrettezza mi piace molto, ma tutto ciò non mi basta, voglio che la mia detenzione sia più restrittiva, prendo i giocattoli che mi sono portata, una serie di manette e catene le cui chiavi sono rimaste volutamente in casa, chiudo un paio di leg irons sulle mie caviglie, poi giro intorno alla mia vita una "Belly Chain"  tiro la catena in modo che sia ben stretta intorno alla mia vita e la fisso facendo passare dentro una maglia l' anello terminale della catena e successivamente un paio di manette dentro l' anello in questo modo quando sarò ammanettata i mie polsi saranno bloccati vicino alla mia vita limitando notevolmente i miei movimenti.
La cella piccola e semibuia con le catene sui miei polsi mi dava un senso di rilassatezza, mi sentivo felice ed appagata, appena stesa sul lettino mi addormento dolcemente e come spesso accade al momento del risveglio, non avendo riferimenti visivi, non riesco a quantificare da quanto tempo sono rinchiusa e non so per quanto ancora resterò dentro quella cella entro in ansia, ma subito reagisco l' incertezza del mio futuro mi provoca una fortissima eccitazione, un immenso stato di piacere, gioco con le mie catene cercando inutilmente un modo per liberarmene,  con estrema calma e tranquillità voglio godendomi attimo per attimo questa meravigliosa detenzione fino al momento in cui sentirò aprire la porta della mia cella.
Non potendo calcolare il tempo, l' attesa del momento fatidico si fa sempre più snervante a tal punto che  nella mia mente si insinuano notevoli dubbi e paure e con il lento trascorrere del tempo aumentano dandomi forti turbamenti,  dal piacere immenso di essere prigioniera del mio padrone alla grande paura di essere dimenticata dentro la mia prigione ed immaginarmi che per qualsiasi causa non possa riacquistare la mia libertà mi fa agitare convulsamente in modo incontrollabile.
Dopo un tempo estremamente lungo di permanenza dentro la mia cella, sento la porta aprirsi ed il mio amato carceriere con il suo bellissimo sorriso dirigersi verso di me: " scusa tesoro ma un piccolo imprevisto mi ha impedito di arrivare puntuale", vederlo mi aveva reso felice ed eccitata, con la sua presenza tutti i miei dubbi erano svaniti, gli ho chiesto di quanto fosse in ritardo, mi ha risposto solo alcune ore, non volevo fargli capire che il suo ritardo mi aveva creato una forte apprensione, cosi mentendo spudoratamente gli ho detto: "il tuo ritardo mi ha eccitato moltissimo, ho sperato che tu mi lasciassi richiusa per molto tempo, speravo in alcuni giorni........",  non avessi mai pronunciato quelle parole, l' ho visto girarsi, uscire dalla cella e chiudere nuovamente la porta a chiave, ero ancora incatenata e prigioniera dentro la mia cella e chissà per la mia esuberanza quanto ancora sarei rimasta rinchiusa e non credo che dopo quello gli avevo detto avrebbe avuto un ripensamento, ero certa che quella porta non si sarebbe aperta prima di due o tre giorni e sarebbero stati estremamente lunghi.
Questa volta è stato magnanimo, solo dopo un giorno è tornato e mi ha liberata, ma è stato lunghissimo quasi come una settimana...............

20 agosto 2014

Una bottiglia troppo grossa

Ero andata a passare il week end nella nostra casa in campagna, aperta la porta del garage ho notato in mezzo alla stanza una grossa trave di legno che era stata messa, a mia insaputa, dai muratori per sorreggere un travicello che con il tempo si era deteriorato ed era in procinto di cadere, vedendo quella trave messa in verticale e ben salda sul pavimento mi è subito tornato in mente quando da bambina giocando agli indiani con i miei amici venivo legata al palo della tortura, la trave era simile a quella dei miei ricordi e guardandola ho sentito un po' di nostalgia, poiché sarei stata sola per buona parte del week end ho pensato bene di sfruttare quell' occasione e rivivere quel piacevole ricordo.
Ho cercato nel locale un contenitore in cui far congelare all' interno la chiave delle mie manette, ho trovato solo una bottiglia d' acqua da un litro e mezzo, un po' grande, ma presa dall' euforia ho deciso che poteva andare benissimo, cosi ho legato la chiave con una lunga cordicella, l' ho infilata dentro la bottiglia che poi ho riempito d' acqua fino all' orlo e sono corsa a metterla dentro il congelatore, dopo un paio d' ore la bottiglia era un blocco di ghiaccio, il mio gioco poteva iniziare.

Ho preso una coperta e l' ho ripiegata più volte per farci un cuscino sul quale sedere, ho preso la bottiglia con all' interno la chiave congelata e l' ho fissata bene alla gamba di un mobile posto nelle vicinanze, ho steso la cordicella a cui era legata la chiave fino al palo dove mi sarei legata ed avrei potuto facilmente recuperarla quando il ghiaccio sciogliendosi avrebbe liberato la chiave, per rendere più eccitante il mio ruolo di prigioniera ed impedirmi di chiedere aiuto mi sono imbavagliata usando molti strappi di nastro adesivo, ho chiuso le mie caviglie con un bellissimo paio di leg irons, mi sono seduta sulla coperta con le spalle appoggiate alla trave, ho abbracciato la trave e dopo aver controllato che la cordicella fosse alla portata delle mie mani mi sono ammanettata, ho provato una sensazione bellissima, mi sembrava di essere tornata indietro di molti anni e rivivere i momenti in cui giocando i miei amici mi legavano al palo della tortura.
Seduta sul pavimento ed ammanettata con le mani dietro la schiena a quel grosso palo, mi tornavano alla mente tutti quei piacevoli ricordi della mia infanzia quando, per gioco, venivo catturata e legata al palo della tortura, mi piaceva molto essere prigioniera e per non far capire ai miei amici che ne ero felice e contenta, gridavo e li imploravo di liberarmi, avevo imparato che più mi lamentavo e più a lungo mi tenevano legata, gridavo sempre di più ed allora qualcuno mi tappava la bocca con un fazzoletto ed io raggiungevo il massimo godimento, non gli ho mai fatto capire che andavo pazza per quel gioco altrimenti tutto il piacere che provavo sarebbe finito in un attimo.

