12 giugno 2012

Volevo andare al mare




Finalmente è arrivata la bella stagione e per questo Serena mi ha proposto di fare una gita al mare, ho accettato molto volentieri anche perché sono una fanatica della tintarella, mi ha proposto di partire al mattino presto onde evitare il traffico e per questo ha voluto che la sera prima andassi a dormire da lei, il suo compagno era fuori per lavoro per questo non avrei creato alcun disturbo e ci saremo potute riposare e preparare in tranquillità.
Ben felice per l' invito la sera prima della partenza mi sono recata a casa sua, abbiamo cenato e come per incanto è spuntato dal nulla un bellissimo paio di manette combinate con leg irons, a Serena piace impersonare la poliziotta ed a me piace molto di più farmi arrestare da lei, mi ha chiesto di spogliarmi, prevedendo un dopocena eccitante non mi sono fatta pregare ed in un attimo ho tolto tutti i vestiti, rimasta nuda mi ha ammanettata e poi accompagnata giù per le scale che conducono nel seminterrato.
Ho sempre ritenuto molto eccitante il seminterrato di Serena, da una porta con le sbarre si entra in un locale simile ad una cella di una prigione ed ogni volta che vi entro mi immagino di essere una pericolosissima criminale che è stata catturata, arrestata e rinchiusa in prigione ed anche stavolta, eccitatissima, mi immaginavo la stessa cosa, Serena mi ha spinto dentro la cella e prima di chiudere la porta è entrata pure lei e visibilmente eccitata ha iniziato a carezzarmi ogni parte del mio corpo ed infilare la sua lingua in ogni anfratto procurandomi in intenso piacere, presa da quest' atmosfera fantastica ho fatto un piccolo passo indietro, la catena sulle caviglie mi ha fatto incespicare e con la schiena sono finita addosso alla porta che si è chiusa energicamente facendo scattare la serratura e la chiave per l' impatto è schizzata fuori dal buco andando a cadere distante dalla porta.
Prese dalla foga e dall' eccitazione non abbiamo fatto caso alla porta che si era chiusa alle nostre spalle, poi nel momento in cui Serena aveva deciso di uscire, ci siamo accorte di ciò che era capitato, involontariamente eravamo rimaste rinchiuse dentro la cella e senza la chiave saremo potute uscire, Serena ha messo la mano tra le sbarre ma la chiave era troppo distante, allora ha provato ad infilare una gamba ed anche questo tentativo è andato fallito, la chiave era ad una distanza tale che senza un aiuto esterno non saremo mai riuscite a raggiungerla, l' unico modo era attendere il rientro del compagno di Serena, che sarebbe avvenuto solo il giorno successivo e fino ad allora saremo rimaste rinchiuse, prigioniere dentro quella meravigliosa prigione.
Sconfortata e visibilmente arrabbiata ha scaricato tutte le responsabilità dell' accaduto su di me e con forza mi ha presa e trascinata verso la parete opposta alla porta, li ha raccolto un collare che era collegato al muro tramite una catena e in un attimo l' ha chiuso sul mio collo, in questo modo voleva addossarmi tutta la responsabilità dell' accaduto e punirmi per essersene stata la causa, la situazione che si era venuta a creare a me piaceva molto, non mi interessava affatto sapere quanto sarei rimasta incatenata, stavo vivendo come in un sogno e di questo ne godevo molto ma non avevo il coraggio di dirlo a Serena che al contrario era visibilmente incavolata.
Quando è arrivata la notte, nonostante i numerosi tentativi, eravamo ancora rinchiuse e lo saremo state ancora a lungo, poi piano piano  Serena si è calmata, è venuta vicino e mi ha abbracciato, ho ricambiato quelle dolci effusioni fino a quando ci siamo addormentate  tenendoci teneramente abbracciate.
Al mattino mi è venuta un' idea di come riuscire a recuperare la chiave che ho subito illustrato a Serena, gli ho detto di togliersi i vestiti ed annodarli come per fare una lunga corda, poi gettare un capo attraverso le sbarre per arrivare a coprire la chiave come fosse una rete e poi recuperare il tutto, l' idea gli è piaciuta, si è spogliata ed ha annodato i vestiti e come gli avevo indicato ha lanciato attraverso le sbarre la lunga striscia di vestiti, dopo numerosi tentativi andati a vuoto è riuscita ad avvicinare la chiave e raccoglierla, l' ho vista sorridere mentre apriva la porta ed usciva dalla prigione, solo dopo molto tempo l' ho vista apparire sulla porta con un vassoio contenete un' abbondante colazione che ha poggiato per terra ed insieme, felici e sorridenti, abbiamo divorato quel lauto pasto.
Al termine della colazione, Serena ha raccolto il vassoio e guardandomi con uno sguardo che non prometteva niente di buono mi ha detto: "sono certa che per te restare legata è molto più eccitante che venire con me, non ho nessuna intenzione di  liberarti ed al mare ci andrò da sola..............", sono rimasta ammutolita, l' ho seguita con lo sguardo chiudere la porta ed andarsene, sono rimasta sola immersa nei miei pensieri cercando di capire se avermi lasciarmi legata mentre lei andava in gita lo faceva per farmi un piacere o perché voleva vendicarsi?
Tutto sommato qualsiasi fosse la risposta giusta non me ne importava niente, avrei atteso piacevolmente il suo ritorno rinchiusa ed incatenata nella sua cella fantasticando realtà che solo la mia mente può partorire..........................