Immersa nei miei piacevoli ricordi, mi sono accorta che stava calando la sera, cosi ho provato a recuperare la chiave, ho raccolto la cordicella ed ho provato a tirare ma tutto era ancora bloccato dentro al ghiaccio, mi sono girata ed ho guardato la bottiglia e con mia grande meraviglia ho notato che era ancora completamente piena di ghiaccio, per sciogliersi al punto da liberare a chiave ci sarebbe voluto ancora moltissimo tempo, mi sono resa conto che per la mia euforia avevo commesso molti errori e che avrei pagato a caro prezzo.
Non avevo previsto una seconda via di fuga ed il mio compagno sarebbe arrivato solo il giorno successivo, non potevo nemmeno gridare per chiedere aiuto perché mi ero imbavagliata a dovere, ero in un bel pasticcio, agitarmi non sarebbe servito a nulla anzi dovevo mantenere la massima calma per non procurarmi ferite o lesioni ai polsi e le caviglie, un po' amareggiata ho cercato di rilassarmi cercando di pensare solo a cose piacevoli aspettando che il ghiaccio sciogliendosi mi restituisse la chiave per la mia libertà.
Era già notte inoltrata quando ho sentito arrivare una macchina, era il mio compagno che molto probabilmente si era liberato anzitempo dagli impegni e mi aveva raggiunto, ho gioito con la speranza che le mia prigionia fosse finita, l' ho sentito chiamarmi ma non potevo rispondergli per via del bavaglio che mi era messa sulla bocca, poi improvvisamente ho visto la luce accendersi, appena mi ha notata ha sorriso, non si aspettava di trovarmi legata, ha controllato meticolosamente tutti i particolari, l' ho visto allontanarsi per ritornare con un paio di forbici ed in un attimo ha reso a brandelli tutti i miei vestiti lasciandomi completamente nuda.
La vista del mio corpo nudo e legato l' ha eccitato incredibilmente e senza aspettare un attimo si è abbassato i pantaloni ha strappato il bavaglio e me lo ha infilato completamente in bocca, non avrei chiesto niente di meglio ed eccitata forse più di lui ho iniziato a succhiarglielo con grandissimo piacere fino a quando ha riversato sulla mia faccia e sul mio seno tutto il suo squisito nettare.
Pienamente soddisfatto si stava allontanando, con un filo di voce gli ho chiesto di liberarmi, è tornato indietro ha guardato nuovamente la bottiglia ed i legami che mi tenevano prigioniera e rivolgendosi con aria beffarda mi ha detto: "quando hai messo la chiave nella bottiglia e l' hai congelata eri consapevole che sarebbe passato moltissimo tempo prima che tutto quel ghiaccio si sciogliesse, se ti liberassi adesso potrei sconvolgere i tuoi desideri e rimarresti delusa, non faro niente di tutto ciò, resterai legata come avevi programmato" e senza dire altro mi ha rimesso il bavaglio ed è uscito spegnendo la luce e lasciandomi al mio destino.
Sono rimasta un po' delusa, ma in cuor mio ero felice perché mi immaginavo che era stato lui a rapirmi e legarmi e se lui mi voleva legata avrei accettato la sua volonta senza lamentarmi o ribellarmi.
Inutile dire che sono rimasta legata tutta la notte e solo verso meta mattinata ho potuto recuperare la chiave e liberarmi..................

25 luglio 2014

Tre giorni di......................libertà.............. 2° parte

Avevo atteso con ansia il momento in cui sarei rimasta sola per tre giorni, lui si sarebbe assentato per un corso di aggiornamento ed io ne avrei approfittando per eseguire il mio gioco preferito "il self bondage", ma lui aveva scoperto i miei preparativi ed aveva fatto in modo che rimanessi incatenata sostituendo di nascosto l' unico lucchetto che mi avrebbe reso la libertà.
Per questo ero rimasta incatenata senza cibo ne acqua per tutto il tempo che lui si era assentato, avevo sofferto le pene dell' inferno, non riuscivo a capire dove avevo sbagliato, ma poi quando è tornato e si è presentato con il suo sorriso beffardo roteando in mano le chiavi del lucchetto che aveva sostituito ho capito tutto, ero arrabbiatissima per essere stata ingannata, avrei voluto inveire, urlare ed imprecare contro di lui ma non sono riuscita a dirgli nulla, al contrario dopo il primo momento di agitazione mi sono calmata ed in cuor mio l' ho ringraziato per i brividi e le paure che mi aveva fatto provare.

 E' venuto verso di me, ha guardato le catene ed il modo in cui mi ero legata, mi ha chiesto come avrei fatto a liberarmi se lui non avesse sostituito il lucchetto, gli ho risposto che dopo aver recuperato la chiave ed aperto il lucchetto che mi teneva incatenata al muro sarei andata in garage ed avrei usato tutti gli attrezzi necessari e con tutto il tempo a disposizione mi sarei riuscita a liberarmi prima del suo ritorno, ha sorriso: "sono proprio curioso di vedere",  ha aperto il lucchetto e tirandomi per la catena mi ha portata nel garage dove poi l' ha fissata con lo stesso lucchetto alla gamba del grosso tavolo da lavoro: "qui c' è tutto il necessario ma, sono sicuro che senza il mio aiuto non riuscirai a liberarti", e se n' è andato lasciandomi ancora una volta sola ed incatenata.
Adesso, anche se ero incatenata, ero certa di potermi liberarmi come avevo previsto, ho subito preso il martello ed uno scalpello ed ho iniziato a lavorare cercando di rimuovere i ribattini che bloccavano i ceppi, ma quello che avevo calcolato come un semplice gioco si è dimostrato essere un lavoro molto difficoltoso, la corta catena che collegava i polsi mi impediva di operare con tutte e due le mani e nonostante la mia buona volonta dopo aver provato a lungo sono stata costretta a desistere.
Nonostante tutto non volevo arrendermi, cosi ho cercato fra gli attrezzi e trovata una sega per metalli ho iniziato a segare la catena, dopo alcune ore di estenuante lavoro ce l' ho fatta, finalmente ero libera ma non del tutto, adesso dovevo trovare il modo di liberarmi dai ceppi e poiché non volevo darla vinta al mio compagno dovevo cercare un aiuto esterno e solo il mio amico Carlo me lo poteva dare cosi sono salita in casa e l' ho chiamato al telefono spiegandogli cosa volevo, si è dichiarato ben disposto ad aiutarmi e mi ha detto: "vieni a casa mia che ti libero dalle catene", gli ho risposto che oltre che incatenata ero nuda, "è un problema tuo, se vuoi che ti liberi devi venire qui altrimenti...............", non avevo altra scelta, ho preso un plaid me lo sono messo sulle spalle in modo da nascondere sia le catene che la mia nudità, poi sono salita in macchina e guidando con estrema prudenza e molta apprensione sono andata a casa sua.
Quando sono arrivata vedendo come mi ero incatenata mi ha detto: "hai fatto un ottimo lavoro, ma da sola non saresti mai riuscita a liberarti", mi ha portata nella sua officina e prima di iniziare mi ha ricordato i nostri vecchi accordi............... qualsiasi lavoro andava pagato come ben sapevo.
Ho sorriso: "questa volta ti pagherò il doppio.................. prima e dopo................. ", ha annuito ed è stata una bellissima, anzi ...........doppia scopata......................................

25 giugno 2014

Tre giorni di.......... libertà............

Mi aveva detto che la prossima settimana sarebbe stato lontano da casa per tre giorni perché doveva fare un corso di aggiornamento, avrei approfittato della sua lontananza per fare il mio gioco preferito: "self bondage" che sognavo già da molto tempo, cosi mentre lui era a lavorare mi sono recata nella nostra casa in campagna per organizzare nei minimi dettagli quello che avevo in mente.
Per iniziare mi sono procurata un grosso lucchetto la cui chiave dopo averla legata con una lunga cordicella l' ho infilata dentro una bottiglia di plastica da un litro e mezzo e dopo averla riempita di acqua l' ho messa nel frizer per farla congelare, ho portato le mie catene preferite "le catene degli schiavi", in garage ed ho rimosso piccoli residui di ruggine ho lubrificato le cerniere ed ho verificato che  i rivetti per chiuderle fossero della giusta misura ed infine ho posizionato a portata di mano un piccolo incudine ed un martello, li avrei usati per chiuderle saldamente sui miei arti, un ultimo controllo e constatato che tutto fosse in ordine ed perfettamente efficiente sono tornata in città aspettando con ansia la sua partenza.
Il giorno della sua partenza è arrivato, ho lasciato che salisse sul taxi che lo portava in aereoporto ed un attimo dopo sono salita sulla mia auto diretta alla mia casa in campagna per fare ciò che avevo sognato e programmato minuziosamente da molto tempo, appena arrivata sono andata subito a prendere la bottiglia in cui avevo congelato la chiave e l' ho portata nella vecchia stalla poco distante dall' abitazione, l' ho fissata con molti giri di nastro adesivo ad una colonna, poi ho disteso la cordicella che usciva del collo nella direzione di dove mi sarei imprigionata in modo che appena il ghiaccio si fosse sciolto, avrei potuto recuperare agevolmente la chiave per liberarmi.
Sono corsa in garage e mi sono spogliata completamente, ho preso le catene, ho chiuso il primo ceppo sulla mia caviglia sinistra, ho infilato il ribattino nel suo buco e con il martello l' ho schiacciato rendendolo perfettamente bloccato sulla mia caviglia, ho fatto altrettanto con la caviglia destra, poi sono passata ai ceppi dei polsi, qui il lavoro è stato un po' più complicato per via della corta catena che li teneva uniti ma con un po' di pazienza ho completato perfettamente il lavoro, per ultimo il grosso collare da cui partiva la lunga catena che mi avrebbe imprigionata saldamente al muro, ho raccolto la catena che pendeva dal collare, il lucchetto, la cui chiave era congelata nella bottiglia ed a piccoli passi, per quanto mi permettevano le catene, sono tornata nella stalla, dove ho infilato il lucchetto nell' ultima maglia della catena e dopo aver fatto un profondo respiro l' ho bloccato al grosso anello fissato nel muro, ero felice, il mio cuore batteva come impazzito, provavo una gioia incredibile, sarei rimasta prigioniera fino a quando il ghiaccio sciogliendosi mi avrebbe permesso di recuperare la chiave e considerato il quantitativo di acqua congelata dentro la bottiglia sarei rimasta incatenata per un lungo periodo.
Avevo calcolato che il ghiaccio si sarebbe sciolto in circa dieci dodici ore, avrei passato tutta la notte ed un buona parte della mattinata successiva incatenata e senza la più piccola possibilità di fuga, da molto tempo desideravo, questa prigionia, severa e molto restrittiva desideravo immedesimarmi in una schiava ribelle che che doveva essere punita in modo altamente severo e per questo incatenata con grosse catene, immersa nei miei sogni mi sono dolcemente addormentata.
Il mattino successivo sono stata svegliata dai raggi del sole che entravano dentro la mia prigione attraverso una piccola finestra, ho preso il mano la cordicella ed ho provato a recuperare la chiave, ho notato che il ghiaccio ancora non si era sciolto completamente, cosi ho ripreso a navigare con la mia fantasia in un mondo fantastico popolato di schiave incatenate che mi facevano compagnia.
Molte ore più tardi, ho iniziato a sentire un po' di fame e sete cosi ho provato di nuovo ha tirare la cordicella, il ghiaccio si era sciolto completamente cosi ho potuto recuperare facilmente la chiave, mi sarei liberata dalla catena e dopo un' abbondante colazione sarei andata in garage per liberarmi dai ceppi, sapevo che sarebbe stato un lavoro lungo e faticoso ma avevo tutto il tempo necessario per farlo prima che lui tornasse.
Ho infilato la piccola chiave nel lucchetto, è entrata perfettamente ma con mio sommo stupore non faceva scattare la serratura, non riuscivo a capivo perché, eppure l' avevo provata più volte prima di congelarla aprendo e chiudendo il lucchetto per decine di volte ed adesso non riuscivo a darmi una spiegazione plausibile, ho atteso alcuni minuti pensando che fosse stata troppo fredda, poi ho provato e riprovato, tutto inutile, il lucchetto restava inesorabilmente chiuso ed io saldamente incatenata alla parete.
Sono stata presa dal panico, non avevo detto a nessuno dove andavo e cosa avrei fatto e soprattutto, sicura delle mie abilita a liberarmi dale catene e del ghiaccio che si sarebbe assolutamte sciolto, non avevo previsto una seconda via d' uscita ed adesso non sapevo cosa fare, inutile urlare per chiedere aiuto, la casa e isolata e molto distante dal centro abitato, in nessun modo riuscirei a farmi sentire, ero nella disperazione più totale, mi sono agitata in modo convulso, ho tirato e strattonato come se volessi strappare le catene fino a farmi male, ma non sono riuscita a smuoverle di un millimetro, mi ero incatenata troppo bene e solo con un miracolo sarei riuscita ad uscire da quella situazione e tornare libera.
 Tutti i miei dolci pensieri erano scomparsi, adesso ero immersa nel terrore più profondo, maledicevo la mia esuberanza nel voler sempre esagerare e provare sensazioni forti che spesso si rivelano dannose nei miei confronti, man mano che il tempo passava la fame, la sete e la rabbia prendevano il sopravvento portandomi ad uno stato di torpore e rassegnazione, già prevedevo la mia fine ed a nulla serviva sperare che qualcuno sarebbe venuto a liberarmi, maledicevo me stessa per la leggerezza di quello che avevo fatto, affamata ed assetata riuscivo a capire quanto dolore e quante sofferenze avevano provato le schiave che io avevo sempre sognavo e cercato di emulare.
Dopo tre giorni di tristezza e stenti, la porta della stalla si è aperta ed è entrato lui, faceva girare sulla mano un mazzo di chiavi infilate ad un anello e con un sorriso beffardo mi dice: "Nonostante sapessi che sono contrario al self bondage, continui imperterrita a disobbedirmi, quando ho capito cosa avresti fatto in mia assenza ho voluto darti una nuova lezione cosi ho sostituito il lucchetto e per adesso.........." facendo danzare le chiavi davanti al mio volto " .............. ti procurerò un po' di cibo e ti lascerò legata per tutto il tempo che riterrò opportuno............. spero che ti possa servire da ulteriore lezione..............".
Non ho osato aprire bocca ho abbassato la testa in segno di totale obbedienza ed umiltà ed ho aspettato in ginocchio che mi portasse qualcosa da mangiare e.............. solo dopo che se n' era andato mi sono rifocillata...................... la paura era scomparsa, adesso ero talmente felice che avrei accettato di restare incatenata per l' eternità  ........................

22 maggio 2014

Stanchezza

Era un giorno di quelli che aspetti con impazienza ed eccitazione che il tuo compagno ritorni a casa da una lunga giornata di lavoro, avevo impiegato tutto il pomeriggio per essere bella ed eccitante, avevo preparato una cenetta gustosissima e programmato un dopo cena con i fiocchi, ma tutto si è dissolto in un attimo, è rientrato a casa più stanco del solito e molto innervosito per i problemi avuti sul luogo di lavoro.
Nonostante tutto ciò non mi sono persa d' animo ed appena è entrato sotto la doccia, mi sono spogliata e sono entrata anch' io, non ha potuto rifiutare la mia presenza cosi ho iniziato ad insaponarlo e carezzarlo sapientemente nei suoi punti delicati ed in un attimo si è eccitato incredibilmente, allora mi sono inginocchiata tra le sue gambe e gliel' ho preso in bocca succiandolo intensamente con passione ed ardore fino a quando non ha riversato dentro la mia bocca tutto il suo piacere.
Dopo esserci asciugati ci siamo messi a tavola per gustarci la cenetta che gli avevo preparato, poi si è seduto sul divano ed io l' ho seguito adagiandomi su di esso e poggiando la testa tra le sue gambe, mi ha tenuta in quella posizione con la promessa che non avrei fatto nulla se non gustare i suoi odori, sono rimasta immobile per non farmi allontanare da quella bellissima, ma in me era già pronto un piano che non sarebbe stato in grado di rifiutare.
Alla fine del programma che stavamo guardando, siamo andati a letto e lui si è subito addormentato, ho atteso una mezz' ora poi dopo averlo scoperto dai lenzuoli e mi sono posizionata su di lui delicatamente senza svegliarlo ed ho iniziato a carezzargli il suo bellissimo cazzone che, nonostante dormisse profondamente reagiva positivamente alle mie stimolazioni, quando ho ritenuto che fosse pronto mi sono messa a cavalcioni su di lui e mi sono impalata sul suo cazzo che era diventato enorme, solo allora si è svegliato e vista la situazione non ha potuto esimersi e benché non ne avesse molta voglia ha lasciato che continuassi gustandosi fino all' ultimo la mia performance.

Dopo aver riversato dentro di me la sua ultima goccia, dopo un attimo di relax, mi ha presa in braccio e mi ha portata nel seminterrato e mi ha deposto delicatamente dentro la nostra "stanza dei giochi" dopo di che è uscito chiudendo la porta a chiave, vista la mia esuberanza quello era l' unico modo per poter riposare in pace.
Essere rinchiusa dentro la mia prigione mi piaceva moltissimo, mi eccitava e mi rilassava ma per il mio piacere mancava qualcosa, ho trovato le chiavi delle catene che avevamo lasciato per terra l' ultima volta che avevamo giocato, cosi mi sono incatenata mani e piedi alla lunga catena fissata al muro, poi ho deposto le chiavi per terra nelle vicinanze e felicemente mi sono addormentata.
Sono stata svegliata con dei lievi calcetti ed aperti gli occhi ho visto il mio compagno con un vassoio in mano: "buon giorno, ti ho portato la colazione, non posso farla con te perché devo andare a lavorare prima, tu fai con calma, ci vediamo stasera.......", a deposto il vassoio per terra e poi è uscito lasciando la porta socchiusa, "che pensiero gentile" ho pensato ed ho continuato nel mio dolce dormiveglia, molto più tardi, completamente sveglia ho fatto colazione.
Ero pronta per iniziare una nuova giornata, ho cercato le chiavi per liberarmi, ma con mia grande sorpresa non erano più dove le avevo lasciata, ho rovistato tutto intorno a me ma delle chiavi non vi era traccia, le aveva portate via lui quando mi aveva portato la colazione, mi sono alterata, arrabbiata, ho anche imprecato ma non c' era nulla da fare, avrei dovuto rimandare tutti i miei progetti e restarmene incatenata fino al suo ritorno, in questo modo mi avrebbe fatto pagare la mia esuberanza della sera precedente, non c' è che dire, alla fine la punizione me l' ero meritata, ma allo stesso tempo sarebbe stata molto piacevole.........................

29 aprile 2014

Ignorata

Fare self-bondage mi ha sempre entusiasmata, mi sono legata da sola fin da quando ero adolescente ed ancora oggi, quando mi capita il momento giusto non esito ad incatenarmi lasciando trascorrere il tempo nell'attesa che il fatidico cubetto di ghiaccio si sciolga e liberi la chiave delle catene che mi tengono prigioniera, è trascorso molto tempo dall'ultima volta che mi sono legata ed in questo momento sento un forte desiderio di farlo ma non trovo mia il momento giusto, da molto tempo sto progettando  una sessione di self-bondage curata nei minimi dettagli ed aspetto impazientemente che arrivi il momento giusto per farlo.
Il mio progetto consiste nel legarmi con delle catene ad un radiatore di casa, le chiavi per liberarmi le ho metterò dentro un cubetto di ghiaccio attaccato al soffitto e quando il ghiaccio si sarà sciolto lascerà cadere le chiavi sul pavimento, può capitare che alcune volte le chiavi cadendo possono rimbalzare sul pavimento allontanandosi dalla mia postazione ed allora recuperarle sarà praticamente impossibile, cosi ho studiato un sistema per ovviare a questo inconveniente ed averle subito disponibili appena fossero cadute sul pavimento, il meccanismo da me ideato consiste nel tendere una cordicella tra due mobili situati su due pareti opposte, al centro della cordicella legarne un'altra alla cui estremità sono saranno fissate le chiavi congelate dentro un cubetto di ghiaccio cosi quando tutto il ghiaccio si sarà sciolto le chiavi cadranno per forza nelle vicinanza delle mie mani dove le potrò recuperare molto facilmente.
Ho provato molte volte questo meccanismo ed ho constatato che è perfetto, appena il ghiaccio si scioglie, fa cadere le chiavi le quali invece di cadere sul pavimento penzolavano attaccate alla cordicella sempre nello stesso punto ed alla stessa altezza, quindi recuperarle non comporterà nessun problema, per una maggior sicurezza ho segnato con del nastro adesivo il punto esatto sopra al quale sarebbero penzolate le chiavi, cosi toccando il pavimento le avrei individuato più facilmente il punto esatto e le avrei recuperate facilmente, per quel gioco avevo pensato essere bendata e per questo il recupero delle chiavi doveva avvenire facilmente senza intoppi, il mio piano, studiato nei minimi dettagli era perfetto per metterlo in atto dovevo solo attendere il momento propizio.
Il momento giusto è arrivato, il mio compagno mi dice che il giorno seguente dovrà assentarsi tutto il giorno per lavoro, apprendo la notizia con grandissima felicita, la sera stessa senza farmi vedere, metto nel frizer la cordicella con attaccate le chiavi per farla conglobare dentro un cubetto di ghiaccio, poi vado a dormire pregustandomi quella bellissima giornata che da molto tanto sto sognando e preparando minuziosamente.
Con la massima celerità ho chiesto al mio datore di lavoro un pomeriggio libero, me lo ha concesso senza farmi troppe domande, cosi sono uscita anzitempo da lavoro e mi sono corsa subito a casa impaziente di iniziare la mia splendida avventura, appena arrivata sono andata a prendere dal frizer il cubetto del ghiaccio nel quale era congelato il meccanismo di rilascio delle chiavi, l'ho fissato tra i due mobili come avevo programmato, ho appoggiato sul pavimento tutto il necessario per il mio gioco ed ho subito bloccato con un lucchetto una lunga catena al radiatore del riscaldamento e l'altra parte della catena l'ho collegata con un altro lucchetto da ad un collare di acciaio che ho chiuso poco dopo sul mio collo.
Mi sono seduta con le spalle appoggiate al radiatore ed ho messo nella mia bocca una bellissima ball-gag, l'avevo scelta con molta cura ne troppo grande ne troppo piccola, doveva fare il suo lavoro senza essere troppo invadente ne troppo blanda, ho chiuso i leg-irons sulle mie caviglie e successivamente mi sono bendata in modo da restare completamente al buio, poi ho raccolto un paio di manette che avevo appoggiato sul pavimento nelle mie vicinanze, ho incrociato le catene delle manette con quelle dei leg-irons e dopo aver messo la mani dietro lo schiena ho bloccato i miei polsi dentro le manette.
Mi ero immobilizzata in una posizione detta hog-tied come avevo progettato, la catena collegata al collare ed al radiatore mi impediva di allontanarmi dal punto in cui ero legata, ero felice ed eccitata, sarei rimasta incatenata per tutto il tempo necessario a far sciogliere il cubetto del giaccio sognando scenari bellissimi ed eccitanti, quella situazione mi piaceva cosi tanto da perdere la cognizione del tempo. 
Mentre ero immobilizzata ed immersa nei miei pensieri ho sentito il rumore della porta d'ingresso che si apriva e qualcuno entrava in casa, mi ha riportato di colpo alla realtà, ero sicura di essere sola in casa ed invece ho realizzato che in quel momento qualcuno diverso dal mio compagno era entrato in casa, in preda al terrore ho seguito i suoi passi per capire che fosse e cosa stesse cercando in casa mia, ho sperato fino all'ultimo che fosse il mio compagno, ben sapendo che è contrario a che io mi leghi da sola, mi sarei aspettata una sgridata memorabile e con quella me la sarei cavata ed invece ho sentito quei passi attraversare l'ingresso e dirigersi in camera mia, passandomi vicino ed ignorarmi completamente, ero pietrificata, dai rumori ho capito che era nella camera da letto e stava aprendo alcuni cassetti poi l'ho sentito fare alcune telefonate e sottovoce diceva: "è il momento giusto, vi aspetto e..... mi raccomando come stabilito", era una comunicazione strana che non riuscivo a comprendere, poi improvvisamente ho avvertito la sua presenza dietro di me, non capivo cosa volesse ne cosa stesse facendo e dopo un attimo è uscito silenziosamente come era entrato, non riuscivo a capire il suo comportamento, ero certa che aveva in mente qualcosa di diabolico.
Rimasta sola mi sono rilassata, ho ripreso fiato e mi sono concentrata sulla mia avventura dimenticando completamente l'intruso, ho calcolato mentalmente il tempo che avevo trascorso da quando mi ero legata e secondo i miei calcoli il cubetto del ghiaccio doveva essersi già sciolto e le chiavi dovevano essere dietro di me a pochi centimetri dalle mie mani, ho provato a recuperarle ma non sono riuscita a trovarle, allora ho tastato con le mani sul pavimento facendo riferimento al punto di riferimento indicato dal nastro adesivo ma niente chiavi neppure nelle vicinanze, credendo di aver calcolato male il tempo ho atteso ancora, con mia grande meraviglia ho sentito la porta d'ingresso aprirsi ancora ed allora ho capito che in quel momento avevo perso ogni speranza di potermi liberare.
In pochi attimi la mia casa si è riempita con molte persone, dalle voci ho riconosciuto tutti i nostri amici e come aveva fatto lui in precedenza anche loro sono entrati dentro casa ignorandomi completamente, proprio come se non esistessi, li ho sentiti apparecchiare la tavola e mangiare e bere, brindando e festeggiando rumorosamente, tutto si è svolto sempre senza mai rivolgermi a me, questa loro indifferenza nei miei confronti mi metteva a disagio e mi turbava notevolmente in più essere legata in un hog-tied molto restrittivo mi metteva notevolmente a disagio ma non potevo fare nulla per potermi liberare  dalle catene.
La cena è andata avanti per almeno due ore e per tutto quel tempo nessun ha accennato o detto qualcosa nei miei confronti, si sono comportati come se fossi stata un soprammobile o un oggetto di arredamento della casa e questo mi innervosiva a tal punto che mi sarei messa ad urlare ed inveire contro la loro indifferenza, ma purtroppo dalla mia bocca non poteva uscire neppure un gemito per via della ball-gag che mi ero conficcata nella bocca, tanta era la rabbia che avevo dentro di me che ho sudato copiosamente, le catene che mi immobilizzavano iniziavano a procurarmi dei forti dolori bloccando la circolazione.
Poi finalmente dopo un lunghissimo tempo se ne sono andati tutti e quando sono rimasta sola il mio compagno si è avvicinato facendomi percepire la sua presenza tintinnando le chiavi delle mie catene vicino alle mie orecchie, allora ho iniziato a capire tutto, voleva darmi una lezione ed aveva tutte le ragioni, poi mi ha messo le chiavi in una mano e mi ha sussurrato in un orecchio: "io vado in camera......... quando hai finito il tuo gioco puoi raggiungermi ..............ti aspetto............."..................., sono certa che passeremo una notte stupenda..................
 


1 marzo 2014

La donna delle pulizie

Tre volte alla settimana, Maria, viene a casa mia per riordinare e fare le pulizie, anche se non sono presente fa perfettamente il suo lavoro ed io ne sono soddisfatta, da un po' di tempo ho il sospetto che frughi curiosando tra le mie cose ed in particolare dentro la mia collezione di attrezzature per il bondage, per avere la certezza ho disposto alcuni attrezzi in modo particolare ed ho fatto una foto per averne un riscontro, quando sono tornata a casa e se n' era già andata, con la foto in mano ho aperto il cassetto ed ho avuto la certezza dei miei sospetti.
Avrei voluto farle una partaccia, ma molto probabilmente se ne sarebbe avuta a male e si sarebbe licenziata ed io non volevo perderla perché le volevo bene e lavorava seriamente, ho pensato molto a cosa potevo fare ed alla fine mi è venuta un' idea: mi sarei fatta trovare nuda e legata in modo da soddisfare la sua curiosità e metterla in imbarazzo, ho pensato a tutti i dettagli ed alcuni giorni dopo ho messo in atto il mio piano.

Ho preparato un foglio con tutte le indicazioni e l' ho poggiato sul tavolo, poi mi sono spogliata, ho preso i mie giocattoli, mi sono seduta su di una sedia, ho legato le mie caviglie con leg irons e con una lunga catena ho bloccato ad essa, la rimanente catena l' ho avvolta intorno alla mia vita ed alla sedia in modo da restare bloccata ad essa e non potermi alzare, l' ho fissata con un lucchetto dietro la spalliera bloccandoci anche un paio di manette, ho preso una bellissima ball gag rossa, l' ho messa nella mia bocca ed allacciata dietro la testa, un ultimo controllo per vedere se tutto era perfetto quindi ho messo la mani dietro la schiena e mi sono ammanettata, eccitata e trepidante ho aspettato il suo arrivo.
Non ho atteso molto, è arrivata puntuale come sempre ed appena entrata si è accorta subito che c' era qualcosa che non andava ad iniziare dalla mia anomala presenza, perplessa ed impaurita si è avvicinata cautamente guardandosi in giro, ha notato subito che ero incatenata alla sedia, ha visto le chiavi ed il foglio sul tavolo, è rimasta ferma e pensierosa sul da farsi, poi superato quell' attimo di sbandamento ha preso il foglio ed ha iniziato a leggerlo: "cara Maria sono a conoscenza che ti piace curiosare tra i miei giocattoli e perciò volevo darti una dimostrazione su come si usano, una piccola premessa, a me piace moltissimo essere legata e questa è solo una piccola dimostrazione che ho riservato per te, anche se sul tavolo ci sono le chiavi non tentare di liberarmi, fai il tuo lavoro cercando di ignorarmi completamente, comportati come se non fossi presente, per quanto riguarda la mia liberazione se ne occuperà Francesco quando rientrerà a casa ......... scusami se questo mio capriccio ti ha arrecato imbarazzo e disturbo ma ................. vista la tua curiosità volevo darti una dimostrazione..................".
Ha letto quel messaggio molte volte, non riusciva ad immaginare come lavorare mentre io ero incatenata a pochi passi da lei, non riusciva a decidersi su cosa fare, guarda il foglio e guardava me, poi alzando le spalle mi ha detto: ".....se è questo che lei desidera cercherò di accontentarla..." è andata a cambiarsi d' abito per iniziare il suo lavoro, ero eccitatissima sicura, adesso mi sarei goduta quell' assurda situazione curiosa di vedere le reazione della cameriera.
Si era messa la vestaglia ed aveva iniziato a pulire la stanza dove io ero legata, cercava di fare il suo lavoro ignorandomi ma non ci riusciva, la situazione era troppo anomala ed intrigante, non resisteva dall' alzare gli occhi ed osservarmi legata, imbavagliata ed immobile al centro della stanza, vedevo in lei un notevole imbarazzo e questo mi eccitava in modo incredibile più la cameriera alzava lo sguardo verso di me più mi eccitavo fino al punto che non ho resistito ed ho urlato dentro il bavaglio un orgasmo sconvolgente, Maria si è accorta di cosa mi stava succedendo ed ha preferito andare a lavorare nelle altre stanze, ero felicissima per averla turbata ed ero sicura che si era anche eccitata ed ero certa che non avrebbe resistito molto alla mia presenza e sarebbe corsa in bagno per masturbarsi.
Al termine del suo lavoro se n' è andata silenziosamente senza neanche salutarmi, felice di essere riuscita a turbarla  ho atteso rilassatissima il rientro del mio compagno per essere liberata, ma purtroppo quando è rientrato ed ha visto la situazione e letto il foglio si è arrabbiato moltissimo, non avrei dovuto assulutamente coinvolgerla e questa mia follia l' avrei pagata molto duramente, ha preso le chiavi dal tavolo ed è uscito lasciandomi legata fino a notte fonda.
Quando mi ha liberato mi ha detto che quello era solo l' inizio la vera punizione arriverà molto presto................... spero molto sia piacevole come questa appena vissuta......................

29 gennaio 2014

Un' avventura sorprendente

Erano molti giorni che non vedevo Serena, cosi ho deciso di andare a trovarla, mi sono recata a casa sua, ho suonato il campanello e quando è venuta ad aprirmi l' ho vista un po' meravigliata, mi ha dice che non si aspettava la mia visita ed al momento la ritiene un po' inopportuna, le ho rispondo che se disturbo posso ritornare un' altra volta, mi sorride e dice: "non farci caso ma è un periodo che mi sento un po' nervosa, ma penso che tutto sommato la tua visita può ridarmi il buonumore", cosi mi fa entrare, mi offre un buon caffè e mentre lo stiamo bevendo mi dice: "mi stavo preparando per un evento speciale al quale, se sei d' accordo, potresti partecipare anche tu ma solo come spettatrice", so benissimo quali sono i suoi eventi speciali, e pure eccitata accetto immediatamente.
Finito di bere il caffè mi chiede di spogliarmi, euforica e curiosa, mi spoglio completamente rimanendo nuda davanti a lei in attesa di ulteriori ordini, "adesso ti devo rendere inoffensiva" e cosi dicendo prende un paio di manette e mi ammanetta le mani dietro la schiena e non può mancare un paio di leg irons alle caviglie, poi sorreggendomi per un braccio mi accompagna nel seminterrato, apre una delle sue celle ed appena entrate rimango esterrefatta, tre uomini, bendati ed imbavagliati con le braccia e le gambe allargate incatenate ad una parete, la sola visione di quei bellissimi corpi nudi mi mette addosso un' eccitazione incredibile e prima che possa riprendermi dall' emozione Serena mi trascina verso la parete opposta e raccolto da terra un collare di ferro collegato ad una catena, lo chiude sul mio collo: "questo è il tuo posto, potrai solo stare a guardare senza avere la possibilità di poterti avvicinare" ed aveva ragione, la catena che pendeva dal mio collare era fissata con un lucchetto ad un anello sulla parete la cui lunghezza permetteva di arrivare alla metà della cella, fatto questo se ne è tornata di sopra.
La situazione era estremamente eccitante, quei corpi nudi e immobilizzati ad una parete, io incatenata sull' altra senza avere la possibilità di avvicinarmi e con le mani legate dietro la schiena non riuscivo neanche ad accarezzarmi, stavo impazzendo, ho iniziato ad agitarmi in modo ossessivo cercando di avvicinarmi il più possibile a quei meravigliosi corpi nudi, ma la catena mi teneva a debita distanza, poi in un attimo di rilassamento noto una cosa che mi ha fatto sobbalzare, il lucchetto che blocca la catena del mio collare non era chiuso, molto probabilmente, Serena, presa dall' eccitazione del momento si era dimenticata di chiuderlo ed adesso io ho la possibilità di liberarmi ed avvicinarmi a quei meravigliosi corpi nudi.
Sono eccitatissima, con estrema cautela libero la catena e mi avvino al primo uomo, lo vorrei accarezzare per provare quell' immenso piacere che si prova quando si accarezza la pelle nuda, ma le mie mani sono ben legate dietro la schiena, una voglia irrefrenabile scaturisce dal mio corpo, non riesco a resistere oltre ed immediatamente prendo in bocca il grosso cazzo che mi trovo davanti e prendo a succhiarlo con estrema voracità, il mio scononosciuto prigioniero non riesce a resistere a lungo ed in pochi attimi riversa nella mia bocca tutto il suo squisito nettare e dopo averlo ingoiato tutto passo al secondo e poi al terzo, li succhio con estremo vigore ed ingordigia ingoiando tutto ogni volta con molto gusto.
L' eccitazione che avevo quando sono entrata in quella cella non mi è ancora passata, al contrario sono maggiormente eccitata, cosi senza pensarci su due volte, mi inginocchio nuovamente davanti al primo e riprendo a succhiarlo, bastano poche leccate ben fatte che ritorna più vigoroso di prima, ma questa volta voglio godermelo intensamente, cosi dando fondo a tutta la mia passione lo succhio passionalmente fino in fondo, stessa cosa faccio con gli altri due.
Ho appena ingoiato tutto il nettare del terzo uomo che Serena entra, si accorge subito di cosa è successo è va su tutte le furie, raccoglie con rabbia la catena del mio collare e la strattona cosi forte da farmi rotolare per terra poi mi è sale sopra e piena di rabbia, gridando parole incomprensibili, mi da dei sonori ceffoni, non contenta mi trascina verso il muro e  blocca con il lucchetto la catena al muro, sento distintamente il click della serratura, poi dopo aver liberato i tre uomini esce con loro sbattendo con forza la porta, nel silenzio sento distintamente ancora, la serratura scattare, questa volta l' ho fatta grossa, con la mia voglia irrefrenabile ho sconvolto i piani della mia amica ed adesso sono sicura che me la farà pagare a caro prezzo, come ho provato a muovermi mi sono accorgo immediatamente che la catena che mi tiene legata al muro è cortissima da non riuscire a stare in piedi, provo a mettermi in una posizione comoda ma era quasi impossibile, spero che la rabbia nei miei confronti le passi presto, ma è solo un lontano desiderio, infatti mi ha tenuta legata per tutto il week end ed è stata una fatica immane.
La punizione me la meritavo tutta e nonostante tutte le sofferenze in questa meravigliosa avventura ho goduto molto ed intensamente e se in futuro mi ricapitasse l' occasione non esiterei a chiedere di rifarla ancora............... spero vivamente che Serena mi perdoni, mi dispiacerebbe troppo perdere un' amica come lei......................



emozionatissima